NUOVO BLITZ NEL COVO-BUNKER DI ANTONIO BARDELLINO

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Un investigatore, vestito con l'adeguata tuta, presente oggi, 7 settembre, nel villino che nasconde il bunker di Antonio Bardellino

Inchiesta Bardellino: nuovo blitz della Polizia Scientifica nella casa di Via dei Pini 7, dove è stato ritrovato il covo-bunker

Non è finita ovviamente l’inchiesta sulla esistenza di Antonio Bardellino, il boss fondatore del Clan dei Casalesi, il cui nome è tornato con forza all’attenzione della cronaca dalla scorso 26 luglio quando, nel corso di un’operazione, a cui hanno collaborato Polizia di Stato (Squadra Mobile di Latina e Commissariato di Gaeta), Carabinieri (Nucleo Investigativo di Latina e Compagnia di Formia), Ros e Dia, sono emersi inquietanti particolari sull’appartamento al cui interno è celato un bunker che, secondo gli inquirenti, è stato utilizzato negli anni dall’uomo che, in teoria, sarebbe morto nel 1988.

Stamani, 7 settembre, infatti, nell’appartamento di Via dei Pini 7, si è presentata la Polizia ScientificaSquadra Sopralluoghi di Roma per alcuni accertamenti tecnici, per i quali il riserbo è assoluto. Nell’assolata mattinata formiana, la Polizia Scientifica capitolina non era da solo: con loro appartenenti alla Dia (Direzione investigativa antimafia) di Napoli, Carabinieri Ros e Nucleo Investigativo, Squadra Mobile di Latina e Commissariato di Gaeta.

Gli investigatori hanno iniziato sin dall’ingresso del villino a compiere i loro accertamenti. Ad accoglierli Antonio Tavano, nipote dell’attuale proprietario dell’immobile, l’81enne italo americano Vito Iacopino. Il nipote dell’uomo ha detto agli investigatori che generalmente adempie alle spese condominiali dell’immobile compreso nel complesso del Villaggio del Sole.

C’è di più. Insieme agli investigatori, è entrata anche l’avvocato difensore, in sostituzione dell’avvocato Pasquale Cardillo Cupo, che cura gli interessi di Calisto Bardellino, figlio di Ernesto Bardellino, e Gustavo Bardellino, il 43enne destinatario degli spari datati 15 febbraio 2022 per i quali è nata l’articolata indagine che vede muoversi i più alti organi investigativi tra Roma, Napoli, passando per Latina. Una presenza sicuramente che pone alcune riflessioni, quella dei legali della famiglia Bardellino: se l’appartamento è di Iacopino, cosa ci facevano anche loro, oggi, alla presenza degli investigatori? La domanda potrebbe essere per alcuni ovvia e risulterebbe una conferma: Iacopino è un uomo rinconducibile alla famiglia di San Cipriano d’Aversa che ha necessità di essere rappresentata.

Ad essere indagato per favoreggiamento con l’aggravante mafiosa, nell’ambito dei raid di piombo che ha colpito, a Formia, Gustavo Bardellino il tardo pomeriggio del 15 febbraio 2022 (indagati per il tentato omicidio anche Luigi Diana e Giovanni Lubello, leggi link di approfondimento in evidenza sotto), c’è, infatti, anche l’81enne Vito Iacopino, l’uomo che risulta domiciliato a Formia proprio nell’appartamento di Via dei Pini 7, presso il Villaggio del Sole, dove Carabinieri e Polizia hanno trovato il covo-bunker riconducibile al boss Antonio Bardellino, ufficialmente ucciso nel 1988, e per il quale la DDA ipotizza un diverso destino: forse “zio Antonio”, il boss di camorra che ha giurato fedeltà anche alla Cosa Nostra di Totò Riina, non sarebbe mai morto e avrebbe continuato a vivere, recandosi a Formia più volte.

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Peraltro la sua seconda moglie, Rita De Vita, con i figli, è stata avvistata più volte nell’appartamento in questi anni: da ultimo il 30 agosto 2022 quando la donna, immortalata dalla videosorveglianza del complesso, è entrata dentro la villa, nonostante lo stabile risulti ancora di proprietà dell’italo americano Vito Iacopino. La donna risulta essere stata proprietaria dell’appartamento che un tempo fu del manager legato ai Bardellino, Aldo Ferrucci, il gestore della discoteca formiana “Seven up”, esplosa nel 1985 quando il potere bardelliniano cominciava a vacillare. Per inciso guardando la villa di Via dei Pini, campeggia all’orizzonte l’hotel Europa, ossia l’albergo dove per anni soggiornò il manager romano Ferrucci.

Vito Iacopino, nato a Palermiti in provincia di Cosenza, e residente nel Massachussets (Usa) a Lynfield, acquistò l’appartamento dai figli del fratello Antonio Iacopino, il quale l’aveva comperato tramite terza persona (un certo Antonio Nanni, originario della provincia romana) da De Vita ed è morto in un incidente stradale nel 1995.

L’italo-americano ha riferito ai Carabinieri di Formia di aver acquistato la sua villa al Villaggio del Sole da “un criminale importante la cui moglie si chiama Rita De Vita”Iacopino parla della compravendita ai Carabinieri della Compagnia di Formia dopo che, nella notte tra il 14 e il 15 luglio scorsi, il comprensorio del Villaggio del Sole era stato oggetto di furti da parte di ladri: tra le case destinatarie di un tentativo di effrazione non cè la villa di Via dei Pini 7 che nasconde il bunker di Antonio Bardellino. In realtà, la casa di Iacopino è al centro del complesso e più riparata rispetto ad altre più esposte.

Nel corso degli accertamenti in loco da parte dei Carabinieri, Iacopino, parlando di come ha comprato la casa, fa riferimento al “criminale importante”. Iacopino ha acquistato la villa da questo criminale che lui stesso ha conosciuto quando viveva in Repubblica Dominicana dove gestiva una discoteca. Iacopino cedette la suddetta discoteca in cambio di tanti soldi e dell’immobile del “Villaggio del Sole” a Formia. Da lì sarebbe rimasto in rapporti di rispetto con Rita De Vita, che risulta ancora residente a Santo Domingo insieme ai figli avuti dal boss fondatore del clan dei Casalesi. Non è dato sapere al momento se viva con lei anche la figlia registrata al Comune di Formia nel 2003, il cui padre è il non esistente “Marco Bardellino Diana”.

Oggi, la presenza degli investigatori rende ancora di più tortuoso il puzzle. Per la cronaca, il blitz iniziato stamani alle ore 11, al momento della pubblicazione di questo articolo (ore 12.38), è ancora in corso.

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