Mafia apriliana: il sodalizio autocotono retto da Patrizio Forniti, un tempo alle dipendenze di Sergio Gangemi, influenzava la città e il Comune di Aprilia
Un quadro a tinte fosche, più volte scritto e suggerito da indagini e processi che hanno lambito, ma anche descritto in pieno, la seconda città del Lazio: Aprilia, all’incirca 80mila abitanti, cerniera tra la provincia di Latina e quella capitolina.
Terra di impianti dei rifiuti inquinanti e spesso lasciata all’abbraccio mortale di criminali e colletti bianchi, Aprilia esce fuori a pezzi dall’inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma e dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia.
Ad essere arrestato e posto ai domiciliari il sindaco Lanfranco Principi perché – come spiegato dal Procuratore di Roma, Francesco Lo Voi, e dal procuratore aggiunto della DDA di Roma, Ilaria Calò, in una conferenza stampa molto densa – avrebbe facilitato e agevolato il sodalizio mafioso capeggiato da Patrizio Forniti, l’uomo che già dai collaboratori di giustizia pontini, Agostino Riccardo e Renato Pugliese (ma non solo), è stato descritto come in grado di movimentare chili e chili di droga tanto da rifornire i clan di origine rom pontini e oltre. Di professione consulente del lavoro, Principi, laureato in Economia Aziendale alla Link Campus, è anche presidente della Commissione di Certificazione dei Contratti di Lavoro di Latina e presidente del Consiglio Provinciale di Latina dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Gli inquirenti hanno sottolineato la pervicacia con cui Principi, nel 2019, perorava la causa da vice sindaco per far sì che il Comune di Aprilia non si costituisse parte civile nei processo per estorsione mafiosa che vedeva imputati e poi condannati Sergio Gangemi (condannato un via definitiva) e Patrizio Forniti (condannato in primo grado).
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L’apprendistato criminale di Forniti, infatti, avviene con Sergio Gangemi, imprenditore calabrese legato alla cosche reggine dei De Stefano e degli Araniti, pluripregiudicato e più volte protagonista di processi, indagini e confische milionarie, con tanto di prestanome tra i ragazzi della Latina bene.
In tutto gli indagati di questa imponente indagine sono quaranta nei confronti dei quali la DDA romana aveva chiesto in molti casi l’arresto in carcere o ai domiciliari. Tra di loro si trovano anche gli attuali consiglieri comunali d’opposizione Antonio Terra e Luana Caporaso (solo indagati) e l’ingegnere Umberto Martone oppure imprenditori come Urbano Tesei, della ditta omonima – Tesei Bus – che gestisce il trasporto pubblico ad Aprilia. L’azienda fu vittima di un attentato a gennaio del 2020: una bomba a mano sul cancello d’ingresso. Immediata fu la ricerca di protezione nel clan da parte di Umberto Tesei che fu rassicurato. Ben presto la cosca aveva trovato il responsabile (“un deficiente che aveva fatto di testa sua”) e spiegato a Tesei che lui era uomo ben voluto, da loro e dai politici Terra e Principi. L’imprenditore, per riconoscenza, porta una somma a De Luca il quale la mette in conto per il sostentamento in carcere a favore di Patrizio Forniti.
Tra gli indagati anche l’ex dirigente dei Lavori Pubblici Paolo Terribili e Luca De Luca, pregiudicato Aprilia dal passato criminale di peso negli ambienti pontini. Un’indagine che coinvolge tutti insieme professionisti, amministratori e personaggi legati al crimine, in rapporti anche con cosche di ‘ndrangheta e camorra, che dà l’idea di come Aprilia sia un miscuglio maleodorante dove non si rimane facilmente impigliati.
