OPERAZIONE “OTTOBRE ROSSO”: IN ARRESTO GIANLUCA TUMA

Operazione “Ottobre Rosso”: nuovi arresti da parte della Squadra Mobile di Latina, coinvolto Gianluca Tuma

Gli arresti scattati all’alba di stamani 2 novembre coinvolgono un pezzo da novanta del crimine pontino: Gianluca Tuma, condannato nel processo Don’t touch per intestazione fittizia di beni. Il pontino era considerato dagli investigatori nelle fasi di indagine dell’operazione “Don’t touch” al vertice del sodalizio del gruppo di Costantinto Cha Cha Di Silvio e i fratelli Travali. Successivamente, la sua posizione fu ridimensionata, pur subendo una confisca da oltre 3 milioni di suoi beni e società con tanto di prestanome. L’ordinanza di custodia cautelare è stata firmata dal Giudice per le indagini preliminari Giuseppe Cario su richiesta del Procuratore Capo Giuseppe De Falco e del sostituto Procuratore Antonio Sgarrella.

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Ad essere arrestati nell’operazione “Ottobre Rosso”, anche Stefano Mantovano, fratello dell’imprenditore Massimiliano Mantovano coinvolto nel caso degli appalti all’aeroporto di Ciampino (molto vicino a Gianluca Tuma) e il fratello di Tuma, Gino Grenga. Massimiliano Mantovano, indagato in Mafia Capitale, secondo le indagini dell’epoca risalenti a fatti del 2014, aveva ingaggiato Gianluca Tuma e Costantino Cha Cha Di Silvio (poi condannato a 12 anni per associazione per delinquere nel processo Don’t touch e tuttora indagato per associazione mafiosa in seguito all’operazione Reset) come belve di scorta in merito a un dissidio con un altro imprenditore. Nella MGM di Massimiliano Mantovano figurava, nell’ambito dell’inchiesta che vide coinvolto l’imprenditore, come dipendente/operaio Gianluca Tuma stesso.

Sono in corso sequestri per un valore di 500mila euro tra Latina, Terracina e San Felice Circeo in riferimento a 5 società attive nel settore della ristorazione, del valore di circa mezzo milione di euro.

I reati contestati sono estorsione e intestazione fittizia di beni. Il totale degli indagati ammonta a cinque persone: presenti, oltreché ai tre arrestati odierni, anche il 31enne Youssef Islam Fathy e il 69enne Youssef Fathy.

Youssef Islam Fathy era già citato, non indagato, negli atti d’inchiesta “Alba Pontina” come mandante di un’estorsione poi messa in pratica dal Clan Di Silvio. Youssef, gestore di un noto pub a Latina, “Le Streghe”, è stato anche ascoltato in sede di udienza del processo Alba Pontina (vedi link di seguito).

Padre e figlio, Youssef Islam Fathy e Youssef Fathy, si sono poi successivamente distaccati da Gianluca Tuma.

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In passato Tuma, nel mirino delle Forze dell’Ordine sin da età giovanissima, oltreché ad essere coinvolto in indagini per estorsioni, spaccio e altri reati, aveva provato a entrare nel mondo della grande distribuzione alimentare tramite un prestanome. Una vicenda che fa parte del secondo filone del processo Don’t touch.

Attraverso la società per azioni Cedil spa, secondo gli investigatori, Tuma avrebbe ambito all’ingresso nel giro delle cooperative bianche. Il marchio a cui Tuma rivolse lo sguardo era quello bolognese di Sigma. Sigma è un’azienda della grande distribuzione organizzata italiana, aderente a Confcooperative ossia una delle tre maggiori centrali cooperative d’Italia insieme a Legacoop e l’AGCI.

Gli arresti eseguiti nel 2015 con l’operazione Don’t Touch bloccarono l’ascesa nel mondo imprenditoriale. Oggi 2 novembre, un nuovo arresto.

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