NUOVO DPCM: NATALE E CAPODANNO NEL COMUNE DI RESIDENZA. ECCO LE MISURE

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Natale e Capodanno “blindati” dentro i confini comunali e, dal 21 dicembre al 6 gennaio, blocco degli spostamenti tra le Regioni e divieto di raggiungere le seconde case

Il decreto legge Covid, firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che entrerà in vigore domani 4 dicembre fino forse a 50 giorni dopo, conferma il giro di vite del governo sulle festività, per evitare una possibile terza ondata. Il 24 e 25 dicembre e il primo gennaio non si potrà uscire dal proprio comune. Sulle persone da ospitare a cena o a pranzo a casa non arriveranno regole e divieti, ma raccomandazioni e l’invito a evitare di stare con persone non conviventi. In tutto il periodo, compreso il Natale, resterà il coprifuoco dalle 22 e l’apertura dei negozi fino alle 21. La messa di natale dovrebbe essere anticipata alle 20. 

Nei giorni immediatamente precedenti il Natale, forse il 21, dovrebbe entrare in vigore la “zona gialla rafforzata” per evitare che le festività natalizie facciano salire la curva del contagio. Il presupposto di partenza è il probabile passaggio in zona gialla di tutte (o quasi) le Regioni nelle prossime settimane, con possibile discesa sotto 1 dell’indice RT di trasmissione del virus. Attese per la prossima domenica le nuove ordinanze del Ministro della Sanità che dovrebbero convertire molte Regione in zona gialla.

Previsto, dal prossimo dpcm, lo stop alle lezioni in presenza alle superiori fino al 7 gennaio, quando dovrebbero tornare in classe tutti gli studenti. Nello stesso giorno, dovrebbero riaprire gli impianti di sci.

Tra oggi e domani, è prevista l’interlocuzione tra Regione e Governo e non mancheranno frizioni e polemiche, così come ci sono state all’interno del Consiglio dei Ministri. A rischio beghe ci sono le decisioni di far chiudere i ristoranti degli alberghi la notte del 31 dicembre o le deroghe alla quarantena per chi rientri dall’estero, su cui si è dibattuto a lungo in Cdm. Così come si è parlato della possibilità di impugnare la legge della Valle D’Aosta che è in contrasto con il dpcm sulle norme anti contagio.

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