A finire in carcere sono in ventuno: Patrizio Forniti, Luca De Luca, Marco Antolini, Ivan Casentini (nipote di Forniti), Luifi Morra, Antonino Ziino, Nabil Salami (personaggio noto nel mondo del riciclaggio d’auto e fidanzato della figlia di Forniti), Riccardo Venditti detto Roberto, Sergio Gangemi (già detenuto a Frosinone), Simone Amarilli, Sergio Caddeo, Massimo Picone, Matteo Aitoro, Gianluca Vinci, Gianluca Mangiapelo, Gianluca Micheli, Gianluca Ambrosini, Giulia De Rosa detta Cipolla (la donna che gestisce da anni lo spaccio ai Palazzi Bianchi di Latina) e Jasmail Singh.
Due le persone ai domiciliari: il sindaco Lanfranco Principi e Antonio Fusco detto Zi Marcello (coinvolto e assolto nel processo “Alba Pontina). Il dirigente dei lavori pubblici del Comune di Aprilia, Paolo Terribili, rimedia la sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio nell’ente di Piazza Roma e l’imprenditore della Nuova Tesei Bus, Urbano Tesei, si vede applicare il divieto temporaneo di contrattare con la pubblica amministrazione. Deceduti altri due indagati.
Respinta la richiesta di misura cautelare ai domiciliari per Antonio Terra e Luana Caporaso che, con Principi, Tesei e Martone, sono accusati di aver turbato la gara per l’affidamento del Trasporto pubblico locale ad Aprila. Nonostante la Schiaffini Travel avesse ottenuto un punteggio migliore, i tre politici – Terra (allora Sindaco), Principi (vice sindaco) e Caporaso (assessora ai lavoro pubblici) – avrebbero dato istruzioni al Rup Paolo Terribili (dirigente dei lavori pubblici del Comune sospeso) per indicare alla Commissione giudicatrice, di cui faceva parte Martone, di far vincere la ditta di Umberto Tesei, detto “Picchio”, ritenuto legato alla cosca di Forniti. Alla fine, dopo una serie di interlocuzioni, alcune delle quali intercettate dagli inquirenti, l’avrà vinta la Nuova Tesi Bus: una gara dall’importo di oltre 23 milioni di euro, prorogabile anche per un anno. Lo scorso giugno, una determina dei Lavori Pubblici ha confezionato la seconda proroga in pochi mesi a favore della Nuova Tesei Bus.
Nel corso delle intercettazioni, Principi parla con Tesei il quale gli dice: “ha detto pure Tonino (nda: Antonio Terra) “io ci ho parlato, io già glieli ho dati gli indirizzi”, mi ha detto oggi, mi ha ricordato, gli ho detto “no, va bene”. E Principi: “se a questo tocca dargli una rinfrescata (nda: si riferiscono a Paolo Terribili)”. E Tesei: “dargli una rinfrescata Toni’ non ti preoccupare”. Poi sono andato da Luana, eravamo in piazza questa mattina, tu ho chiamato e non mi hai risposto”.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Paolo Terribili fu convocato dall’allora vice sindaco Principi e all’allora assessora Luana Caporaso, su sollecitazione del sindaco Antonio Terra. Il luogo scelto per parlare era il garage comunale, scelto perché fuori dal pericolo di essere intercettati. A Terribili, i politici avrebbero fatto capire che l’indicazione per la gara era una: doveva vincere Tesei. E per indirizzare la gara, secondo la DDA di Roma, Terribili spiega che bisogna orientarsi su “un fannullone, uno che ha rubato i soldi per anni”. Secondo la Procura capitolina, quel “fannullone” potrebbe essere l’ingegnere, un tempo in servizio al Comune di Latina, Umberto Martone, membro della commissione giudicatrice del bando per il Tpl locale. La sua posizione però rimane incerta, anche a detta del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Roma, Francesco Patrone, che firma l’ordinanza di arresto odierna.
Tornando alle misure cautelari, Forniti, peraltro cognato del noto criminale apriliano, Nino Montenero, è destinatario di un sequestro di sei unità immobiliari ad Anzio e due autovetture. Sequestrati a lui, ritenuto il capo del sodalizio, anche cinque conti bancari; sequestri anche per la figlia (sei conti bancari) e la moglie (due conti bancari). Sequestrati, inoltre, 40mila euro a un altro degli indagati, Luigi Morra.