L’UDC DI LATINA NE AGGIUNGE UNO DAVANTI AD ALTOMARE

Il giornalista Lidano Grassucci (moderatore della conferenza stampa), Alessandro Paletta, Emiliano Licata e Maurizio Galardo
Il giornalista Lidano Grassucci (moderatore della conferenza stampa), Alessandro Paletta, Emiliano Licata e Maurizio Galardo

Latina, l’Udc annuncia l’ingresso nel gruppo consiliare di Emiliano Licata. All’incontro, alla presenza dei vertici, spunta l’ex braccio destra di Luciano Iannotta, imputato nel processo “Dirty Glass”

Erano presenti tutti i massimi vertici dell’udc latinense, a cominciare dal coordinatore provinciale Alessandro Paletta. Al tavolo della conferenza stampa, svoltasi stamani, 8 luglio, giorno del Lazio Pride pontino, anche i due consiglieri comunali espressione del gruppo dell’Udc nell’assise di Latina, Maurizio Galardo e Nicola Catani.

Sparuta la presenza del pubblico: cinque o sei persone, oltreché alla presenza dei giornalisti. Tra di loro l’assessore della Giunta Celentano, Franco Addonizio, delegato all’Ambiente, e Sandro Catani, padre del consigliere comunale, uomo politico navigato, che ha attraversato la Prima e Seconda Repubblica pontina, con l’intermezzo di uno scandalo giudiziario che lo coinvolse nel 1992 ai tempi di Mani Pulite latinense e da cui uscì intonso. Peraltro Catani, come noto, fu uno dei primi nomi di politici menzionati nei verbali dei collaboratori di giustizia ex affiliati al Clan Di Silvio.

Nicola Catani

Agostino Riccardo fa risalire il suo primo “impegno” in politica, per l’attacchinaggio e il controllo degli spazi su cui affiggere i faccioni degli uomini politici, al 2007 quando a beneficiare del lavoro dei guappi dell’allora in nuce clan Travali sarebbe stato Sandro Catani, all’epoca candidato sindaco di Latina come civico con la lista “Per Latina”.

Ad ogni modo, questa, come è ovvio, non era una conferenza stampa di cronaca giudiziaria anche se, come vedremo – oltreché alla presenza di Galardo, coinvolto anni fa nell’inchiesta per mazzette con l’ex amico e allora Sindaco di Latina Vincenzo Zaccheo, di cui Latina Tu ha sempre dato conto diffusamente -, si fa fatica a non parlare di inchieste.

L’oggetto della conferenza stampa era il passaggio del consigliere comunale di Latina, Emiliano Licata, dal gruppo consiliare “Lista Celentano”, il cui capogruppo è Enzo De Amicis – l’esponente politico che con salto carpiato è passato, come noto, dall’essere possibile candidato sindaco del PD a consigliere comunale di centrodestra – alla lista dell’Udc.

38 anni, medico di medicina generale, Emiliano Licata, il quale nel foglio di presentazione fornito ai partecipanti della conferenza stampa viene definito come esperto di politiche giovanili e infrastrutture universitarie, da oggi diventa il terzo consigliere della lista UDC a Piazza del Popolo. Un passaggio che pone le basi per quello che tutti sanno: il gruppo della lista Celentano – una lista elettorale – non durerà molto e i componenti sono destinati ad aggiungersi nei partiti di centrodestra presenti nel consiglio comunale. Una mossa, quella dell’Udc e di Licata, che, come sanno i ben informati, ha fatto infuriare Fratelli d’Italia, il partito della Sindaca Matilde Celentano, che si vede sempre più nella posizione di dover dare retta a tutte, ma proprio a tutte, le componenti di una coalizione unita sì, ma solcata da litigi, ripicche e bracci di ferro.

L’UDC, così come gli altri partiti, e per stessa ammissione del coordinatore provinciale Paletta, si sta rafforzando in vista delle Europee. Una guerra di posizionamento che vede già tutti i partiti di centrodestra schierati per arrivare tra un anno in posizione di forza negli equilibri pontini.

In conferenza stampa, sia Paletta che parzialmente Galardo ci tengono a dire che l’aver “ingaggiato” Licata non è assolutamente un atto ostile contro Celentano e l’amministrazione, verso cui rinnovano la fiducia e l’adesione piena. Parole necessarie e da “excusatio non petita, accusatio manifesta” (visto che il partito latinense di Giorgia Meloni non ha gradito), ma che fanno parte delle liturgie della politica.

Ad ogni modo, a risaltare, nella suddetta presenza di pubblico, c’era anche Natan Altomare, il faccendiere di Cori, un tempo vicino ai pregiudicati Gianluca Tuma e Costantino “Cha Cha” Di Silvio (fu coinvolto e poi scagionato nell’ambito della inchiesta “Don’t Touch”), e capace di avere, nel suo passato, rapporti di “amicizia” con tutto l’arco “costituzionale” pontino: da Enrico Tiero a Claudio Moscardelli passando per Claudio Fazzone.

Natan Altomare
Natan Altomare

Eppure, i suoi rapporti con la politica, a giudicare dalla sua presenza nell’incontro dell’Udc, sono ancora in piedi. Rapporti con Catani e Galardo suggellati dal fitto conciliabolo andato in scena a fine conferenza stampa. E per carità, non è un mica reato parlare con Altomare e non sarebbe mica un reato promuovere iniziative con lui come quella che si vocifera essere stata intavolata per la nuova università telematica sbarcata nel territorio pontino da qualche mese. E, infatti, presenta alla conferenza stampa anche l’amministratore delegato della società che gestisce la società telematica, Nazzareno Cecinelli

Ad ogni modo, di reati contestati al 47enne Altomare ce ne sono già e fanno parte, al momento, di uno dei processi più importanti che, a fatica, si sta celebrano presso il Tribunale di Latina: quello che è scaturito dall’inchiesta denominata “Dirty Glass”, il cui protagonista principale è l’imprenditore sonninese Luciano Iannotta. L’ex fisioterapista e manager sanitario, secondo la ricostruzione della Squadra Mobile di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con tanto di intercettazioni, risulta coinvolto in uno degli episodi più inquietanti (leggi link di seguito) di tutta l’inchiesta dell’Antimafia e che ad oggi fa parte del processo: un’intimidazione, persino con un pistola, insieme a Iannotta, Pio Taiani e Luigi De Gregoris, nei confronti di un paio di soggetti che avrebbero provato a truffare l’imprenditore sonninese e che sarebbero stati sequestrati. Un reato, quello del sequestro di persona, destinato ad essere cancellato dal processo per via della Legge Cartabia la quale prevede che solo se vi è una denuncia della vittima (in questo caso delle due vittime), il reato è procedibile. Una denuncia che non è mai arrivata: davvero un bel regalo per Iannotta, Altomare e i loro co-imputati.

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