OMICIDIO GIUROIU: “DOPO L’UCCISIONE, ANDAMMO IN PIZZERIA”. LE DUE TESTIMONIANZE PIENE DI “NON RICORDO”

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Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali (foto da Facebook)

Omicidio Giuroiu: è ripreso il dibattimento che vede sul banco degli imputati i fratelli Angelo e Salvatore Travali

È ripreso il processo – davanti alla Corte d’Assise del Tribunale di Latina presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, a latere il Giudice Fabio Velarsi, più la giuria popolare – sull’omicidio del rumeno Nicolas Adrian Giuroiu avvenuto il pomeriggio dell’8 marzo 2014 in via Macchiagrande, a Borgo Sabotino, per cui sono stati condannati con sentenza passata in giudicato Mirko e Manuel Ranieri e Ionut Ginca.

Ad essere ascoltati oggi, in aula, l’ex compagna albanese di Manuel Ranieri al momento dell’omicidio del rumeno Giuroiu e il 29enne di Latina, Michele Petillo, giovane pusher dato dai verbali dei collaboratori di giustizia alle dipendenze dei Travali e di Renato Pugliese (è lo stesso collaboratore di giustizia ad averlo dichiarato a più riprese anche nel corso di udienze di altri processi), successivamente finito tra gli arrestati nella maxi indagine sul clan di Romolo Di Silvio denominata “Scarface“ per cui è attualmente a processo col rito abbreviato a Roma. Avrebbe dovuto essere ascoltato, come testimone, anche il collaboratore di giustizia Agostino Riccardo il quale, però, per via di un permesso premio, non era presente nel carcere da dove avrebbe dovuto deporre.

A sedere sul banco degli imputati nel procedimento in corso, come noto, ci sono Angelo e Salvatore Travali che devono rispondere di omicidio con l’aggravante per mafiosa. Come noto, il processo è una branca di quello più complessivo scaturito dall’indagine denominata “Reset” la cui prossima udienza è stata fissata il l’11 novembre e che contesta l’associazione mafiosa al cosiddetto clan Travali.

Nell’udienza che si è svolta il 13 settembre scorso, è stato esaminato dal Pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Corrado Fasanelli, e contro-esaminato dal collegio difensivo, come testimone, l’altro collaboratore di giustizia, Renato Pugliese. L’ex affiliato ai clan Travali e Di Silvio ha confermato il coinvolgimento dei fratelli Travali, in particolar modo Angelo detto Palletta, nell’ammazzamento del giovane rumeno. Che qualcuno degli affiliati, in questo caso i Ranieri, sparasse per regolare i conti significava avere status criminale e questo, sia secondo l’accusa, che secondo quanto detto da Pugliese il mese scorso, era l’obiettivo di Angelo Travali: accreditarsi nel mondo della mala non solo come trafficante di droga ma anche come sanguinario spietato (leggi link di seguito). Questa è in sostanza e da sempre la tesi di inquirenti della DDA di Roma e investigatori della Squadra Mobile di Latina, confermata dalle dichiarazioni di Pugliese.

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Il movente dell’omicidio, infatti, così come stabilito dalla sentenza definitiva, è che Giuroriu è stato ammazzato perché sfruttava due ragazze, facendole prostituite, legate l’una a Ginca e l’altra a uno dei due fratelli Ranieri, Manuel. Per tale ragione il rumeno fu ucciso e i fratelli Travali, secondo la DDA, aiutarono nell’impresa omicida i tre condannati per rafforzare sul territorio la loro forza intimidatoria. Peraltro i Ranieri, sempre secondo gli organi investigativi, erano affiliati al clan Travali tanto è che Manuel Ranieri è imputato nel processo Reset.

