La nave USS Mount Whitney ormeggiata a Gaeta ha rivelato che uno dei marinai dell’equipaggio è positivo al Covid-19. Pochi giorni prima, il Partito Comunista gaetano aveva invitato le autorità a drizzare le antenne proprio sulla stessa nave
“Oggi abbiamo ricevuto la notifica che un marinaio, che controllava a bordo, si è rivelato positivo al COVID-19“. Così, ieri, in una nota apparsa sulla pagina Facebook della nave di comando anfibia di classe Blue Ridge della Marina degli Stati Uniti, nonché ammiraglia e di comando della Sesta flotta degli Stati Uniti.
La USS, tramite l’Ammiraglio, ha tentato di rassicurare i gaetani aggiungendo che “il marinaio si sente meglio, ma rimane in auto-isolamento in conformità con “le Linee guida dei Centri per il controllo e la prevenzione della malattia” e continua a essere monitorato dal personale medico. Fortunatamente, dal momento che il nostro equipaggio aveva già stabilito l’allontanamento sociale e altre precauzioni contro il Coronavirus, non è stato identificato alcuno del personale che avesse avuto stretti contatti con questo membro del servizio. Tuttavia, per cautela, 5 membri del personale coinvolti nel processo di check-in sono stati isolati fuori nave per 14 giorni. Abbiamo anche igienizzato di nuovo tutte le aree della nave che potrebbero essere state colpite. Sinceramente apprezzo come l’intero equipaggio abbia gestito questa situazione. La salute e la sicurezza dell’equipaggio rimangono la mia massima priorità“.
E, qualche minuto dopo, sempre la Uss Mount Whitney ha comunicato, con un altro post, di allietare i gaetani suonando musica italiana. Un aspetto di cui i cittadini saranno lieti, anche se già qualcuno, tra i commenti al post in cui si dava nota del marinaio positivo, indica al Comando americano di non far andare in giro i marinai della nave per la città. La preoccupazione, come è umano che sia, è tanta.
Ecco perché ciò che avevano scritto, solo cinque giorni fa, gli attivisti del Partito Comunista di Gaeta risuona oggi come un monito che, magari, avrebbe dovuto essere preso un po’ più sul serio. Sopratutto da parte di un sindaco, Cosmo Mitrano, che nei giorni caldi del Coronavirus-Covid-19 è diventato vieppiù una star con dirette video, comunicati, indignazioni contro le autorità sanitarie, accessi di rabbia conditi da “vaffanculo” verso coloro (Asl?) che, per privacy, non gli facevano sapere chi, a Gaeta, fosse positivo. Insomma, oltre che a un vitalismo e una sovraesposizione degna di un primo cittadino che vuole essere sul pezzo, più di qualche sbavatura che a più di qualche politico e amministratore pubblico non è piaciuta. E non sono state sufficienti le mascherine made in Gaeta con tanto di foto di una sartoria al lavoro (il sindaco ha comunicato dell’adesione al progetto di due empori gaetani “Filitalia” e “Svago” incassando oltre mille like su Facebook) che le produceva a placare gli animi dei suoi oppositori i quali, almeno durante una tragedia pandemica, avrebbero desiderio da parte del volitivo amministratore gaetano di un profilo più basso e meno polemiche. Insomma, il modello mitranesco, farcito di ordinanze da sceriffo (è in buona compagnia) – avrebbe chiuso la città, ribadendo ciò che già i decreti del Governo prevedono -, stile “Io per voi solo contro il mondo” proprio non va giù a chi lo critica da sempre.
Il Partito Comunista di Gaeta Sezione Mariano Mandolesi, ad esempio, gli rimproverava la sua istrionica presenza in video (ndr: anche sulle reti nazionali), senza che si preoccupasse minimamente proprio della nave ammiraglia della VI flotta e degli stretti contatti di civili e militari statunitensi con la città. E, da come si sono messe le cose, va riconosciuto agli attivisti comunisti di aver centrato il punto: insieme alla propaganda, Mitrano dovrebbe rivolgere lo sguardo anche ad altri lidi nella sua città che, secondo i comunisti, rimangono invece sottaciuti.
