Operazione Maitresse: tornano in libertà la professoressa e il marito, entrambi di Frosinone, arrestati per l’inchiesta sulle case date in affitto alle prostitute
Annullato l’arresto di Patrizia Caprara, 58enne, docente di Economia presso un Istituto Superiore Statale, reclusa da venti giorni a Rebibbia, e il marito Giuseppe Grandi, 60 anni, imprenditore nel settore agricolo, che si trovava ai domiciliari. Entrambi erano stati raggiunti dal provvedimento di custodia cautelare del gip di Latina Giuseppe Molfese, su richiesta del Procuratore Aggiunto della Procura della Repubblica di Latina Carlo Lasperanza, per favoreggiamento della prostituzione
Il Tribunale del Riesame di Roma ha accolto l’istanza presentata dall’avvocato dei due coniugi di Frosinone, Nicola Ottaviani. Marito e moglie avevano sempre respinto le accuse, sostenendo di non aver mai tratto vantaggio dal meretricio delle ragazze se non quello derivante dall’affitto, senza contare che hanno ribadito di aver affittato anche a normali vacanzieri. Un circostanza che contrastava con quanto, invece, perorato dalla Procura, in un’indagine iniziata a dicembre 2019, che aveva parlato di un vero e proprio “sistema rodato e spregiudicato di prostituzione che ha coinvolto centinaia di ragazze“.
I coniugi hanno sempre ribadito che, nonostante qualche sospetto potesse sopraggiungere, considerata l’avvenenza della ragazze in affitto in ville e appartamenti, molti dei quali a Terracina e Sabaudia, nessuno aveva mai approfondito cosa facessero dentro le case. Non c’era certezza del meretricio, senza contare che laddove vi fossero dubbi – questa è la tesi difensiva – non avrebbero neanche potuto intervenire per privacy: in sostanza, chiunque dentro casa sua può fare ciò che vuole e, inoltre, non è reato affittare a chi si prostituisce.
Per la Procura, al contrario, la donna offriva un servizio completo di ricezione delle prostitute, mettendole in contatto con tassisti irregolari alle sue dipendenze (uno di essi, originario di Fondi, è tra gli indagati) e factotum per ogni esigenza, il tutto affinché fossero nascoste in casa a prostituirsi evitando di uscire anche solo per fare la spesa, la qual cosa avrebbe potuto destare sospetti ed essere oggetto di eventuale segnalazione alle Forze dell’Ordine.
Il favoreggiamento della prostituzione, per gli inquirenti, non era occasionale ma abituale e reiterato. La “Maitresse” aveva maturato una certa affidabilità potendo garantire alle ragazze appartamenti che in virtù della sua esperienza, presentassero le caratteristiche ottimali per ricevere il maggior numero di clienti in ambienti riservati, attrezzati come residence di livello.
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