ORDINE AVVOCATI DI LATINA: SCIOLTO CONSIGLIO, È MIGNANO TER COME COMMISSARIO

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Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede scioglie l’Ordine degli Avvocati e (ri)nomina Commissario l’avvocato Giacomo Mignano

La decisione è stata assunta dal Ministero della Giustizia due giorni fa, il 21 novembre, sulla scorta della nota del Consiglio nazionale forense che, nella seduta amministrativa del 14 dicembre 2020, ha deliberato di proporre al Ministro Bonafede lo scioglimento del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Latina.

Uno scioglimento che era nell’aria, dopo il durissimo scontro tra il nuovo Consiglio insediatosi successivamente alla pronuncia del Tar che il 9 novembre ha dichiarato nullo lo scioglimento del Consiglio (quello che si era dimesso, 11 su 15, lo scorso ottobre 2019) e il relativo commissariamento con la nomina di Giacomo Mignano.

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Secondo il Cnf, la cessazione dalla carica di consiglieri di oltre la metà dei suoi componenti ha comportato il venir meno del quorum costitutivo, traducendosi nell’impossibilità di valida ricostituzione dell’organo.

Giacomo-Mignano
Giacomo Mignano

Ecco perché – questo il ragionamento del Cnf – in ragione del numero dei consiglieri che hanno complessivamente rassegnato le dimissioni, il Consiglio non è in grado di funzionare.

La nomina di Mignano, al terzo “mandato”, avrà come compito principale l’indizione e lo svolgimento di nuove elezioni per il rinnovo del Consiglio. Per convocare l’assemblea utile alle elezioni del Consiglio, Mignano avrà tempo 120 giorni. Ricorsi permettendo.

A stretto giro, è arrivata anche la comunicazione del “nuovo” Commissario Mignano che, oltre a rivendicare quanto fatto nell’anno di guida dell’Ordine, ha fatto il punto della situazione definendo gli ultimi accadimenti come “l’ora più buia ed odiosa della storia del nostro Foro“.

L’Ordine – ha scritto Mignano ai colleghi – può così riprendere, al netto di possibili ulteriori gravami giudiziari, la sua ordinaria attività, in questo difficile contingente momento per la nostra collettività. Con l’ausilio della Segreteria, che anche nell’ultimissimo periodo, sebbene tra mille obiettive difficoltà, ha comunque cercato di assicurare, con grande spirito di sacrificio, i servizi minimi essenziali, e dei Sub Commissari, che stoicamente mi hanno coadiuvato, in questo lunghissimo anno, cercherò, di riattivare immediatamente, con il massimo impegno, tutte le attività che sono proprie dell’Ente che ci rappresenta, con l’intento di superare i ritardi accumulati, in conseguenza dell’impasse venutosi a creare nell’ultimo mese“.

Al di là delle singole contrapposte posizioni – continua Mignano – e fatte salve le prerogative di coloro che dovessero dissentire dai provvedimenti adottati dal CNF e dal Ministero della Giustizia, deve rimarcarsi che non saranno più tollerate eventuali ulteriori forme di prevaricazione e di intolleranza, quali quelle cui abbiamo recentemente assistito, degne più di una giunta militare dei paesi dell’America Latina, degli anni 80 dello scorso secolo, che di un Paese democratico del 2020“.

L’auspicio – incalza il Commissario – è che si ritrovi, al più presto, nel nostro Ordine il giusto decoro professionale, che sembra purtroppo smarrito, e si possa anche, in uno spirito di rinnovata ma sana competizione, dare la giusta voce alla Assemblea degli iscritti, affinché possa in piena autonomia e, soprattutto, in maniera democratica scegliere i Colleghi che debbano effettivamente rappresentarla. Non dimentichiamoci di rappresentare il sedicesimo Foro d’Italia – conclude Mignano – che deve necessariamente ed al più presto riacquistare quella dignità e quel ruolo che gli è proprio. Lo dobbiamo a chi ci ha preceduto ed in solo poco più di 80 anni di storia, ci ha condotto in una dimensione che rischiamo di svilire oltre modo, con personalismi ed incomprensibili rivendicazioni”.

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