Erano un centinaio le persone che hanno partecipato alla tre giorni organizzata il 5-6-7 luglio a Montecatini (Pistoia) da Base Riformista, la neonata corrente interna al Pd. Baci, abbracci, Dario Nardella, Graziano Delrio, Giuseppe Fioroni, Andrea Romano la crème fraîche del renzismo, oltre agli attacchi al governo e a Salvini. Unica nota stonata: nell’ultimo giorno di kermesse, dicono le cronache, l’ex ministro Luca Lotti e parlamentare Pd ha preferito evitare i cronisti e le domande sullo scandalo Csm e nomine che lo vede coinvolto.
Un osservatore esterno, ingenuamente, crederà che dopo quello scandalo e l’auto-sospensione dal Partito Democratico (ma nessuna dimissione dal Parlamento), l’onorevole Lotti sia visto come un personaggio da evitare politicamente. Eppure c’è chi non la pensa così anche a Latina.
Lo avrà fatto per sfidare coloro i quali lo vedono in calo di popolarità preoccupante, fuori dal Parlamento e a barcamenarsi nell’agone politico della guazza pontina. Certo che, e questo gli va riconosciuto, il senatore Moscardelli non ha paura di andare contro (ma anche deliberatamente contro un camion, in questo caso) aderendo alla corrente interna del Partito Democratico: per l’appunto Base Riformista dell’onorevole Lorenzo Guerini e, proprio lui, Luca Lotti, l’ex braccio destro di Matteo Renzi e coinvolto in qualche scandalo (il caso Consip: è accusato di favoreggiamento perché avrebbe rivelato all’allora amministratore delegato della società di appalti pubblici, Luigi Marroni, dell’inchiesta in corso su Consip), da ultimo quello summenzionato del Csm, delle Procure e delle toghe.
Hanno guadagnato le prime pagine dei giornali nazionali le conversazioni del pm Luca Palamara con i parlamentari Luca Lotti e Cosimo Ferri e i consiglieri del Csm finiti nei guai, il tutto contenuto nell’informativa del Gico della Guardia di Finanza di Roma, in cui si racconta della gestione sulle nomine dei magistrati in alcune Procure d’Italia, ma anche delle inchieste e dei procedimenti disciplinari al Csm. In sostanza, si squarcia il velo sui rapporti all’interno e fuori di Palazzo dei Marescialli (sede Csm), con un ruolo ben definito delle correnti. Lotti avrebbe persino millantato di avere parlato con il presidente Mattarella – che smentisce ogni circostanza – della possibile nomina del procuratore Francesco Lo Voi. E Luca Palamara che, in un’intercettazione, avrebbe detto di avere chiesto all’ex procuratore di Roma Pignatone di “chiudere tutto” su Consip.
Insomma per Luca Lotti non quello che si definisce un buon momento, eppure Claudio Moscardelli, incurante dei guai d’immagine che provoca questo soggetto, si butta a pesce.
E poi uno si domanda per quale motivo il PD, a Latina, seppure dopo Maiettopoli, con una strada spianata che manco le vaste radure di Scozia, Argentina e Brasile messe insieme, è riuscito a franare e a perdere clamorosamente senza neanche arrivare al ballottaggio delle amministrative 2016, quando il capoluogo pontino ha dimostrato di voler voltare faccia al passato per votare chiunque non avesse avuto niente a che fare con le classi dirigenti discendenti da Zaccheo e Di Giorgi.
Ma niente, come scrivevamo in un articolo, a qualcuno piacere perdere facile. E sempre.