Massimo De Simone, presidente del Comitato Bugia Blu, ha presentato un esposto molto dettagliato contro l’aumento dei prezzi degli autobus nel Comune di Latina
La notizia del rincaro sta facendo discutere da giorni, sebbene il provvedimento risalga allo scorso anno, esattamente al 28 novembre 2019 quando, con una Delibera di Giunta Municipale, l’amministrazione di Latina aveva stabilito gli aumenti tariffari degli autobus in circolazione nel capoluogo pontino.
Nel lungo e molto particolareggiato esposto di De Simone, da anni impegnato in battaglie civiche inerenti i trasporti (su tutte il bluff della metro leggera di Latina), l’ingegnere ripercorre la recente storia della gara d’appalto vinta a settembre 2018, per il servizio di trasporto pubblico locale (TPL) sul territorio comunale, dal raggruppamento di imprese denominato “CSC Mobilità” composto dalle società Cilia Italia srl, Cialone Tours Spa e Sac.
L’esposto è stato indirizzato all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, all’Autorità Nazionale Anticorruzione (Anac) e alla Procura generale della Corte dei Conti.
Come noto, la gara vinta da Csc prevede un affidamento del TPL pari a 6 anni, per un importo di oltre 23 milioni di euro (oltre IVA) suddiviso in oltre 19 milioni di euro di rimborso chilometrico da contributo regionale e più di 4 milioni di euro per i biglietti e gli abbonamenti.
I proventi da biglietto pari 4.513.000,00 euro sono a loro volta suddivisi in altre voci ben sintetizzate nello schema preparato dall’ing. De Simone (di seguito).
“La previsione dei titoli venduti annuali del bando – scrive De Simone – è stata calcolata come media del triennio 2013- 2015, per un numero annuale di biglietti venduti di corsa semplice pari a 385.000 (che al prezzo di vendita pari a 0,80 € fornisce un totale di incasso annuale pari a € 308.000,00), per un numero annuale di biglietti a tariffa per 100 minuti di corsa pari a 400 (che al prezzo di vendita pari a 1,20 € fornisce un totale di incasso annuale pari a € 480,00) e per un numero annuale di biglietti di corsa semplice con addizionale da acquistare esclusivamente in vettura pari a 19.500 (che al prezzo di vendita pari a 1,50 € fornisce un totale di incasso annuale pari a e € 29.250,00) per un totale complessivo da biglietto pari a € (308.000,00 + 480,00 + 19.500,00)= € 327.980,00. Le suddette tariffe da biglietto di cui al bando risultano istituite dal Consiglio Comunale con Deliberazione di C.C. n.47 del 21.03.2003“.
Tuttavia, prosegue l’esposto di De Simone, la Giunta Municipale ha determinato, nello scorso novembre, un aumento delle tariffe dei biglietti approvate con la Deliberazione di Consiglio Comunale n.47/2003, “chiamato in maniera del tutto impropria “rimodulazione del piano tariffario del trasporto pubblico locale“.
“Il sostanziale aumento dei prezzi dei biglietti (del 50% per i biglietti più renumerativi di corsa semplice passati da 0,80 € a 1,20 €) – continua l’esposto – avvenuto a poco più di un anno dell’aggiudicazione del bando di gara, appaiono con tutta evidenza favorire l’attuale gestore e aggiudicatario della gara nonché risultare lesivi delle più basilari forme di correttezza amministrativa e norme sulla par condicio e sulla Trasparenza. Appare infatti evidente che le offerte di gara pervenute per la gestione del servizio, in base alle quali è stata poi aggiudicata la gara alla società CSC, siano state calibrate sulla base di quanto contenuto nel bando pubblico sopra menzionato ed in particolare sui prezzi indicati nel disciplinare di gara e quindi sull’importo/ricavo stabilito per i partecipanti“.
