Fissata l’udienza preliminare per Giuseppe Molinaro, l’appuntato dei carabinieri accusato dell’omicidio del direttore dell’Hotel Nuova Suio di Castelforte Giovanni Fidaleo e del ferimento della ex compagna Miriam Mignano
È stata fissata il prossimo 12 febbraio l’udienza preliminare davanti al Gup del Tribunale di Cassino, Massimo Lo Mastro, per Giuseppe Molinaro, accusato dell’omicidio di Giovanni Fidaleo e del tentato omicidio dell’ex compagna, Miriam Mignan. Molinaro è difeso dall’avvocato Giampiero Guarriello.
A inizio gennaio, era pervenuto l’avviso di conclusione indagini per Giuseppe Molinaro, 58 anni, che si trova nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. L’uomo, secondo il sostituto procuratore di Cassino, Chiara D’Orefice, che ha condotto le indagini, deve rispondere di omicidio volontario, tentato omicidio e anche del furto del telefono della donna, Miriam Mignano, e dello stalking di cui si sarebbe reso protagonista non accettando la conclusione della sua relazione.
In un primo momento, la difesa dell’ex brigadiere valutava l’ipotesi di chiedere il rito abbreviato condizionato allo svolgimento di una perizia psichiatrica. Il 12 febbraio, sarà più chiaro quale sarà la strategia difensiva e forse già in quella si saprà se Molinaro verrà rinviato a giudizio o meno.
A settembre, la Corte di Cassazione di Roma aveva respinto il ricorso contro la pronuncia del Riesame di Roma presentato dall’ex Carabiniere. Giuseppe Molinaro, come noto, lo scorso 7 marzo, ha fatto fuoco dentro la hall dell’albergo “Nuova Suio Terme” uccidendo il direttore dell’albergo, Giovanni Fidaleo, e ferito gravemente l’ex compagna Miriam Mignano.
Nei mesi scorsi, gli avvocati Giampiero Guarriello e Paolo Maria Napoli avevano chiesto la modifica della seconda ordinanza di custodia cautelare in carcere notificata dal Gip del Tribunale di Cassino, Alessandra Casinelli. Il Riesame di Napoli si era dichiarato non competente a decidere a causa del trasferimento degli atti dell’inchiesta da Santa Maria Capua Vetere a Cassino.
Per tale ragione, i legali del Carabiniere 58enne originario di Teano avevano rinnovato la richiesta di beneficiare dell’attenuazione della misura cautelare in considerazione del quadro clinico dell’omicida che si è recentemente sottoposto a un intervento chirurgico e si trova in cura da una psicologa da circa tre anni. Secondo i legali, l’uomo, al momento dell’omicidio, non era capace di intendere e di volere.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, Molinaro si era recato a bordo della propria autovettura presso l’Hotel Nuova Suio, sito a Castelforte, in località Suio, dove aveva mortalmente attinto con 4 colpi d’arma da fuoco (di cui 3 tra addome e torace e 1 sulla mascella destra), Giovanni Fidaleo, gestore della citata struttura alberghiera, nonché gravemente ferito con 2 colpi d’arma da fuoco (di cui 1 all’addome e 1 all’altezza del seno sinistro) Miriam Mignano, dipendente di un’azienda privata (nda: la Italpol).
Il movente del gesto è da ricondurre alla gelosia nutrita dal militare nei confronti della donna, con la quale Molinaro ha avuto una relazione sentimentale, successivamente terminata. L’uomo, secondo la sua versione fornita nel corso dell’interrogatorio avvenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, sarebbe arrivato nella struttura alberghiera per un incontro chiarificatore con l’ex compagna e soprattutto riguardo alla nuova presunta relazione con Fidaleo. Al che, dopo essersi visto nel parcheggio dell’hotel, in quel periodo chiuso, Molinaro e Mignano si sarebbero avviati verso la hall dell’hotel dove è arrivato Fidaleo. Qui, le cose diventano poco chiare: è probabile che sia nato un diverbio da cui è scaturita la reazione furente dell’appuntato dei Carabinieri con gli spari, l’uccisione del direttore d’albergo e il ferimento di Miram Mignano.
Ad ogni modo, all’esito degli accertamenti tecnici effettuati sul posto, sono stati sottoposti a sequestro i locali dell’albergo per i successivi rilievi specialistici da parte del RIS di Roma (balistica), la pistola d’ordinanza e l’autovettura (Ford Focus) del militare, 7 bossoli esplosi cal. 9 PB, 3 frammenti di ogive, 1 spranga di alluminio, varie tracce di natura ematica, 1 dvr del sistema di video sorveglianza della struttura ricettiva verosimilmente non funzionante, 3 telefoni cellulari (di cui 1 appartenente a persona informata sui fatti).
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