Maxi frode fiscale tra l’Emilia Romagna e Terracina: il Tribunale di Latina si è espresso sull’appello presentato dalla Procura europea contro il diniego del sequestro in capo ad una società emiliana
Il II collegio del Tribunale di Latina, composto dalla terna di giudici Nadile-Villani-Romano, si è espresso rispetto all’appello proposto dalla Procura europea contro la decisione del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, di respingere la richiesta di sequestro in capo alla società Area Spa, oggi Area srl in amministrazione giudiziaria, un tempo di proprietà di Corrado Mussini, assistito dall’avvocato Massimo Brigati. Mussini è colui che è considerato dagli inquirenti il dominus della ipotizzata associazione per delinquere, autrice della maxi frode fiscale che vede coinvolti diversi pontini, tra cui l’imprenditore e politico Alessandro Zomparelli, 47enne di Terracina, difeso dall’avvocato Lorenzo Magnarelli.
Mussini, insieme ad un altro indagato, è già stato condannato a luglio, per i fatti contestati dalla Procura, col giudizio abbreviato, a 5 anni di reclusione. Una sentenza che, per ora, è di primo grado. Per quanto riguarda Zomparelli, l’imprenditore terracinese sta affrontato il processo col rito ordinario per i capi d’imputazione a lui contestati.
Un’associazione per delinquere finalizzata alla commissioni di delitti transnazionali, come anche l’evasione dell’IVA, attraverso l’utilizzo di una galassia di società cartiere, seconde l’indagine condotta dai procuratori europei delegati, Giordano Baggio e Alberto Pioletti. Secondo l’ipotesi accusatoria, gli indagati avrebbero fatto parte di sodalizio incentrato sull’allora società Area s.p.a. di Reggio Emilia, aventi ad oggetto la consumazione di frodi carosello per evadere l’Iva sugli acquisti intracomunitari, operativa in Italia. La Procura europea contesta fra l’altro l’emissione di fatture inesistenti e altri reati di natura finanziara.
Da una delle costole di questa maxi indagine la cui conclusione è pervenuta a 54 soggetti, tra cui molte società anche con sedi pontine, tra Latina, Terracina, San Felice Circeo, Sabaudia e Fondi, è nato l’appello proposto dalla Procura europea.
Il sequestro ammonta a circa 38 milioni di euro. Il Gip di Latina, come detto, si è dichiarato incompetente e contro questa decisione si è appellata la Procura europea (il cui acronimo è Eppo). Il II collegio, tramite la relatrice Enrica Villani, ha giudicato inammissibile il ricorso dei procuratori europei, giudicando non applicabile il sequestro stesso.
Tra le motivazioni sollevate dalle difese, c’era anche quella dell’avvocato Magnarelli il quale ricordava al Tribunale di come, dopo la notificazione del provvedimento del rigetto pronunciato dal Gip, la Procura Europea lo scorso 11 dicembre 2023, ha presentato una nuova richiesta di sequestro preventivo. A febbraio, la stessa Procura ha presentato appello contro il primo rigetto da parte del Gip di Latina.
Secondo la difesa di Zomparelli, la presentazione della nuova richiesta di sequestro preventivo che rispetta il contenuto del provvedimento di rigetto del Gip è evidentemente incompatibile con la contestazione del contenuto di tale provvedimento formulata mediante il successivo appello. Ne conseguirebbe – motiva la difesa – che la Procura Europea non aveva alcun interesse alla presentazione dell’appello che diventa inammissibile.
Ad ogni modo, quando ci saranno le motivazioni, si capirà come ha ragionato il Tribunale di Latina. Al momento, di recente, è stato disposto ed eseguito un altro sequestro nei confronti dei due imputati già condannati in primo grado – Corrado Mussini e Pasquale Pisapia. L’ammontare del sequestro, almeno sulla carta, è di 29 milioni di euro.
L’INCHIESTA – Come detto, tra le persone coinvolte, ce ne sono diverse che si muovono nell’ambito pontino: una, per l’appunto, è l’imprenditore Alessandro Zomparelli. Il 47enne, perito industriale, alle scorse elezioni amministrative. era candidato nella lista del sindaco di Terracina Francesco Giannetti. Le elezioni non andarono brillantemente, in quanto l’imprenditore ottenne 9 preferenze, ma, a giudicare dalle accuse che gli muovono i procuratori europei, la sua area d’affari sarebbe molto vasta. Peraltro, l’impegno in politica sembra essere stato molto attivo nella scorsa primavera 2023: ad aprile dello scorso anno, Zomparelli, come responsabile provinciale di Rinascimento – la lista dell’ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi – si trovava con i massimi esponenti del centrodestra pontino a sostegno dell’allora candidata a sindaco di Latina, Matilde Celentano
Tra i capi d’imputazione contestati ci sarebbe quello di aver agevolato la società emiliana Area Spa ad evadere l’Iva, tramite la Centomondi srl da lui amministrata. Quest’ultima, secondo gli inquirenti, è una società cartiera inserita in una frode carosello che, acquistando prodotti informatici da società estere, li avrebbe rivenduti sottocosto omettendo sistematicamente il pagamento dell’Iva ed emettendo fatture per operazioni inesistenti per quasi 3 milioni di euro. Il reato contestato sarebbe stato commesso a Sonnino da luglio a settembre 2018. Stessi schemi adottati insieme ad altri indagati (tra cui la sua compagna, indagata anche lei), in concorso con Zomparelli, anche con la società Monitore Servizi Integrati Innovativi Qualità srl con sede a Latina. La società che ha sede effettiva in Piazza Moro avrebbe come dominus effettivo e reale il predetto Zomparelli, imprenditore non noto al grande pubblico, ma sicuramente finito nel mirino della Procura Europea.
L’occhio degli inquirenti è finito, poi, su un’altra società sempre riconducibile a Zomparelli: si tratta della Di.Elle srl con sede a Latina. Il meccanismo fraudolento sarebbe sempre lo stesso: acquistare prodotti informatici dall’estero e rivenderli sottocosto omettendo il pagamento Iva e emettendo fatture false nei confronti di altra società del giro. Sottrazioni al fisco che la Procura europea calcola in milioni di euro. Attenzionata e sempre nella galassia Zomparelli la società Susiti srl di Latina. Medesimo meccanismo e reato contestato a lui e al fondano Domenico Massa, al sezzese Ilario Gatta e al terracinese Cristian Cicerani (per cui la difesa ha chiesto l’archiviazione), attuale presidente dei revisori dei conti del Comune di Terracina.
Altre società riconducibili a Zomparelli finita ai raggi X sono la latinense Zetatech srl, la Ma&Ma srl di Sabaudia, la Ncs di San Felice Circeo, la MP Tech srl di Terracinae la Tecno Trades srl di Maranello (Modena), con una evasione Iva contestata da 10 milioni di euro.
Secondo gli inquirenti, Zomparelli insieme agli emiliano Corrado Mussini e Amerigo Bertolini, sarebbero gli organizzatori del presunto sodalizio. Personaggi e società sotto traccia che, secondo la Procura Europea, avrebbero messo in piedi un giro d’affari milionario. Una indagine partita da Latina e condotta dal Nucleo Pef della Guardia di Finanza e poi avocata dalla Procura Europea per il tipo di reati e l’ammontare dei soldi contestati. Decine le richieste di misure cautelari avanzate da Procura e Guardia di Finanza, successivamente respinte dal giudice per le indagini preliminari di Latina, Giuseppe Cario.