Ma che succede nella Lega a Latina? Con il vento in poppa per mesi, ora il suo consenso sembra calare a causa di un arretramento in ambito nazionale (i temi storici del Capitano Salvini fanno meno presa durante l’emergenza Covid-19). Al contempo, sul locale, in tutta la provincia, ribollono diverse lotte intestine: una carica revocata e un’assunzione considerata da molti inopportuna le ultime grane
Un paio di settimane fa, il siluramento di Roberto Reginaldi, coordinatore della Lega a Sezze, e uomo riconosciuto nei quadri provinciali interni del partito di Salvini come pioniere del Vangelo del Capitano (sin dall’epoca di Noi Con Salvini) in una terra avara di consensi come la roccaforte Dem dei Lepini. E lui, Reginaldi, che ci tiene a dire di essere soprannominato il Bisonte dell’Agro Pontino, non ci sta e, forte dell’appoggio della Lega Giovani setina, si ritiene spodestato di un ruolo con cui aveva tenuto in vita un partito che, dalle parti sue, sarebbe stato ridotto, secondo lui, a consensi da prefisso telefonico. Alle elezioni amministrative 2017, Reginaldi, un vero fiume in piena quando lo interpelliamo, ci dice di aver mancato l’elezione per pochissimo e, se lui avesse voluto, ora sarebbe ancora in consiglio comunale con un’altra compagine. Tuttavia, per amore di Salvini e della Lega, ha preferito lavorare e presentarsi con il movimento che un tempo fu di Bossi e Maroni.
A revocargli la nomina, una lettera del coordinatore provinciale della Lega (nonché Responsabile Regionale Sviluppo Economico e Attività Produttive “Lega Salvini Premier” Regione Lazio), Silviano Di Pinto, originario di Terracina, esperto in temi economici e produttivi e negli organi di Confesercenti, per cui ricopre un ruolo di peso – Direttore commerciale e marketing a livello nazionale.
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Nominato da circa un anno ai vertici locali e vicino al deputato e coordinatore regionale della Lega Francesco Zicchieri, anche lui di Terracina (nonostante sia nato ad Alatri ed eletto alla Camera nel collegio ciociaro), Di Pinto vorrebbe che di sé si parlasse solo come professionista esperto o tecnico specializzato “in politiche e tecniche di Credit Risk Mitigation”, come scrive lui stesso sul suo profilo Linkedin.
Essere coordinatore provinciale della Lega a Latina, come ci ha spiegato, è stato un passo per la sua famiglia, per il suo territorio che considera ricco di potenziale ma devastato. Sin dalla sua nomina, ci ribadisce, ha specificato di voler gestire il partito come un’azienda (la lezione di Berlusconi anni ’90 è ancora viva, aggiungiamo noi) perché lui è stimato da tutti, e in tutta Italia, ed è conosciuto come un manager: “Se piace come sto operando ai vertici bene, altrimenti ciccia!”. Ecco perché quando gli domandiamo della cacciata di Reginaldi, si irrigidisce e bolla le domande come “stronzate”, afferenti a una visione “micro” della politica di cui non vuole sentire parlare.
Eppure, da più parti, all’interno della Lega, dopo l’esonero di Reginaldi – un fatto minimo nell’emergenza Covid-19 e su questo non c’è che concordare con Di Pinto – quei mal di pancia interni per l’assunzione della moglie di Di Pinto medesimo come Assistente locale alle dipendenze della Deputata Europea Luisa Regimenti sono venuti fuori. E le critiche, tra militanti ed esponenti locali, non sono mancate, rigorosamente in famiglia come da dettame andreottiano old style (“I panni sporchi…“).
Di Pinto, che ci dice di avere una mole enorme di lavoro (“dedico un solo minuto al giorno al coordinamento provinciale della Lega“) ed essere realizzato professionalmente (“mi adorano tre quarti delle aziende di questa provincia, anche in tutta Italia“), ha risposto che la moglie, Claudia Licari, “specializzata in pedagogia e psicologia”, non aveva nessun bisogno di quel posto in Europa. Anche perché se ne avesse avuto, ci fa Di Pinto: “Assumevo mia moglie in una delle mie società, come ho assunto tanti militanti, pure della Lega, che avevano bisogno di lavoro“. A patto che siano brave persone e laureate, ribadisce.