“Le motivazioni fornite nella Delibera di Giunta n. 363/2019 per l’applicazione degli aumenti tariffari del biglietto, appaiono illogiche, incomprensibili e manifestamente contraddittorie“. Secondo De Simone, le ragioni amministrative in delibera che avrebbero spinto il Comune ad aumentare il prezzo del biglietto sono infondate. Andiamo a vedere perché.
PROROGHE DI SERVIZIO – “Sebbene già di per sé del tutto irrilevante, basta ricordare che l’odierna amministrazione è in carica dal giugno 2016 mentre la pubblicazione del bando risale al maggio 2018 e l’aggiudicazione della gara al luglio 2018. Pertanto l’Amministrazione, essendo trascorsi più di due anni, nei quali ha peraltro concesso ben altre quattro proroghe al vecchio gestore, avrebbe avuto tutto il tempo a disposizione per approntare eventuali modifiche tariffarie con i dovuti passaggi amministrativi, anche in Consiglio Comunale“.
EVIDENTI E INNEGABILI INCREMENTI RELATIVI ALLA QUALITÀ E ALLA FRUIZIONE DEL SERVIZIO – “Basta ricordare che le caratteristiche della gestione sono previste nel bando stesso ed in particolare nel capitolato prestazionale. Semmai allora sarebbe da verificare se la nuova gestione stia rispettando tutti i parametri del nuovo bando e dell’offerta di gara sulla quale si è aggiudicato il servizio, i tempi di attuazione e se siano state eventualmente applicate le previste penali, e non evidenziare, in maniera del tutto superflua e insignificante, se vi siano stati incrementi della qualità rispetto alla vecchia gestione, frutto di un bando datato di decenni e completamente diverso da quello odierno“.
AUMENTO DEL NUMERO DI UTENTI TRASPORTATI E IL CONSEGUENTE AUMENTO DEI TITOLI VENDUTI – “Non solo questo è ininfluente come le precedenti ai fini dell’aumento del prezzo dei biglietti ma è addirittura contraddittorio. Cioè in pratica la situazione evidenziata avrebbe dovuto scongiurare ogni più lontana idea di aumentare il prezzo dei biglietti e il connesso profitto del gestore e, semmai quindi, al limite, diminuirli piuttosto che aumentarli. Le percentuali di aumento fornite dal Comune di Latina e desunte dal sito istituzionale sono state infatti già di per sé fonte di maggior ricavo per il gestore. Esclusivamente considerando l’aumento dei passeggeri con biglietto, il ricavo del solo primo anno è stato maggiore di più di mezzo milione di euro (519.270,00 €) rispetto alla previsione economica del bando di gara calcolata sulla media del triennio 2013-2015 nel quale il servizio offerto, come già detto, era assai differente. Sulla base della durata temporale dell’intera gestione invece, mancando ancora 4 anni e mezzo al termine del contratto, il maggior ricavo previsionale sarà pari quasi 2,5 milioni di euro (€ 519.270 x 4,5= € 2.440.569,00). Tanto non è bastato relativamente al maggiore ricavo riscosso dal gestore dovuto all’incremento del numero di biglietti rispetto a quanto prospettato dal bando pari a circa 2,3 mln di euro per far demordere l’Amministrazione in carica che, mediante l’aumento del prezzo dei biglietti di cui alla recente deliberazione di Giunta Municipale, sta tentando di concedere al gestore un ulteriore gettito, sostanzioso e incomprensibile, quanto assolutamente non previsto e del quale non si capisce nemmeno la reale motivazione. Il maggior ricavo annuale stante l’aumento del prezzo dei biglietti risulta pari a € 430.800,00 rispetto alle tariffe del bando di gara bando di gara, e sulla base della durata temporale dell’intera gestione, mancando ancora 4 anni e mezzo al termine del contratto, il maggior ricavo previsionale sarà pari a quasi 2 milioni di euro (€ 430.800 x 4,5= € 1.938.200,00). A tal proposito per maggiore chiarezza vedasi la parte in rosso della tabella riassuntiva che nuovamente si riporta. Tale immotivato e inspiegabile surplus di ricavo economico sarà profuso al gestore direttamente dalle tasche dei cittadini utenti“.
