La Lega (ora non più Nord) viene spesso accusata dalla sinistra di razzismo.
Oltre che sulla questione dei migranti, la Lega viene fortemente criticata per le dure prese di posizione sui Rom.
Se gli esponenti della sinistra venissero però a Latina, si ricrederebbero almeno per quanto riguarda i Rom.
AMICO ROM
In realtà, tutta una serie di fatti ormai accertati dimostrano che la Lega nella nostra città è amica dei Rom. L’unica forma di discriminazione che sembra praticata è quella secondo cui i Rom amici devono avere come requisito quello di essere legati alla criminalità organizzata nostrana dedita allo spaccio, all’estorsione, all’usura e al voto di scambio.
Quanto detto, è da precisare, non è riferito alla Lega nella sua interezza, ma specificatamente a due suoi esponenti di primissimo piano a Latina, i più mediatici (e giocoforza le facce del partito in città), che ci dispensano quasi quotidianamente pillole di saggezza con dichiarazioni pubbliche riportate dai locali organi di informazione.
Si tratta del consigliere regionale Angelo Orlando Tripodi e del consigliere comunale Massimiliano Carnevale, eletto nel 2016 con il PD e da poco passato alla Lega che ha trasformato l’episodio (di per sé non molto edificante sul piano politico) in un evento. Presentato con lustrini e paillettes, con tanto di conferenza stampa, si può dire che Massimiliano Carnevale deve essere stato scambiato dalla Lega di Latina per Cristiano Ronaldo.
È bene specificare subito che i succitati esponenti leghisti, nonostante le loro frequentazioni, non sono indagati. Sul punto, però, con un’espressione in voga tanti anni fa e che ora sembra tornata di moda in casa Lega, sarebbe da dire: “me ne frego”.
Per coloro profondamente convinti che il perimetro della moralità nella politica non può essere dato esclusivamente dal codice penale, per cui una condotta morale è quella che ha la capacità di conseguire valori che possano rappresentare il bene collettivo, la valutazione della morale nella politica non può e non deve dipendere soltanto dall’eventualità che scatti o meno un’inchiesta giudiziaria e dal suo esito.
In sostanza diventa molto importante informare ed esprimere la propria opinione su coloro che si rendono protagonisti di determinate cose, anche se i comportamenti non rientrano nella sfera penale o comunque non si arriva a una condanna.
IL ROM-PALMARÈS DI TRIPODI E CARNEVALE
ANGELO ORLANDO TRIPODI
Nell’ambito dell’inchiesta “Alba pontina” sono uscite fuori inquietanti circostanze sul conto dell’attività politica di Tripodi, riferite alla Direzione Distrettuale Antimafia dal pentito Renato Pugliese, figlio di Costantino Di Silvio (detto Cha Cha).
In occasione delle elezioni comunali del 2016, quando l’attuale consigliere regionale (già AN, PDL, e poi un breve passaggio in Forza Nuova) si candidò a sindaco con una lista civica ebbe come “collaboratori”, durante la campagna elettorale, Gianfranco Mastracci (indagato nell’inchiesta Alba Pontina coordinata dalla DDA di Roma), e i fratelli Sabatino e Angelo Morelli, tutti e tre legati alla malavita Rom pontina, i quali si prodigavano a far votare Roberto Bergamo come consigliere comunale per la lista “Latina Olim Palus 2032” e Angelo Tripodi come primo cittadino. Ogni voto recuperato veniva pagato 30 euro. Da segnalare che Angelo Morelli, legato a Cha Cha e ai fratelli Travali, è stato nel frattempo condannato in via definitiva a 4 anni e 6 mesi in relazione all’indagine Don’t Touch.
Sempre secondo le dichiarazioni di Pugliese – che, è da ricordare, è un collaboratore di giustizia ritenuto credibile dall’Antimafia romana – Tripodi aveva affidato la sua campagna elettorale a Giancarlo Alessandrini, il capo ultrà della curva maiettana e legato a stretto giro alla banda di Don’t Touch (per cui è indagato nel secondo filone dell’indagine).
