CAMERIERE NELL’HOTEL DI LATINA CON BUSTA PAGA A ZERO

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Cameriere ai piani sfruttate e pagate in nero in una struttura alberghiera di Latina: è questa la denuncia del sindacato Uiltucs e di alcune lavoratrici

È ciò che accadrebbe, secondo la denuncia del sindacato Uiltucs e del suo segretario Gianfranco Cartisano, in una nota struttura alberghiera del capoluogo detenuta dalla società il cui amministratore unico è l’Assessore alle Attività Produttive della Giunta municipale di Latina, Simona Lepori. A lamentare le loro condizioni, sono le cameriere addette alla pulizia della struttura.

Lavoratrici che hanno detto basta al sistema dell’amministratore unico della società che gestisce la struttura alberghiera sulla Monti Lepini, un metodo adottato ed usato da anni, contratti di lavoro a chiamata per avere una busta paga a zero in cambio di 30 euro al giorno per riordinare decine di stanze, chi eccepiva il sistema non veniva più chiamato, in alternativa c’era l’imposizione ad effettuare più camere, in sintesi subivano anche un regolamento interno punitivo nonché persecutorio. Lavoro nero, trenta euro al giorno per molte ore equivalgono e significano 3,50 l’ora! Per noi della Uiltucs Latina è sfruttamento vero, altro che caporalato, da giorni abbiamo denunciato il tutto  al Direttore  all’Ispettorato Territoriale di Latina, non abbiamo ancora riscontro, pretendiamo chiarezza intervento e risposte celeri dall’Ente di Viale Pier Luigi Nervi, non si può accettare che l’amministratore unico di una società alberghiera, oltretutto anche componente della Giunta Comunale di Latina, non abbia rispetto e dignità del lavoro e delle lavoratrici le quali oggi non sono state più chiamate al riordino delle camere di albergo“.

Per la Uiltucs Latina – continua Cartisano – questa è una vicenda, peggiore oltre che umiliante delle situazioni accertate nel settore dell’agricoltura pontina, il Direttore da noi investito deve dare risposte celeri a queste lavoratrici che da anni subiscono un danno morale economico e contributivo, il lavoro specialmente in questo periodo di pandemia nel quale il comparto del Turismo subisce il maggior danno, non si può assistere a vicende occupazionali di questo genere, il lavoro deve essere salvaguardato e valorizzato, la crisi del settore non può significare sfruttamento per “trenta euro al giorno e buste paga a zero”, per la Uiltucs Latina questa vertenza deve avere una risposta immediata e certa da tutte le parti investite e che vogliamo coinvolgere, compreso la politica“.

Come categoria del settore – conclude il segretario Uiltucs Cartisano – chiediamo alla politica locale di interagire, visto il ruolo e l’incarico che ricopre l’amministratore unico della società interessata alla vicenda, queste lavoratrici, chiedono rispetto dignità e non ripercussioni, per noi della Uiltucs Latina  il lavoro è altro non può essere monetizzato a fine settimana con una paghetta in nero e con una busta paga a zero, le lavoratrici pretendono risposte e chiedono a tutti, ognuno per il proprio ruolo di intervenire, noi della Uiltucs ci siamo“. 

In una nota, il movimento “Alleanza per Latina” chiede spiegazioni sulla vicenda al sindaco di Latina Damiano Coletta: “Abbiamo letto con stupore e rammarico quanto riportato oggi dalla stampa locale in merito alla vicenda del presunto sfruttamento lavorativo da parte di una nota struttura alberghiera il cui amministratore è al momento uno degli assessori di punta della giunta del Sindaco Coletta.
La Uil, uno dei principali sindacati italiani e della provincia di Latina, non di certo noi di Alleanza per Latina, paragonano le tariffe di 3,75 euro l’ora che sostengono essere corrisposte a fronte di buste paga a zero ore, come tariffe degne delle sfruttamento del caporalato contro cui in questi ultimi anni si è concentrato il contrasto da parte delle istituzioni e delle forze dell’ordine nonché dell’amministrazione di Lbc che non ha mancato giustamente di rilasciare dichiarazioni e ospitare eventi contro lo sfruttamento del lavoro italiano e straniero
“.

Non possiamo di certo essere noi a giudicare l’operato della società e del suo amministratore in base alle accuse del sindacato, ma chiediamo invece al sindaco Coletta di intervenire con una commissione d’inchiesta, perché chi rappresenta la nostra città in giunta non può di certo essere tacciato di certi comportamenti a scapito dei lavoratori e delle lavoratrici di Latina.
Di certo l’assessore di Coletta non pensi di sostenere come ha fatto oggi sulla stampa di non essersi mai occupato della gestione del personale e di aver delegato la gestione dell’albergo da quando ricopre l’incarico in giunta: a quanto sostenuto dal sindacato con regolare visura camerale ricopre ancora il ruolo di amministratore unico e dunque di responsabile ultimo di quanto avviene nella sua società. Al tempo stesso, però se le accuse dovessero mai essere confermate è indubbio che il sindaco debba chiedere le dimissione dell’assessore e scusa alla città perché non è di certo la prima volta che la sua giunta e i suoi esponenti incappano in vicende poco lusinghiere. Ricordiamo un arresto e un avviso di garanzia sull’urbanistica, oltre all’ultimo episodio politico che ha visto lo stesso Coletta scegliere come alleato un senatore che le cronache nazionali hanno immortalato insieme ad un noto esponente del clan Spada. Coletta ci spieghi dunque se legalità e trasparenza valgono esclusivamente per i suoi avversari
“.

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