Inchiesta Omnia 2: chiuse le indagini dalla Procura di Latina, 29 gli avvisi di garanzia recapitati ad altrettanti indagati. Spunta il favoreggiamento della prostituzione
Il sostituto procuratore della Procura di Latina Valerio De Luca ha concluso le indagini sul cimitero di Sezze, in merito al mercimonio di loculi consumato dall’ex custode di Via Bassiano Fausto Castaldi con l’ausilio dell’ex responsabile del Comune “Servizi e Territorio” Maurizio Panfilio.
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I reati di cui dovranno rispondere, a vario titolo, gli indagati, riguardano imputazioni per: corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, in concorso e continuato; induzione indebita a dare o promettere utilità; distruzione, soppressione o sottrazione di cadavere, in concorso e continuato; peculato continuato; concussione in concorso; tentativo di minaccia o violenza in concorso per costringere a commettere un reato; esecuzione di lavori in assenza del titolo abilitativo e in violazione del regolamento di polizia mortuaria.
L’indagine, iniziata nel febbraio del 2019, dapprima dalla Procura di Roma che indagava Castaldi per ipotesi di favoreggiamento della prostituzione minorile e in seguito dalla Procura pontina, in base alle attività investigative dei Carabinieri del Comando Provinciale di Latina, ha messo in luce la corresponsione di denaro conseguite dal custode del cimitero di Sezze, che induceva i privati a versare somme di denaro per assicurare una sepoltura ai propri cari, avvalendosi a tal fine del contributo determinante di un funzionario del medesimo Comune, ossia Panfilio, deputato ad emettere la prevista determina di assegnazione dei loculi o delle tombe, a sepoltura già realizzata.
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Tra gli episodi evidenziati dall’inchiesta vi è Il pagamento di ingenti importi di denaro da parte di imprese interessate ad ottenere dal custode la realizzazione di lavori edilizi e di decorazione delle tombe già spettanti ad una società partecipata dal Comune, ossia la Spl; la traslazione delle salme che venivano mischiate ai resti di altre tombe, disposte dal custode per consentire la costruzione di nuove tombe da cedere ai cittadini di Sezze; la rivendita dei fiori utilizzati, il giorno precedente per altre cerimonie funebri, e della legna potata nel cimitero dal custode e dal figlio; le minacce nei confronti di coloro che avevano manifestato il desiderio di ristrutturare la propria tomba di famiglia attraverso ditte edili esterne; infine, le responsabilità di tre degli indagati – Castaldi, l’ex Comandante della Stazione dei Carabinieri di Sezze Mattia Benvenuto e l’ex consigliere comunale Antonio Piccolo – che, nel febbraio del 2018, avevano costretto un operaio di Sezze a rimettere una querela sporta nei confronti del custode del cimitero dopo aver subito da lui uno schiaffo e il conseguente danno derivato da esso.
Ad aver ricevuto l’avviso di conclusione indagine, per cui i soggetti coinvolti avranno venti giorni di tempo per presentare una memoria scritta o chiedere di essere interrogati dagli inquirenti, sono in tutto 29 persone. Si tratta degli undici destinatari di misura cautelare emessa lo scorso 18 marzo, poi attenuata in sede di Riesame: Fausto Castaldi (classe ’56) e il figlio titolare di un’impresa edile Antonio (classe ’80). E poi, il dipendente comunale dell’Ufficio Tecnico Maurizio Panfilio (in pensione, classe ’52), i titolari delle agenzie funebri Gianni (classe ’69) e Giusino Cerilli (classe ’57), Alfredo De Angelis (classe ’61), Fausto Perciballe (classe ’65) e Gianluca Ciarlo (classe ’72). E ancora i marmisti Francesco (classe ’74) e Antonio Fanella (classe ’72), più l’imprenditore di Santa Maria Capua Vetere Andrea Redi (classe ’67).
A ricevere l’avviso conclusione indagine anche Antonio Piccolo (ex consigliere comunale), Angelo Tomei (finanziere), Amerigo Francesco Ficaccio, Antonio Di Prospero (ex vice sindaco di Sezze), Giuseppe “Pino” Reginaldi, Paolo Rosella (vigile urbano), Giulia Mastrantoni, Mattia Benvenuto (ex Comandante dei Carabinieri a Sezze), Adelfo Nardecchia, Luigi Tasciotti, Antonio Perciballe, Antonio Feudo, Alberto Testa, Massimo Tomei, Angelo Tomei (finanziere), Maria Letizia Pozzi, Loredana Maria Margani e Daniela Cocco.
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Tuttavia, ad aggiungersi alle contestazioni in seno alla conclusione indagine del pm Valeria De Luca, c’è anche un’altra risultanza, il cui esito che non era affatto scontato.
A Castaldi, infatti, viene attribuita anche l’ipotesi di reato di favoreggiamento della prostituzione, poiché in più occasioni, in esecuzione di un medesimo disegno criminoso, avrebbe agevolato la prostituzione di una donna, organizzandole incontri sessuali con uomini (tra cui un indagato destinatario dell’avviso di conclusione indagine) presso la sua abitazione nella casa cimiteriale che le lasciava a disposizione. La donna sarebbe stata retribuita con somme tra i 30 e i 50 euro e per di più, da ciò che emerge dalla attività investigative, la stessa sarebbe stata legata a colui che era stato ritenuto, nella prima fase delle indagini, come il procacciatore di prostitute di origine rumena: si tratta di Francesco Anelli di Latina, latitante in Germania, e destinatario di un provvedimento di arresto per un’altra indagine denominata Crazy Cars e condotta dalla Squadra Mobile di Latina.