CERSITES UNIVERSITÀ LA SAPIENZA DI ROMA – “Assolutamente inconsistente è poi anche il riferimento contenuto nella Delibera di Giunta alla analisi eseguita dal Ce.R.SI.Te.S dell’Università La Sapienza di Roma (pagata con la Determinazione n. 14094 del 29.07.2019 del Dirigente ai Trasporti Francesco Passaretti), che evidenzia che il costo del biglietto ordinario così come stabilito dal bando risulta inferiore rispetto alla media delle città considerate nello studio”.
LE CONCLUSIONE DI BUGIA BLU
Dopo aver sviscerato la questione, De Simone ricorda la vicenda dei 2 autobus che il Comune di Latina avrebbe voluto acquistare al posto della CSC: “In data 27/11/2018 con Deliberazione n. 411/2018 la Giunta Comunale, a pochi mesi dall’inizio della gestione da parte del nuovo aggiudicatario CSC, su proposta di Deliberazione n. 453/2018 del 27/11/2018 Il Dirigente Polizia Municipale e Trasporti Francesco Passaretti, delibera l’acquisto di due autobus ibridi/elettrici per un importo pari a € 780.000,00 ad integrazione della flotta esistente, poi ratificata dalla Delibera di Consiglio Comunale n. 108/2018 del 28.12.2018. Tuttavia, il capitolato prestazione relativo alla gara vinta da CSC stabilisce all’articolo 12 che “l’Affidataria potrà utilizzare, per il servizio prestato a favore dell’Ente, la parte degli autobus costituenti la flotta di proprietà dell’Ente, costituita da n. 33 mezzi, che risponde ai requisiti prescritti dalle norme di riferimento per il servizio. L’utilizzazione degli stessi resta in ogni caso subordinata alle previe verifiche, adeguamenti o ricondizionamenti necessari con oneri e costi a totale carico dell’Affidataria“.
“Questa inspiegabile scelta – sostiene De Simone – con cui l’Amministrazione tentava inverosimilmente di farsi carico di oneri spettanti all’aggiudicatario mediante la corresponsione da cassa comunale, non fu poi più messa in atto e gli autobus non più acquistati, dopo le ovvie eccezioni mosse da opposizione e associazioni cittadine“. Secondo De Simone, dunque, la scelta di acquistare autobus e il rincaro biglietti sarebbero decisioni volte a favorire il privato, nel caso di specie il gestore del TPL di Latina: la CSC. Pertanto, rivolgendosi alle autorità interpellate si domanda, come Presidente del Comitato Bugia Blu, sostanzialmente quattro cose:
- Se per la normativa vigente sia sufficiente una delibera di Giunta Municipale per sopravanzare le tariffe precedentemente adottate dal Consiglio Comunale;
- se, secondo la normativa vigente e la giurisprudenza di merito (Consiglio di Stato e non ultima la Corte di Giustizia Europea), sia possibile derogare dal principio della parità di trattamento e dall’obbligo di Trasparenza mediante l’apporto di modifiche economiche sostanziali al contratto (tra l’altro di importo milionario) dopo l’aggiudicazione della gara, con la conseguenza di differenti caratteristiche rispetto a quelle del contratto iniziale per cui se esse fossero state previste nei documenti disciplinanti la procedura di aggiudicazione originaria, le offerte sarebbero state diverse oppure avrebbero potuto partecipare offerenti diversi;
- se tali modifiche si pongano invece in contrasto con il diritto amministrativo e con la giurisprudenza di merito, ledendo i riconosciuti principi sulla correttezza amministrativa sulla Trasparenza e sulla par condicio e quali siano le conseguenze.