Inoltre, tra quelli che vengono definiti da Renato Pugliese collettori tra politica e criminalità viene indicato anche Emanuele Forzan (non indagato), il segretario di Tripodi.
Al di là di quanto emerso dall’inchiesta “Alba pontina”, c’è un atto commesso da Angelo Tripodi che dovrebbe condannarlo, in un contesto civile, serio e di rispetto della legalità, all’oblio politico.
Probabilmente rincuorato dalle farneticanti esternazioni di Antonio Pennacchi al Circolo cittadino che aveva teorizzato un presunto pregiudizio dei latinensi colpevoli, a detta del Premio Strega, di essere razzisti con l’ex Presidente del Latina calcio in quanto nero e con Cha Cha in quanto “zingaro”, il 15 novembre 2017 Pasquale Maietta pubblica su Facebook un lungo post di commiato da Latina. Il clamore legato alle sue vicissitudini giudiziarie (inchieste Olimpia e Starter), in relazione alle quali si è salvato dall’arresto solo grazie alla immunità parlamentare di cui godeva in qualità di deputato di Fratelli d’Italia, lo ha indotto a lasciare Latina. Ovviamente Maietta, nel post, ripercorre la storia a suo modo, quasi atteggiandosi a martire, e parlando del suo Latina calcio come fosse stato un fiore all’occhiello invece che un colabrodo finanziario.
Ebbene, tra i “like” che riceve il suo post c’è anche quello di Angelo Tripodi, all’epoca in fase di amoreggiamento con l’allora sindaco di Amatrice Pirozzi.
Non contento del “like”, l’attuale consigliere regionale leghista così commenta testualmente: “Capisco pienamente il tuo sfogo e il tuo dolore nel dover lasciarla (ndr: si riferisce a Latina) per difendere i tuoi Amati figli”.
La solidarietà espressa a novembre del 2017 da Tripodi a Maietta assume una valenza politica per tre motivi:
- il neoleghista all’epoca pirozziano è un uomo politico, per cui le sue dichiarazioni pubbliche hanno un peso politico;
- nel suo commento non ritiene di far alcun accenno alle gravissime accuse rivolte a Maietta, che tra l’altro riguardano anche fatti e comportamenti che coinvolgono Maietta come assessore al bilancio del Comune di Latina (periodo in cui Tripodi fu prima consigliere di maggioranza e poi assessore alle attività produttive);
- la locuzione”capisco pienamente il tuo sfogo” è a dir poco inquietante, soprattutto se si legge il post di Maietta, che, come detto, si atteggia incredibilmente a martire.
A distanza di cinque mesi da quel post scatta l’operazione della magistratura “Arpalo”, che vede nuovamente coinvolto Maietta, il quale, non più protetto dall’immunità parlamentare, viene arrestato.
L’inchiesta riguarda i reati di associazione per delinquere, frode fiscale, riciclaggio, trasferimento di valori all’estero e bancarotta.
Nonostante il clamore della vicenda e la circostanza che sia coinvolto un personaggio di Latina che è stato consigliere comunale, assessore comunale e deputato, il neo eletto consigliere leghista rimane in silenzio. In fondo si era già espresso con quel suo commento, che in effetti, a ragionarci un attimo, probabilmente aveva tanto il sapore di una marchetta.
A ben vedere, tutta la classe dirigente della Lega locale è rimasta in silenzio sul caso Maietta: dall’attuale deputato e coordinatore regionale nel Lazio Francesco Zicchieri, i cui manifesti elettorali per le comunali di Terracina 2016 furono ritrovati nell’auto dell’affiliato ai Di Silvio Agostino Riccardo (inchiesta Alba Pontina), fino al senatore e sottosegretario al Ministero del Lavoro nell’attuale Governo, Claudio Durigon. Il silenzio di quest’ultimo, potente uomo di partito e di sindacato (UGL), è in linea con il like che anche lui ha riservato, nel novembre 2017, al post auto-assolutorio di Maietta.
