PAM PANORAMA: CHIUSO ACCORDO AL MINISTERO

Il punto Panorama presso il Centro commerciale Itaca di Formia
Il punto Panorama presso il Centro commerciale Itaca di Formia

Raggiunto l’accordo al Ministero sulla procedura di licenziamento collettivo avviata dal Gruppo Pam Panorama per 255 lavoratori

I lavoratori fanno parte di 15 centri nella rete di vendita di Emilia-Romagna, Toscana e Lazio. Gli esuberi, ridotti a 222 dipendenti, riguardano lavoratori presso gli ipermercati di Rm-Aurelia, Rm-Boccea, Rm-Tiburtina, Rm-Lunghezza, Rm-Ariccia, Rm Granai, Rm-Ostia, Alatri, Cassino e Formia, oltreché 40 impiegati negli ipermercati di Parma, Sassuolo e Pistoia e nei due supermercati di Grosseto Barberi e Sabotino.

Ai lavoratori sarà riconosciuto un incentivo all’esodo di 25.000 euro, da riproporzionare per i lavoratori con contratto a tempo parziale, oltre ad una somma aggiuntiva di 13.000 euro. Sarà favorita la ricollocazione interna del personale in ragione dei fabbisogni organizzativi delle singole unità produttive; i lavoratori saranno inseriti in percorsi di formazione e riqualificazione e potranno avanzare richieste di riduzione dell’orario di lavoro.

Per 713 lavoratori dei punti vendita ubicati nel Lazio, a far data dal 3 luglio 2022 fino al 1° luglio 2023, sarà avviato un percorso di Cigs con causale contratto di solidarietà. L’ammortizzatore sociale conservativo sarà corrisposto anticipatamente dal datore di lavoro e sarà attivato un piano formativo utile alla riqualificazione.

“Abbiamo potuto dire alle lavoratrici e ai lavoratori di dormire tranquilli – commentano i sindacati Filcams Cgil e Fisascat Cisl – Dopo 75 giorni dall’apertura della procedura di licenziamento, avviato da Pam Panorama, e diversi incontri effettuati sia a livello nazionale che territoriale, il 15 giugno nel tavolo con il ministero del Lavoro di Roma, si è conclusa la vertenza con un accordo”.

“L’accordo raccoglie diverse istanze avanzate dalle organizzazioni sindacali – spiegano – a partire da una sostanziale riduzione del numero degli esuberi dichiarati dall’azienda e dalla condivisione di misure alternative ai licenziamenti unilaterali da parte della stessa”.

Le risoluzioni dei rapporti di lavoro dei dipendenti avverranno utilizzando non i criteri previsti dalla legge, bensì attraverso l’utilizzo della non opposizione al licenziamento previa accettazione di un incentivo all’esodo su base volontaria. Come da richiesta sindacale potranno aderire all’incentivo all’esodo tutti i lavoratori indipendentemente dal reparto di appartenenza in quanto tutti rientrano nel campo di applicazione dello stesso. A salvaguardia dell’occupazione è stato concordato che alcuni lavoratori, su loro richiesta, possano essere trasferiti in altri punti vendita nei quali vi siano spazi di collocazione.

“L’azienda si è impegnata, come da richiesta sindacale, – continua la nota dei sindacati -, a presentare un piano industriale che permetta un rilancio di tutti i punti vendita e qualora fosse necessario a utilizzare strumenti conservativi che evitino l’impatto sociale quali contratti di solidarietà o contratti di espansione”. L’azienda si impegna anche ad avviare percorsi formativi con l’obiettivo di facilitare la ricollocazione interna, così come per acquisire nuove e maggiori competenze professionali”.

“Esprimiamo forte soddisfazione per la chiusura della vertenza con questi contenuti in quanto lancia un messaggio a tutto il territorio che le lavoratrici e i lavoratori sono la vera ricchezza delle imprese e va fatto di tutto perché non si scarichino sugli stessi le scelte imprenditoriali prettamente economiche”. Questo risultato è il frutto della lunga mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori che si sono spesi in prima persona e hanno dato fiducia alle organizzazioni sindacali. Ci abbiamo creduto tutti sino in fondo – concludono i sindacati – è stato un gioco di squadra che ha visto coinvolti anche la cittadinanza e le istituzioni del territorio, mettendo al centro l’interesse dei lavoratori e lavoratrici e della comunità sassolese. Vogliamo ribadire che le lavoratrici e i lavoratori devono fare parte del processo di rilancio dell’azienda e non esserne estromessi seguendo solo logiche di maggior profitto”.

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