E sì che, nei mesi scorsi, qualche nomina diretta o indiretta, che Latina Tu ha raccontato con dovizia di particolari, ha generato più di qualche imbarazzo.
Per carità, niente a che vedere con l’ingaggio nei quadri dirigenziali dell’Ugl (il vivaio sindacale della Lega in provincia di Latina e nel Lazio) di Simone Di Marcantonio, personaggio in chiaroscuro, coinvolto in più vicende e vicino al personaggio contiguo con la ‘ndrangheta, Sergio Gangemi. E alla fine dimesso.
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E anche diverso dal caso di Salvatore De Monaco, ex politico consumato di Msi/An/Pdl, sergente di ferro dell’ex sindaco di Latina Zaccheo, e per una vita eletto tra il Comune di Latina e la Provincia (di cui è stato persino Presidente facente funzioni).
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Eppure che fosse inopportuna la nomina di Claudia Licari come Assistente Locale dell’onorevole europea Regimenti (medico ed eletta alle scorse Europee nella circoscrizione di Italia Centro) pare lo sapesse lo stesso Di Pinto che, non appena gliel’hanno rinfacciata, a caso Reginaldi deflagrato, ha avvertito la stessa Regimenti che la moglie l’avrebbe chiamata per chiedere il licenziamento.
Licenziamento per il quale l’onorevole Regimenti conferma, rispondendo ad alcune domande che le abbiamo inviato: “La Sig.ra Claudia Licari è stata assunta con contratto regolare a tempo determinato da gennaio a giugno 2020 (part-time di sei mesi), con mansioni relative all’organizzazione di eventi territoriali. A causa delle restrizioni del Governo per prevenire il contagio da Covid-19, tutte le attività di promozione e organizzazione eventi sono state annullate e quindi la stessa Sig.ra Licari si è dimessa dall’incarico prima della sua naturale conclusione, prevista nel mese di giugno 2020“.
Quindi, a sentire Regimenti, non c’è nessuna richiesta di dimissioni di Licari
dovuta ai malumori interni per la sua assunzione. Secondo la Deputata europea tutto è ascrivibile all’emergenza da Coronavirus. Sarà, fatto sta che alla domanda con quali criteri e modalità è stata assunta Licari, la Deputata europea ha pensato di non rispondere, sebbene il dubbio che sia stata ingaggiata perché moglie del coordinatore provinciale della Lega di Latina, in alcuni militanti scontenti, permanga.
Ad ogni modo, a Licari e Di Pinto va riconosciuto che, almeno, ad ora, un argomento di critica hanno provveduto a eliminarlo (ndr: sul sito del Parlamento europeo, va detto, il nome di Licari appare ancora come Assistente locale di Regimenti), a differenza, ad esempio, di De Monaco che invece rimane ben saldo sulla cadreghina che gli ha assegnato il Deputato Europeo Matteo Adinolfi. Incarichi, lo ricordiamo, che sono pagati dai contribuenti e, in ragione dell’emergenza Covid-19, che Di Pinto ha tenuto a sottolineare nell’accesa ma franca telefonata intercorsa con Latina Tu, andrebbero valutati meglio. Lo diciamo sommessamente.
Tuttavia, nell’interlocuzione che abbiamo intrattenuto con il coordinatore provinciale, in cui lui stesso, infastidito dalle nostre domande sulla revoca a Reginaldi e sull’assunzione della moglie, ci rivela che, rispetto al suo ruolo di coordinatore politico provinciale della Lega: “Poco c’entro con questo mondo politico. Non le dico che a breve sicuramente mi sfilerò. Se non vedo che dalla stampa locale (ndr: da cui esclude Latina Oggi di cui apprezza il modo con cui lo interpella) alle relazioni locali non c’è un sentiment di crescita sana, anche negli altri partiti. Io ritengo che oggi, con tutto quello che è accaduto nel mondo, non si può fare politica se non costituendo tavoli seri e strutturati tra tutte le forze politiche. Qui, però, sui territori si scannano la destra con la sinistra, Forza Italia con la Lega, la Lega con i 5Stelle. Si va avanti per individualismi“.