MASSIMILIANO CARNEVALE
Nel 2005 i capannoni di due società di pulizia (Latina multiservizi e Iride multi servizi) di Giuseppe Pastore (ex assessore provinciale agli affari generali in quota UDC), andarono a fuoco.
Pastore dichiarò che precedentemente all’incendio aveva subito delle intimidazioni atte a farlo desistere dalla presentazione di offerte per un’asta riguardante un immobile uso artigianale sito a Latina in località Borgo San Michele. L’indagine della Procura vide il rinvio a giudizio di Massimiliano Carnevale, all’epoca consigliere comunale dell’UDC, e di personaggi appartenenti alla criminalità organizzata, e precisamente Gianluca Tuma, interessato all’immobile di Borgo San Michele, e i suoi sodali Costantino “Cha-Cha” Di Silvio, Davide Di Guglielmo e Giampiero Di Pofi.
Dall’incendio (ottobre 2005) alla sentenza del Tribunale di Latina (aprile 2015) sarebbero passati quasi dieci anni. Il Tribunale di Latina ritenne non provato il nesso tra l’incendio e le pressioni ricevute da Pastore e assolse gli imputati, mentre per il reato di turbativa d’asta stabilì il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.
Ritornando all’iniziale “me ne frego”, da un punto di vista politico i fatti appena narrati rimangono rilevanti, anche se non vi è stata alcuna condanna, perché dal processo è emerso che Massimiliano Carnevale, consigliere comunale, non aveva alcun problema ad accompagnarsi con tipi come Di Guglielmo e Di Pofi o Tuma e Cha Cha. A proposito di questi ultimi va segnalato che sono stati condannati in via definitiva in relazione all’indagine Don’t Touch (3 anni e 4 mesi per il primo, 10 anni per il secondo).
IL PALMARÈS CONSILIARE DI TRIPODI E CARNEVALE
Tripodi e Carnevale sono anche accomunati dall’aver fatto parte come consiglieri di maggioranza dell’amministrazione Zaccheo dal 2002 al 2010.
Circostanza quest’ultima di non poco conto, tanto che, ad esempio, se lo scellerato progetto, privo di qualsiasi fattibilità economica, del project financing relativo alla tramvia è andato avanti si deve anche al loro voto in Consiglio comunale.
Hanno esaminato gli atti? Hanno seguito sugli organi d’informazione le osservazioni del comitato metro-bugia che documentava, senza ombra di dubbio, che il contributo regionale su cui si reggeva il piano economico-finanziario era farlocco?
Se la convenzione trentennale è stata approvata, nonostante fosse tutta a favore del privato e a discapito dell’amministrazione comunale, si deve anche al loro voto.
Cosa facevano in Consiglio comunale, invece di preoccuparsi della città? Le due azioni legali per circa 35 milioni di euro intraprese contro il Comune di Latina sono proprio figlie di quella assurda convenzione sulla quale hanno messo la loro firma politica anche Tripodi e Carnevale.
Se l’altro sciagurato project financing targato amministrazione Zaccheo, riguardante il cimitero con tanto di tassa sul morto e ovviamente relativo contenzioso milionario, ha visto la luce è anche per via del voto di Tripodi e Carnevale.
Le hanno lette le carte? Come hanno fatto a non accorgersi delle tantissime criticità?
Mentre la città veniva spacchettata dal punto di vista urbanistico creando volumetrie superiori a quelle consentite, Tripodi e Carnevale dove erano?
Si potrebbe andare ancora avanti, ma è sufficiente aver dato conto di queste vicende per sostenere l’assoluta inadeguatezza dei due neoleghisti in ordine all’amministrazione della res publica.
