OPERAZIONE PAIN: DOPING, MORTE SOSPETTA E IL PORNO ATTORE CHE INGUAIA L’AVVOCATO

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L’operazione “Pain” dei Carabinieri Nas di Latina ha portato all’attenzione un quadro allarmante: indiani dopati per lavorare di più sui campi, certificati falsi per permessi di soggiorno taroccati e un episodio a latere che coinvolge un avvocato e il suo assistito. Tra le pieghe dell’inchiesta dei Nas l’ombra delle morti nei campi per overdose

I reati contestati dal Procuratore Aggiunto Carlo Lasperanza e il sostituto procuratore Giorgia Orlando sono l’illecita prescrizione di farmaci ad azione stupefacente, il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, il falso, la truffa ai danni dello Stato, la frode processuale.

A finire in manette, come noto, il medico di Sabaudia Sandro Cuccurullo e a subire altre misure cautelari, per di più molto gravose, la farmacista di Sabaudia Clorinda Camporeale e l’avvocato di Latina Luigi Pescuma, ex poliziotto, persona stimata nel capoluogo e vice-coordinatore di Fratelli d’Italia, partito che, come è consuetudine per scandali anche più importanti, tace parimenti al Partito Democratico per il disastro Asl. E non che le due vicende – Pescuma da una parte, e raccomandazioni Asl dall’altra – siano paragonabili. Come vedremo, il caso di Pescuma – che se confermato sarebbe comunque grave – non può di certo essere avvicinato al sistema dei concorsi pubblici pilotati. Per entrambi – avvocato e farmacista – un anno di sospensione dalla professione, già ieri eseguita dai rispettivi Ordini di appartenenza.

A finire indagati, nell’operazione Pain, inoltre anche la marocchina Sihame El Hain (per lei divieto di dimora in provincia di Latina), il cittadino di origine egiziana, senza fissa dimora, Atia Mansour, e il cliente dell’avvocato Pescuma, Mario Agnoletti, un volto noto.

Agnoletti, infatti, è un pornoattore di professione. Fu condannato in via definitiva nel 2018 per estorsione ai danni di una donna veneta. La pena ammontava a 2 anni e 8 mesi per aver abbordato la donna su Facebook, avuto rapporti sessuali con lei, per poi ricattarla sotto la minaccia di diffondere i video hard girati durante i loro incontri.

L’uomo originario di Sabaudia ha avuto il suo apice da pornoattore quando prese parte al film del maestro di genere Tinto Brass intitolato “Fermo Posta Tinto Brass”: lui recitava nel nono episodio dal titolo “Stivaletti Rosso Sangue”. Un particolare di colore che, però, nel quadro più ampio della vicenda rischia di mettere nei guai l’avvocato Pescuma. Ma andiamo con ordine.

L’aspetto sicuramente più agghiacciante dell’intera inchiesta è il sistema che avrebbe messo in piedi il medico di base Cuccurullo, con la complicità della farmacista di Sabaudia Camporeale: 872 prescrizioni mediche di Delpagos per 1585 confezioni a favore di 222 indiani per far sì che questi lavorassero come muli sui campi.

Di queste migliaia di confezioni del farmaco a base di Ossicodone e Paracetamolo, 777 sono utilizzate presso la farmacia del centro di Sabaudia, la cui titolare è la Camporeale, così da indurre in errore la ASL di Latina (non se la passa molto bene ultimamente). L’azienda sanitaria, infatti, rimborsava il costo dei farmaci alla farmacia con relativo indebito profitto per le stessa, per oltre 24mila euro. Un andazzo che, secondo i Nas, e per quanto hanno potuto indagare, è andato avanti almeno dal gennaio 2019 all’aprile 2020.

E per Cuccurullo viene contestato anche l’aver prescritto oltre 15mila farmaci con codice di esenzione ticket per 891 pazienti, al contrario perfettamente fuori da questo tipo di agevolazione. E ancora, in concorso con la donna marocchina e l’uomo egiziano, il medico di Sabaudia formava falsi certificati medici finalizzati all’illecita regolarizzazione di cittadini extracomunitari, attestando falsamente la loro presenza sul territorio nazionale in epoca antecedente all’8 marzo 2021, ossia il termine previsto dal Decreto Rilancio per usufruire dell’emersione dal lavoro irregolare.

Insomma, uno scenario spregiudicato dove a rimetterci sarebbero stati anche alcuni indiani. Secondo il Gip Giuseppe Molfese, che firma l’ordinanza, il farmaco Delpagos, che ha una chiara azione psicotropa, riduce la fatica e il dolore, tanto più che tra i decessi occorsi ad alcuni braccianti indiani c’è stato anche quello di un uomo, paziente di Cuccurullo, e assuntore del medicinale per malati di cancro. È stato un arresto cardiocircolatorio a portarsi via Singh Harpal, giovane bracciante indiano in salute che lavorava nei campi a Sabaudia.

Quel che colpisce è la consapevolezza di Cuccurullo. Tra le conversazioni captate, il medico ammette chiaramente le finalità illecite della somministrazione del Delpagos: “Prendono quella roba per lavorare….hanno lasciato l’oppio, hanno preso un po’ questo, poi hanno lasciato…L’indiano che è morto se prendeva l’oppio no? E io c’ho dato il depalgos…dopo, però, siccome io gliene davo poco, non lo so che cazzo è successo…Che vuoi fa, non sempre indovino“.