“Non sono deluso dalla Lega – continua Di Pinto – ma da una situazione trasversale di tutti i partiti a livello locale. Ecco perché sto riflettendo su cosa voglio fare da grande a livello politico“.
Sulla revoca di Reginaldi – il quale ritiene di essere stato allontanato per un commento sui social ritenuto poco consono, sotto un post della senatrice Anna Cinzia Bonfrisco (ex sua amica, quasi di famiglia ci dice il setino) che si rallegrava dell’aggiudicazione di un contratto della Marina statunitense a Marinette Marine Corporation, controllata di Fincantieri, per un valore di circa 800 milioni di euro – Di Pinto sostiene che Reginaldi non è stato cacciato dalla Lega e che il ruolo di coordinatore ha la stessa valenza di quello di un militante: “Per me il coordinatore vale tanto quanto l’ultimo dei militanti. Io non ho allontanato nessuno, io ho avvicinato altre persone e militanti per crescere. Tutti fanno politica. L’importante che siano persone serie e preparate, un valore aggiunto“.
Ma allora perché – insistiamo – è stato escluso Reginaldi?. “Lo chieda a Salvini, a Durigon, a Zicchieri, lo chieda, non lo so, a Berlusconi“.
“Lei mi chiama – rivolto a chi scrive – per chiedermi del coordinatore di Sezze, ma stiamo scherzando? Mi chiami per le cose più importanti“. In realtà lo abbiamo chiamato anche per l’assunzione della moglie: “Ecco appunto due domande banali. Spero che la prossima volta mi chiami per chiedermi delle problematiche del territorio, quali proposte abbiamo“. E giù tutta una serie di suggerimenti di domande che avremmo dovuto rivolgergli.
“Lo capisce allora perché mi allontano dalla politica? – ribadisce Di Pinto – perché i giornali che per me hanno una funzione strategica scrivono solo cazzate, perché chiedete solo cazzate. Su Latina Oggi, Massimo (ndr: Pizzuti, Direttore generale di Giornalisti Indipendenti Società Cooperativa PA, l’azienda editrice di Latina Oggi e Ciociaria Oggi) quando mi fa uscire, mi fa uscire solo per dire cose concrete“.
“La cosa che mi dispiace è che Lei, che dà un ruolo politico al coordinatore provinciale, mi chiama solo oggi (ndr: la scorsa settimana quando abbiamo ascoltato Di Pinto) per la prima volta, e mi chiama per dirmi stronzate. Se Latina Tu (ndr: che dice di non conoscere) mi chiamava per dirmi qualcosa di concreto e di sensato…“. Le domande che voleva Lei, lo interrompiamo: “Allora oggi potrei avere un atteggiamento diverso, invece mi chiama per dire solo stronzate…sono basito, mi hanno chiamato tre, quattro giornali per chiedere tutti la stessa cosa: è imbarazzante che mi chiamate solo per le polemiche. Le polemiche non servono a nessuno, avete il diritto-dovere di fare informazione pacata. Ora capisce perché voglio allontanarmi dalla politica perché i giornalisti…“. Quindi per colpa dei giornalisti si vuole allontanare dalla politica, gli chiediamo: “No, solo per colpa dei giornalisti, anche per colpa dei giornalisti, perché stiamo parlando di niente. La prima volta che ci sentiamo e mi chiede informazioni su questo (ndr: Reginaldi e assunzione della moglie), almeno poteva dirmi che vi occupavate anche di questi gossip a livello locale. Le domande che mi ha fatto sono delle scemenze“.