E proprio l’ex ragazza albanese di Ranieri è stata esaminata oggi, 21 ottobre, dal Pm della DDA, Corrado Fasanelli, e successivamente contro-esaminata dal collegio difensivo composto dagli avvocati Vitelli, Montini e Irace. La giovane albanese, multata per non essersi presentata per due volte al processo sull’omicidio, ha confermato di aver conosciuto Manuel Ranieri tramite Florentina, ossia la donna rumena che si trovava in una casa famiglia a Borgo Sabotino e legata sentimentalmente ad Adrian Ginca: in poche parole, la persona per cui quest’ultimo e i Ranieri decisero di far fuori Giuroiu che avrebbe voluto continuare a farla prostituire.

La donna di origine albanese ha spiegato che all’epoca viveva a Borgo Sabotino anche lei, insieme al padre del suo bambino. “Non conoscevo Giuroiu e non l’ho mai visto“, ha detto in aula la donna, confermato però di aver avuto all’epoca un un flirt con Manuel Ranieri: “Non proprio un fidanzato”.

“Dopo l’omicidio e l’arresto però, non abbiamo avuto più rapporti. Giuroiu voleva far prostituire questa ragazza e per questo lei andò in una casa famiglia. Poi quando la ragazza compì 18 anni andò a Roma, uscendo dalla casa famiglia”. È in quel momento che la ragazza rumena fece da tramite per Giuroiu e proposero alla ragazza albanese di vedersi a Borgo Sabotino, con il probabile intento di avviarla alla prostituzione: “Ma io non mi presentai all’appuntamento“. Fu lì che, dopo aver saputo che sarebbero venuti a Borgo Sabotino Giuroiu e la ragazza rumena, i Ranieri e Ginca – e, secondo l’accusa, con la complicità dei Travali -, architettarono l’omicidio del rumeno con tanto di speronamento.

“Quando dissi che sarebbero venuti a Latina – ha spiegato la ragazza rumeno – c’era anche Manuel Ranieri. Ginca e Ranieri mi dissero di non preoccuparmi che se sa la sarebbero vista loro. Il giorno dell’omicidio incontrai Ginca, Manuel e Mirko Ranieri. Non ricordo si fosse parlato di soldi. Volevo aiutare Florentina che aveva un bambino. Manuel mi disse di andare via con un uomo e così feci, salii su una station wagon”. L’uomo che rimane oscuro sarebbe Graziano Grazioli, a cui è stato contestato il reato di occultamento di cadavere in concorso con i Travali nell’ambito di un altro procedimento penale. Eppure la testimone non ha ricordato chi fosse né ha mai saputo il suo nome: è una testimonianza, la sua, la sua infarcita di “non ricordo”, tanto è che nel corso della testimonianza, il Pm Fasanelli le ha contestato parecchie discrasie tra ciò che è stato detto oggi e ciò che lei stessa riferì nelle escussioni operate dalla Squadra Mobile per tre volte, dopo l’omicidio, a marzo 2014.

Eppure, la testimone, pur tra tante amnesie, ha spiegato di essersi recato vicino al luogo dell’omicidio insieme al suo accompagnatore misterioso, a cui era stata affidata dal suo “ragazzo” Manuel Ranieri. “Ci siamo accostati vicino a un caseggiato non lontano dal luogo dello speronamento e dell’omicidio. E abbiamo sentito un botto, tipo incidente. Loro volevano bloccare la strada per fermare Giuroiu. Dopo il botto sentimmo degli spari, ma volevo andare via“.

Dopo l’uccisione di Giuroiu, la giovane albanese vide a Borgo Sabotino i Ranieri e Ginca, insieme a Florentina che, venuta da Roma con Giuroiu, se l’era visto uccidere davanti ai suoi occhi. In seguito, la testimone odierna, con l’accompagnatore misterioso, andarono insieme al gruppo omicida in un terreno in campagna. La testimone non ricorda, ma si tratta del campo a Olmobello dove fu seppellito in una vasca l’ormai giustiziato Giuroiu.