“Siamo ormai abituati agli spettacoli quotidiani del Sindaco Mitrano che con grande buon gusto e senso di responsabilità ci propina ogni giorno una diretta da istrione vantando i suoi presunti meriti, chiamandosi gli applausi, spaziando su mille aspetti legati all’emergenza da Coronavirus, ricordandoci che è il primo responsabile della nostra salute – scrivevano i comunisti domenica 22 marzo – Sembra proprio tuttavia che egli minimizzi o tralasci stranamente alcuni elementi niente affatto marginali. Lo abbiamo visto perdere la sua consueta verve diventando di colpo docile e impacciato quando è stato costretto a balbettare qualche sillaba anche sulle attività produttive locali, Geberit e Peroni Pompe in primis, fino a due giorni fa ancora in piena produzione con gravissimi rischi per centinaia di lavoratori e le proprie famiglie. Non lo abbiamo sentito dire neanche mezza parola sull’ingombrante presenza della base militare statunitense, con annessa nave ammiraglia della VI flotta nel Mediterraneo. Eppure ce ne sarebbero eccome di cose da dire… Nella nostra amata città, come è noto, un’altra comunità numerosa di uomini e donne vive a stretto contatto con la popolazione locale, ne fanno parte i militari statunitensi ed il personale civile impiegati nella base e sulle navi che vi attraccano. Essi rispondono alle leggi di un altro Stato il quale non si sta certo distinguendo per una gestione virtuosa della pandemia in corso, sottovalutandola fin dal primo momento. Non parliamo poi di rispetto delle nostre regole e del nostro paese. Alcuni mezzi di informazione hanno parlato del diffondersi del contagio tra i militari statunitensi anche in Europa, esponendo addirittura il Generale Christofer G. Davoli e i membri del suo staff, mentre già due settimane fa si riportava di alcuni casi scoperti proprio in Italia, tra cui uno a Napoli. Come spesso accade, soprattutto in ambienti militari, le notizie trapelate si sono presto ridotte fino a scomparire. Sarà allora forse opportuno ricordare che solo la nave Ammiraglia USS Mount Whitney, regolarmente attraccata nel porto di Gaeta, possiede un equipaggio di base composto da 170 Ufficiali e arruolati, cui si sommano altri 155 Comandanti “militari Sealift” e marinai civili. A questi oltre 300 uomini si aggiunge il personale della base, sia statunitense che italiano, che lavora a stretto contatto e spesso in ambienti molto promiscui. Fino a pochi giorni fa numerosi cittadini ci hanno riportato di gruppi di statunitensi a spasso per le vie della città con gran disinvoltura. Le circostanze attuali del tutto straordinarie ci costringono a maggior ragione a rivolgere pubblicamente al nostro distratto Sindaco numerose domande. Quali iniziative concrete ha preso finora per garantire la popolazione della sua città dai gravi rischi di contagio scaturiti dalla presenza della base? Quali informazioni ha preteso dall’Ammiragliato statunitense e dai responsabili della stessa circa la gestione dell’emergenza in corso e la massima limitazione dei rischi? Ci auguriamo non voglia continuare ad incontrare le autorità militari straniere solo per genuflettersi e scambiare con loro gagliardetti. Quando intende informare la popolazione di queste importanti cognizioni che speriamo abbia acquisito? Intende farlo in uno dei suoi prossimi show sul web o non sa cosa dire perché non ha provveduto ancora a nessuna di queste cose fondamentali? Aspettiamo una solerte risposta insieme a tutti i cittadini preoccupati per la propria salute”.
E la solerte risposta, a questo punto, l’aspettano tutti i cittadini della bella città città del Golfo.