NO DEL LAZIO ALLA TERAPIA DEL PLASMA: I TEMPI DELLA SCIENZA E QUELLI DELLA POLITICA

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terapia al plasma

Bocciato dal consiglio regionale del Lazio l’ordine del giorno di Barillari per adottare la terapia del plasma iperimmune utilizzata contro il Covid-19

Non è passato inosservato il niet del Consiglio regionale del Lazio alla terapia al plasma, la modalità di cura applicata al Covid-19 che da diverse settimane sta tenendo banco nell’opinione pubblica, generando peraltro quello sgradevole guelfo-ghibellinismo tutto italiano tra pro e contro.
La proposta del consigliere Davide Barillari, che siede alla Pisana per contro del Gruppo Misto dopo la cacciata dal Movimento 5 stelle causa imbarazzante iniziativa di creare un portale sanitario affine a quello regionale di Salute Lazio, era quella di adottare “un protocollo regionale straordinario semplificato di utilizzo della terapia del plasma iperimmune nelle aziende del SSR e l’istituzione di una Banca Regionale del Plasma per il Lazio“.

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Una proposta – ha comunicato in una nota il Consigliere Davide Barillari – maturata a seguito degli incoraggianti risultati in Italia negli Ospedali di Bergamo, Brescia, Pavia e Mantova e nel mondo: l’utilizzo di plasma iperimmune, contenente anticorpi contro il SARS-COV-2 proveniente dai guariti al COVID-19, è consolidato dalla recente ricerca scientifica ed ha ridotto in Italia la mortalità in terapia intensiva al 6 per cento, quando prima era tra il 13 e il 20 per cento“.

Nonostante l’efficacia dimostrata da questa terapia – ha proseguito Barillari – la proposta contenuta nell’ordine del giorno del 20 maggio è stata rifiutata, contraria tutta la maggioranza del PD e astenuto il M5S, astensione che ha consentito la bocciatura dell’odg. Quando la politica boccia una soluzione che salva le vite, non solo è irresponsabile, diventa criminale. Ancora una volta gli interessi economici sovrastano il bene comune. La Sanità del Lazio è commissariata da tanti anni. La nostra proposta rappresenta un passo verso un cambio di paradigma da questa sanità intesa come somministrazione di servizi alla Sanità che vorremmo, come cura della malattia e del malato, per cui la salute è intesa come stato di benessere completo.

Una Sanità che il Consiglio Regionale del Lazio evidentemente non vuole – ha concluso l’ex grillino – Mentre la gente muore e mentre le altre Regioni, Lombardia e Veneto in primis, si affidano a questa terapia ed istituiscono le prime Banche del plasma, il Lazio rimane ostaggio della cattiva politica dei rappresentanti eletti democraticamente dai cittadini che rappresentano solo i propri interessi e rinnegano la loro Responsabilità“.

Come non bastasse, Barillari è tornato a bomba in serata vergando un post sul suo profilo Facebook dal titolo emblematico “Dedicato ai 647 morti nel Lazio“. No comment.

Al di là delle intemperanze social di Barillari, l’uso del plasma da convalescenti come terapia per il Covid-19 è attualmente oggetto di studio in diversi paesi del mondo, Italia compresa. Questo tipo di trattamento non è da considerarsi al momento ancora consolidato perché non sono ancora disponibili evidenze scientifiche robuste sulla sua efficacia e sicurezza, che potranno essere fornite dai risultati dei protocolli sperimentali in corso. Il plasma da convalescenti è già stato utilizzato in passato per trattare diverse malattie e, in tempi più recenti, è stato usato, con risultati incoraggianti, durante le pandemie di SARS ed Ebola.

Eppure è vero che la terapia è stata adottata già da diversi Istituti in Italia e sta dando buoni risultati anche nel BelPaese. Se i risultati continueranno a essere promettenti e con l’assenso dell’Aifa, anche la terapia del plasma potrà diventare strutturale, nonostante proprio ieri è spuntata fuori la notizia, sulle colonne de Il Giornale, che con un’alta probabilità il nuovo business sarà in mano alla Kedrion Biopharma, colosso dei plasmaderivati con un fatturato annuo di circa 800 milioni, di proprietà della famiglia Marcucci di cui è consigliere d’amministrazione Andrea, capogruppo e senatore del Partito Democratico – l’amministratore delegato di Kedrion è Paolo Marcucci, il fratello.

Un aspetto controverso che l’azienda ha cercato di smentire: “La produzione di plasma inattivato iperimmune italiano avverrà, se le autorità decideranno di utilizzare questo servizio, attraverso un servizio conto lavorazione e il plasma resterà di proprietà pubblica”.

È probabile che come in molte questioni schierarsi strumentalmente e coinvolgere i morti (come ha fatto sgradevolmente Barillari) non sia la via da seguire. In questa tragedia pandemica, un aspetto è certificato: la scienza non ha i tempi di un tweet o un post su Facebook.
Occorre tempo e pazienza, il sensazionalismo è bandito, e si è fatto largo una enorme cortocircuito tra politica e scienza: la prima ricerca il consenso, la seconda prove. Inconciliabili.

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