“Siamo arrivati a un campo e Manuel mi disse di stare con il mio accompagnatore e Florentina, siamo stati lì circa un’ora. Poi sono tornati e siamo saliti in macchina con Manuel e Adrian Ginca e siamo andati a mangiare la pizza. Nel tragitto erano nervosi e Florentina era spaventata. In pizzeria in disparte non mi ha raccontato niente e io le ho chiesto cosa fosse successo. Poi siamo andati a un bar e sono tornata a casa intorno alle 11. Domenica mattina mi ritrovai la Polizia a casa e mi interrogarono per 2 o 3 ore. Manuel dopo mi disse di stare tranquilla ma nessuno mi disse niente. Io non sapevo niente di ciò che avevano fatto. La Polizia mi venne a prendere a casa per farsi dire dove stava il terreno in campagna“.

In realtà, a sommarie informazioni, le ricorda il Pm Fasanelli, la donna albanese aveva confermato dettagli dell’omicidio, come rivela la dichiarazione resa il 15 marzo 2014. Al che corretta dal Pubblico Minstero, la giovane albanese ha risposto che solo successivamente seppe da Florentina dello speronamento, della pistola con cui Giuroiu sparò il primo colpo e del conseguente omicidio.

Tuttavia la testimonianza rimane piena di dimenticanze. “Non avevo mai visto Giuroiu, l’ho visto solo sul giornale. Non ricordo né Angelo e Salvatore Travali, li ho visti su Internet”. Sul punto, il Pm Fasanelli ha nuovamente contestato la testimone poiché, nel 2014, riconobbe in foto i due fratelli Travali. “Non ricordo di aver firmato il verbale della Polizia con il riconoscimento dei Travali. Le firme però sono mie ma non ricordo di aver firmato il verbale di riconoscimento. Non ricordo di un amico con una smart bianca (nda: sarebbe quella di Angelo Travali che, secondo la DDA, avrebbe scortato i killer col fratello Salvatore)”.

La testimone, peraltro, oggi, non ricordava neanche che Manuel, all’epoca, pagava l’affitto di una casa popolare, nei pressi del cimitero di Latina, ad Angelo Travali per aiutare Ginca e Florentina, in quel periodo fidanzati. Non ricordava neanche di essere stata presente a un colloquio tra Manuel Ranieri e i fratelli Travali, così come aveva spiegato all’epoca delle sommarie informazioni.

Conclusa la testimonianza della donna, è stato esaminato Petillo, giovane già condannato per spaccio nel 2016. “Conosco sia Angelo Travali che Renato Pugliese, ma dal 2015”. Il giovane ha risposto alle domande del Pm, negando praticamente tutto. Nel 2014 (anno dell’omicidio Giuroiu), ha detto che non conosceva né Travali né Renato Pugliese, né ha ha mai fatto affari con la droga tramite Pugliese.

In sostanza, al Pm Fasanelli interessava sapere se ci fossero stati rapporti per lo spaccio poiché Pugliese, che ha sempre indicato Petillo come un pusher alle sue dipendenze, ha specificato che fu proprio il medesimo Petillo a riferirgli del coinvolgimento dei Travali nell’omicidio Giuroiu. Ma il testimone ha negato: “Nel 2014 conoscevo solo di vista Pugliese. Non conosco di persona Manuel Ranieri. Personalmente non conosco i Travali, ma solo di vista e mai svolto attività di spaccio per loro“.

Al che, vistosi calare una gragnola di dinieghi, il Pm Fasanelli ha chiuso il suo esame chiarendo che: “Il teste non può rispondere“. Alla fine, l’avvocato Vitelli, che difende i Travali, ha chiesto trasmissione degli atti in Procura per la presunta falsa testimonianza di Pugliese, in quanto le smentite di Petillo cozzano con la versione del figlio di Costantino “Cha Cha” Di Silvio”.

Nella prossima udienza, fissata per il 6 dicembre, verranno ascoltati Agostino Riccardo e possibilmente, Adrian Ginca, condannato per l’omicidio Giuroiu e la cui testimonianza dipenderà dall’ordine europeo di indagine emesso nei suoi confronti in quanto, al momento, si trova recluso in un carcere rumeno.

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