OMICIDIO DI BORGO MONTELLO: PROCESSATO CON LA BANDA ANCHE IL LATITANTE ARRESTATO A SETTEMBRE

/
singh jaseer
Singh Jaseer, il 29enne ucciso a Borgo Montello in seguito alle bastonate subite

Omicidio di Sumal Jaghsheer a Borgo Montello: prosegue il processo a carico dei nove arrestati dalla Squadra Mobile di Latina

Continua il processo davanti alla Corte presieduta dal Giudice Gian Luca Soana, che ha sostituito il magistrato Francesco Valentini, ora alla Corte d’Appello di Napoli. Presente anche il giudice a latere Simona Sergio e la giuria popolare chiamata in causa perché al centro del procedimento c’è un omicidio.

Sul banco degli imputati colui che è considerato il capo della banda Singh Jiwan e Singh DevenderSingh RanjitSohal Gurvinder SinghSingh Harmandeep e Singh Surjit. A loro si è unita, quest’oggi, anche la posizione di Singh Harender, assistito dall’avvocato Roma, uno dei tre latitanti arrestati a settembre, su impulso della Squadra Mobile di Latina, dalla Polizia di Frontiera di Milano Malpensa che lo ha fermato all’aeroporto meneghino per eseguire l’ordinanza di applicazione della misura cautelare della custodia in carcere.

L’uomo, al pari degli altri imputati, pur avendo negato qualsiasi suo coinvolgimento, è accusato, di omicidio, porto illegale di pistola e lesioni personali aggravate.

Un processo difficile che deve fare luce sulla mattanza di Via Monfalcone datata 30 ottobre 2021 quando la banda di indiani fece irruzione all’interno dell’abitazione di un loro connazionale dove si tenevano dei festeggiamenti e, armati di pistola e mazze di ferro, aggredirono i presenti causando la morte di Sumal Jagsheer e il ferimento di altri uomini sempre di nazionalità indiana.

Una delle porte sfondate all'ex podere Piciacchia dove sabato 30 ottobre si è consumato l'omicidio di jaseer Singh
Una delle porte sfondate all’ex podere Piciacchia dove sabato 30 ottobre si è consumato l’omicidio di Jaseer Singh

Nella prima udienza, a luglio, oltreché ai sei imputati (mancava ancora Harinder, arrestato due mesi dopo), due dei quali video-collegati dal carcere di Frosinone, c’erano le parti offese (non tutte presenti) che hanno disposto la loro costituzione di parte civile accolta dalla Corte. Si tratta dei congiunti del 29enne Sumal Jagsheer, pestato e ridotto alla morte nel podere di Borgo Montello, a due passi dalla discarica. Le parti civili sono difese dall’avvocato Simone Rinaldi. Il collegio difensivo degli imputati è composto dagli avvocati Coronella, Righi, Farau, Ercolani e Palmieri.

A rendere complicato il dibattimento c’è anche un altro particolare: sia gli imputati che alcuni dei testimoni hanno bisogno degli interpreti, nominati dal Tribunale. Un particolare non di poco conto perché tutto ciò che si dice in aula viene mediato da un traduttore. Ad ogni modo, sono stati già ascoltati sei testimoni dell’accusa che hanno ricostruito la sera in cui la vittima fu pestato e ridotto alla morte nell’ex podere “Piciacchia” a Borgo Montello. Erano circa 35 gli uomini della banda, dichiarò il primo dei testimoni e, alla festa del 30 ottobre 2021, iniziata alle 16 del pomeriggio, c’erano 50 persone prima della furia.

Oggi, 25 novembre, invece, il processo è andato avanti con altri tre testimoni dell’accusa – rappresentata in aula dal Pubblico Ministero Marco Giancristofaro – tutti della comunità indiana, che hanno confermato il quadro delle investigazioni, con l’eccezione di uno di loro che ha aggiunto di essere stato minacciato per non deporre. Inoltre è stato esaminato come testimone anche il medico legale Gianluca Marella che ha eseguito l’esame autoptico sul corpo di Sumal Jagsheer spiegando che l’uomo è stato colpito 17 volte in testa con i bastoni e le spranghe utilizzati dalla banda. E a nulla è valso il disperato tentativo di difendersi da parte di Sumal che ha provato a coprire testa e corpo con le mani.