Solo per completezza, Tripodi ha fatto parte anche dell’amministrazione Di Giorgi. Eletto consigliere comunale nel 2011, è stato poi nominato assessore alle attività produttive nel 2013.
OCCHI CHIUSI E MEMORIA CORTA, IL CANCRO DI LATINA
È evidente che la città di Latina assomma due grandi mali: la tendenza a chiudere gli occhi e ad avere la memoria corta.
OCCHI CHIUSI
Se ci siamo ritrovati con il clan Ciarelli-Di Silvio a fare il bello e il cattivo tempo è anche perché Latina ha purtroppo dimostrato di non essere dotata degli opportuni anticorpi. Clamorosa evidenza di ciò è la vicenda di Maietta.
Rintanarsi in un piccolo giardino, far finta di non vedere e non sapere, accettare che la politica non denunci, continuare normalmente a condividere rapporti con chi è contiguo ad un certo mondo che vive di proventi illeciti è proprio quello che non si deve più fare.
Ecco perché qualsiasi cittadino, indipendentemente dalle proprie simpatie politiche, non può non ritenere gravissima la circostanza che un partito come la Lega, che afferma di puntare a vincere le prossime elezioni comunali, non provi alcun turbamento a seguito di quanto emerso su Tripodi nell’ambito dell’operazione “Alba Pontina”.
Da biasimare, e non poco, i leghisti di Latina anche per il fatto di aver accolto con tanto di presentazione da star Massimiliano Carnevale, assolutamente noncuranti delle pressioni da quest’ultimo esercitate sul suo allora collega di partito (UDC) affinché non partecipasse ad un’asta immobiliare alla quale era interessato il pregiudicato Gianluca Tuma. Al netto del suo salto carpiato da un partito all’altro, questa volta senza soluzione di continuità dal PD alla Lega di Salvini.
MEMORIA CORTA
Oltre agli occhi chiusi, l’altro grande male di Latina è la memoria corta.
Si tendono a valutare le dichiarazioni del momento, le promesse per il futuro, mai a considerare l’azione già svolta da un politico, soprattutto se sempre in maggioranza e per così tanti anni.
Nel periodo in cui Tripodi e Carnevale sono stati amministratori pubblici sono successe tante cose al Comune di Latina. Possibile che nessuno gliene chieda conto? È accettabile che debbano passare come dei verginelli della politica intenti a lavorare per il cambiamento e un futuro radioso? Proprio loro poi che sono stati partecipi di un passato nefasto per la città.
IL FUTURO DI LATINA
Per il bene della città si valutino innanzitutto le persone e la loro credibilità e si solidarizzi con chi ha il coraggio di denunciare certe collusioni e contiguità.
Ora che finalmente la magistratura e le forze dell’ordine sono intervenute con tante inchieste importanti, che in alcuni casi sono già arrivate a sentenza definitiva, è più facile sviluppare gli anticorpi per emarginare i collusi e i contigui.
Non è tempo perso chiedere conto a chi fa politica del suo operato utilizzando, come criterio di giudizio, la valutazione delle cose fatte quando sono stati ricoperti incarichi pubblici.
Non serve fidarsi di slogan buttati lì per cercare di compiacere il potenziale elettorato.
È ora di porre la seguente semplice domanda: perché mai chi nel passato recente ha amministrato male la città determinando sperpero di risorse pubbliche, ora, solo perché cambia casacca (in questo caso, quella più ambita dal punto di vista del consenso nel Paese), dovrebbe diventare un oculato e diligente amministratore?
Tanto per intenderci, così come Cristiano Ronaldo è sempre Cristiano Ronaldo sia con la maglia del Real Madrid sia con quella della Juventus, anche Carnevale e Tripodi, qualsiasi maglia indossino, rimangono sempre quelli che non hanno avuto alcun problema a rapportarsi con personaggi tristemente noti nella città e quelli che nel corso di un lungo periodo hanno dato ampia prova di negligenza come amministratori pubblici di maggioranza al Comune di Latina.