Un ruolo importante dimostra averlo anche la donna marocchina. In più occasioni, infatti, riesce ad ottenere da Cuccurullo falsi certificati medici in favore di cittadini stranieri, permettendo a quest’ultimi di raggiungere i benefici della regolarizzazione (decreto legge n.34 del 19 maggio 2020).

E per eludere la normativa, Cuccurullo (il gip annota che ha un precedente ormai estinto sempre inerente a una falsificazione), senza conoscere né visitare i pazienti a lui indicati dalla EI Hail, redigeva certificati medici o prescrizioni farmacologiche con data antecedente l’8 marzo 2020, attestando indirettamente la loro presenza sul territorio nazionale in epoca precedente e garantendo l’acquisizione dei presupposti per ricevere permessi di soggiorno temporanei. La EI Hail, secondo il Gip, gestirebbe un vero e proprio mercato illecito (probabilmente economicamente fruttuoso: sembrerebbe mille euro a pratica) di certificazioni false che ottiene grazie alla disponibilità del Cuccurullo.

Cuccurullo: “Che fai domani?”
El Hail: “Organizzo così devo fare altri fogli… devi farli per me…per i ragazzi. Sto facendo pure altri doppi”.

LA VICENDA DEL PORNOATTORE

Come summenzionato, chi rischia di pagare per una vicenda del tutto collaterale è l’avvocato Luigi Pescuma, personaggio noto nella città di Latina e con il ruolo di vice-coordinatore in Fratelli d’Italia nel capoluogo pontino.

L’avvocato, difendendo Agnoletti, si reca con quest’ultimo presso lo studio medico di Cuccurullo. L’intenzione è quella di ottenere un certificato che possa far evitare il carcere al porno attore, destinatario di un cumulo di pena per cui avrebbe dovuto scontare in carcere un anno circa di reclusione.

Gli investigatori verificano che lo studio legale aveva presentato all’Ufficio esecuzioni della Procura la documentazione medica a firma del dottor Cuccurullo. È così che, prima, l’avvocato Pescuma, secondo gli inquirenti, risulta tutt’altro che inconsapevole di quanto accaduto, “al contrario, proprio presso lo studio medico ha offerto utili indicazioni al sanitario per la formazione di una certificazione medica completa rispetto alle finalità perseguite”. Ossia la tanto agognata misura alternativa alla detenzione.

AGNOLETTI: Dotto’ ci ricevi allora?
CUCCURULLO: sì, sì, dai
AGNOLETTI: grazie.
PESCUMA: salve
CUCCURULLO: salve.

Dopo uno scambio sull’uso della mascherina, nel quale Cuccurullo e Pescuma ricordano che c’è la legge a prescriverla, avvocato e dottore continuano il discorso sui bisogni di Agnoletti. E secondo gli inquirenti fabbricano il certificato utile ad Agnoletti

PESCUMA: Allora…
CUCCURULLO: a lui gli serve un certificato per giustificare periodo specifico oppure?
PESCUMA: no, una patologia
CUCCURULLO: sì…
PESCUMA: insomma una sua situazione incompatibile con il regime carcerario
CUCCURULLO: ah, quindi non un certificato tipo da….non gli serve di giustificare un periodo?
PESCUMA: no, no, no, una, una patologia tipo…
CUCCURULLO: c’ha una sindrome ansiosa depressiva reattiva
PESCUMA: eh….claustrofobia insomma non lo so, ste cose qua
CUCCURULLO: eh eh va bè quello è un sintomo…sindrome ansiosa che non lo rende compatibile con misure…
PESCUMA: deve emergere che è un fatto diciamo cronico non é un fatto di quel momento
CUCCURULLO: ah sì sì….e quello avevo chiesto, se gli serviva…
PESCUMA: un paziente che è da lungo tempo
AGNOLETTI: che poi è vero in parte…
PESCUMA Luigi: e che non si vede dagli occhi…
CUCCURULLO: seee dagli occhi, è maniaco
PESCUMA: questo con il cucchiaino…
AGNOLETTI: non esagerate…vi ho fatto conosce già avete…mannaggia… CUCCURULLO: allora…
AGNOLETTI: no, perché io, quando sono in metro…
PESCUMA: perché quelli potrebbero dire, non va bè, se è un fatto momentaneo magari pure perché ha avuto questa comunicazione, invece no deve mettere che da anni soffre di questa situazione e che è sotto cura da lei
CUCCURULLO: e il fatto di metterlo…con il regime
PESCUMA: no, lei non lo deve mettere
CUCCURULLO: meglio di no, meglio perché se no sembra ad hoc
PESCUMA: noi, lo rileviamo noi poi quando facciamo…l’istanza CUCCURULLO: eh
PESCUMA: questa insieme alle altre prescrizioni…
CUCCURULLO Sandro: è affetto…sindrome…
PESCUMA: importante è rimarcare la sindrome cronica che non è….
CUCCURULLO: lo possiamo pure colorare con… con che ne so disturbi del sonno e attacchi di panico eh?
PESCUMA: sì. sì
CUCCURULLO: allora lo facciamo… con disturbi caratterizzata dai poi, dopo lo facciamo.

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