Omicidio Bondanese: concluse le indagini a carico dei minorenni accusati di aver aggredito il 17enne di Formia il 16 febbraio 2021
Il pubblico ministero della Procura per i minorenni di Roma, Maria Perna, ha notificato gli avvisi di garanzia nei confronti dei 5 indagati minorenni coinvolti nell’aggressione che portò alla morte di Romeo Bondanese vicino al Mc Donald’s di via Vitruvio.
Uno degli accusati, il 17enne originario di Casapulla (Caserta), Camillo B., è accusato di omicidio. Gli altri quattro, destinatari dell’avviso di conclusione indagini, dovranno rispondere per la rissa che si scatenò in quel maledetto Martedì Grasso.
Gli avvisi di garanzia, come noto, sono il preludio alla richiesta di rinvio a giudizio per una vicenda che ha scosso tutta la città di Formia e la provincia di Latina. Gli indagati avranno ora il tempo di presentare una memoria o chiedere di essere interrogati dagli inquirenti. A difendere gli accusati ci sono gli avvocati Luigi Tecchia, Giuseppe Biondi, Gianluca Giordano, Vincenzo Macari, Carmela Ferraro e Massimo Grillo.
Secondo la Procura di Cassino, il 17enne di Casapulla avrebbe ucciso Romeo con un coltello che gli recise l’arteria femorale. Il minorenne, però, dovrà rispondere anche della detenzione dell’arma e del tentato omicidio del cugino della vittima indagato, a sua volta, e destinatario dell’avviso di garanzia per il reato di rissa.
Gli altri tre minorenni accusati del medesimo reato di rissa sono originari tutti della provincia di Caserta: Portico di Caserta, Recale e sempre Casapulla. Si tratta di G. M., 17 anni, N.P, 17enne e N.C., diventato maggiorenne a settembre scorso, difesi rispettivamente dagli avvocati Gianluca Giordano, Carmela Ferraro e Massimo Grillo. Indagato anche il familiare della vittima residente proprio a Formia.
Secondo gli investigatori e la ricostruzione della Procura, per una banale lite le due comitive di ragazzi, che comprendevano rispettivamente Romeo Bondanese e il 17enne di Casapulla, iniziarono a litigare per futili motivi (un nome pronunciato a sproposito). A venire alle mani sarebbero stati i due ragazzi, ai quali e poi si aggiunsero i rispettivi amici (il gruppo casertano e il cugino di Romeo). È a quel punto che spuntò fuori il coltello svizzero risultato fatale per Romeo e che quasi uccise il cugino Osvaldo.