Fino al 14 febbraio – dal lunedì al sabato, dalle 10 alle 18 – sarà possibile visitare la mostra “Cavalcare lo spazio”, esposizione presso l’Accademia delle belle Arti di Roma in memoria di Paolo Picozza, giovane artista originario di Latina scomparso prematuramente nel 2010.
CAVALCARE LO SPAZIO, LA MOSTRA
Nove grandi tele e otto opere su carta esposte nella Sala Colleoni, selezionate da un gruppo di 13 giovani studenti del corso “Allestimento dello spazio espositivo” della Accademia, frequentata dal giovane Picozza negli anni ‘90. Guidati da Giuliana Stella, docente di Tecniche grafiche speciali, e da Johnatan Turner, i giovani allievi hanno avuto la possibilità di essere protagonisti dell’intero processo espositivo, dalla fase concettuale al layout, dall’installazione alla realizzazione della grafica dei testi e del materiale promozionale.
Questa nuova mostra si concentra principalmente sui paesaggi dell’ultima fase di vita di Picozza. “Si tratta di lavori nei quali, a volte, il soggetto principale sembra dipingere se stesso. Paolo Picozza è conosciuto per le sue immagini di foreste, fiumi, paludi, scorci di un urbanesimo in disarmo. Sono opere realizzate con ampie campiture su tele lunghe e orizzontali. Nonostante le loro grandi dimensioni, l’atmosfera che le anima è intima, quasi immaginaria. I colori, con sfumature dal grigio al marrone, con audaci bianco e nero e talvolta un bagliore di rosso”, queste le parole affidate al comunicato stampa della stessa Accademia capitolina di via Ripetta, parole di chi conosceva Picozza e lo ha davvero visto crescere, come artista e come uomo.
Maria Pia Picozza, artista e sorella di Paolo, in rappresentanza dell’Associazione Paolo Picozza e Laura Salvi, relatrice della tesi di Laurea del giovane Picozza, hanno curato l’esposizione di un archivio fotografico che lo riguarda, sue pitture e disegni che dànno una percezione migliore della sua seppur breve carriera di artista emergente.
Visualizza questo post su Instagram
PREMIO PAOLO PICOZZA, SECONDA EDIZIONE
In sostanza, questo evento comunica l’idea di integrazione, collaborazione e innovazione continua tra le varie generazioni dell’Accademia: agli studenti, infatti, è stata offerta l’opportunità di lavorare individualmente come gruppo per l’organizzazione della Mostra “Cavalcare lo spazio”, preceduta dall’indagine dell’opera e della persona di Paolo Picozza, con cui condividono la formazione artistica presso la stessa Accademia, che ha ospitato la sua prima esposizione personale (quando era ancora studente). È la prima volta nella storia dell’Accademia d’Arte di Roma che si organizza un’esposizione in memoria di un ex allievo.
Questa mostra, inoltre, si pone lo scopo di far conoscere l’accademia ai giovani che aspirano a una formazione in campo artistico e promuove l’ancora sconosciuta istituzione del Premio Paolo Picozza, arrivato già alla seconda edizione.
PAOLO PICOZZA E L’ARTE
“L’arte non è sinonimo di storia ma nel migliore dei casi corre parallela alla storia e può esistere solo creando continuamente una nuova realtà estetica. Ecco perché si scopre spesso che l’arte è in anticipo sul progresso, sulla storia”, scriveva il Premio Nobel per la letteratura Iosif Brodskij.
Nel 1994, suo ultimo anno del corso di pittura, realizza le sue prime mostre personali. Nel 2000, le sue opere cominciano a essere riconosciute a livello internazionale con esposizioni personali e collettive in Italia e in Germania, in Giappone e in Corea.
“Per dipingere le sue tele e le sue carte, Picozza usava il bitume, gli smalti, i colori a olio; con pennellate astratte ed espressioniste “costruiva” colline, terre desolate ghiacciate, paesaggi marini, visioni urbane, terreni abbandonati dall’industria e non ancora occupati da altro”, riporta il comunicato stampa dell’Accademia di Roma.
Picozza, che prediligeva soggetti legati a paesaggi urbani e non, diceva che il tempo all’interno dei suoi dipinti sembra dilatato “perché raffigura un’emozione vissuta in un arco temporale variabile. Spesso per questo non ci sono figure umane, magari ci passano dentro, ma non hanno il tempo di essere fermate” (estratto da Inchiesta sull’arte – Quattro domande a cinque generazioni di artisti italiani, a cura di Enrico Crispolti, Electa, 2008).
PAOLO PICOZZA E LATINA
Nato nel 1970 a Latina, Picozza ha frequentato fino al 4° anno presso il liceo scientifico E. Majorana, concludendo l’ultimo anno a Roma per poi frequentare subito l’Accademia di Belle Arti. L’unica mostra a Latina che ha accolto le opere di Paolo Picozza è stata un’esposizione insieme ad altri 47 artisti l’8 marzo 2003: Contemporanea 1945-2003. Riflessioni per una storia delle arti visive che si è tenuta nelle sale del centrale Palazzo M.
Chissà come si relazionasse con la propria città, mentre è più che chiaro che Latina non offra molto spazio agli artisti come probabilmente fu per Paolo Piccozza, dal talento indiscusso e lanciato verso il successo nazionale e internazionale, che nei suoi quadri dipingeva, tra i tanti panorami a tinte forti, anche scorci paludosi.
Chi nasce a Latina o dell’Agro Pontino s’innamora come successe a Duilio Cambellotti, nel duro isolamento subirà disarmato tutto il suo fascino elementare ma mai scontato. La palude dell’Olim Palus entra sottopelle come un’entità che non vive di tempo, ma che nella sua immobilità silenziosa e soffocante è, tuttavia, incubatrice di vita.
Orari di apertura:
dal lunedì al sabato
10:00 – 18:00
INGRESSO GRATUITO
Accademia di Belle Arti di Roma, Sala Colleoni, via di Ripetta 222