Prima dell’esame dei testimoni, per via del fatto che il collegio era mutato con la sostituzione del Presidente, l’avvocato Coronella e tutto collegio difensivo hanno chiesto che fossero riascoltati tutti i testimoni già precedentemente esaminati. Una richiesta che dopo venti minuti di riserva è stata bocciata dal collegio del Tribunale poiché il cambiamento era noto come da decreto del Presidente del Tribunale e, in ogni caso, l’avvocato Coronella aveva già inserito i testi già escussi il cui nuovo esame sarebbe superfluo.

Inoltre, respinto dal collegio anche la possibilità che l’incidente probatorio del 4 ottobre, che ha cristallizzato alcune prove e ascoltato un testimone chiave, sia utilizzato per gli imputati se non per Harinder, arrestato a settembre e il cui avvocato erano l’unico difensore presente.

Presenti in Aula, quest’oggi, tutti gli imputati ristretti nella camera di sicurezza con un discreto spiegamento di agenti della polizia penitenziaria. Nonostante sia un processo che non ha i riflessi mediatici del caso Soumahoro, rimane pur sempre un procedimento grave per un omicidio efferato e per il quale la tensione, all’interno della comunità indiana, è palpabile anche a distanza di oltre un anno dai fatti terribili di Strada Monfalcone.

La prossima udienza è stata fissata per il 22 dicembre.

I FATTI RICOSTRUITI DALL’INDAGINE – Gi arresti scattarono ad aprile scorso su disposizione della Procura Della Repubblica di Latina. La Squadra Mobile diede esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Latina nei confronti di nove persone gravemente indiziate, a vario titolo, di reati ai reati di omicidio volontario, porto illegale di pistola, lesioni personali aggravate e rapina aggravata.

L’ordinanza fu l’epilogo di una attività di indagine che aveva avuto origine a seguito della violenta aggressione perpetrata il 30 ottobre 2021, quando la banda di indiani fece irruzione all’interno dell’abitazione di un loro connazionale dove si tenevano dei festeggiamenti e, armati di pistola e mazze di ferro, aggredirono i presenti causando la morte di Sumal Jagsheer e il ferimento di altri uomini sempre di nazionalità indiana.

Nell’immediatezza dei fatti, fu sottoposto a fermo Singh Jiwan ritenuto appunto responsabile per l’omicidio Jagsheer, deceduto quella notte a seguito dell’aggressione posta in essere in Strada Monfalcone. Le successive indagini coordinate dalla Procura di Latina e condotte dalla Squadra Mobile, attraverso l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di ricostruire la dinamica degli eventi occorsi e ricondurre la commissione dei fatti ad un gruppo di cittadini indiani, capeggiato da Singh Jiwan, che con violenza e minaccia, secondo l’accusa, aveva compiuto la spedizione punitiva.

Secondo inquirenti e investigatori, emerge come l’azione sia stata preordinata per punire alcune delle persone presenti ai festeggiamenti, ritenuti colpevoli di essersi allontanate dal sodalizio, oltre che per incutere timore e paura nei confronti di esercenti commerciali, sempre appartenenti alla comunità indiana.

Al riguardo, la misura cautelare fu disposta anche per una rapina commessa lo scorso 2 ottobre 2021 ai danni di un esercente commerciale, di nazionalità indiana, a cui è stata sottratta la somma contante di 3500 euro.

Oltreché a Singh Jiwan, furono destinatari della misura cautelare il 38enne Singh Gurpinder ad oggi latitante; il 40enne Singh Devender detto “Binda”, già ristretto nel carcere di Velletri; Singh Ranjit (41 anni) detto “Mika”, anche lui in carcere a Velletri; Singh Parampal (32 anni) detto “Bhuryal” e “Pureval”, ad oggi latitante; Sohal Gurvinder Singh (33 anni) detto “Harry”, già ristretto nel carcere di Rebibbia; Singh Harmandeep (38 anni); Singh Surjit (36 anni) detto “Sunny” e Singh Harinder (32 anni). Risultava indagata a piede libero anche la 35enne Mandeep Kaur, compagna di Singhi Jiwan.

Leggi anche:
OMICIDIO DI BORGO MONTELLO: ECCO LA BANDA DELLA MATTANZA DI STRADA MONFALCONE

Singh Jiwan detto “Gighen”, Singh Rajit e Singh Devender sono stati condannati a fine giugno per episodi di rapine e violenze tra Latina e Aprilia. Circostanze emerse grazie a un’altra indagine dei Carabinieri.

Articolo precedente

CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE: UN PANCHINA ROSSA AL SAN VALENTINO DI CISTERNA

Articolo successivo

SABAUDIA DICE STOP ALLA VIOLENZA DI GENERE

Ultime da Giudiziaria