LATINA, I CANNABIS SHOP TOLGONO SOLDI AL CLAN DI SILVIO E A TUTTA LA MALAVITA

Da dicembre 2016, nonostante la legge, è stato creato un vuoto legislativo in Italia che ha permesso la vendita della Cannabis Light, cioè di una qualità particolare di marijuana chiamata sativa.

La sativa ha una percentuale irrilevante di THC, infatti per legge non deve superare lo 0,2%, che rende l’effetto della Cannabis Light simile a quello di una valeriana.

LIBERALIZZAZIONE NON INTENZIONALE

Siamo al 2 dicembre del 2016, il Parlamento approva una legge per consentire il ritorno alla coltivazione della canapa per fini industriali i cui prodotti, secondo Lazio Canapa, sarebbero 25mila: dall’agroalimentare alla cosmetica, dalla medicina al tessile, dall’edilizia all’ingegneria.

In questo caso, la vision del legislatore è stata quella di cercare di porre un freno alla cronica crisi che colpisce il settore agricolo del Belpaese, restituendo a nuova vita numerosi terreni incolti e creando un nuovo ambito di business legale.

Mappa dei paesi in cui la cannabis è legale

LA CANNABIS LIGHT È UNA DROGA?

Secondo l’associazione Cannabis Legale, l’elevato tasso di Cannabidiolo (CBD) presente nella cannabis light produce effetti miorilassanti, antiepilettici, antinfiammatori e antiossidanti; la sensazione di tranquillità che il soggetto può avvertire è, invece, frutto del tasso trascurabile di THC.

Il suo consumo non induce, inoltre, i tanto temuti effetti psicotropi, non causa ebbrezza e nessun tipo di paranoia.

Il CBD, contenuto in alte percentuali, potrebbe aiutare contro l’emicrania e i fastidi a carico delle articolazioni; le basse concentrazioni di THC favoriscono lo stato di veglia e il consumatore è di conseguenza, vigile.

Cannabis legale

EFFETTI COLLATERALI

Sempre secondo Cannabis Legale, non bisogna sottostimare il nesso tra la sostanza, le caratteristiche del consumatore e le modalità di assunzione. Anche se la Cannabis light non presenta, in virtù della sua composizione, particolari effetti collaterali.

Non  possono, però, essere trascurati i rischi associati alla combustione e tra questi si annoverano neoplasie maligne e disturbi a carico dell’apparato cardiovascolare e respiratorio.

La Cannabis light associata al tabacco può, inoltre, indurre nel fumatore il tabagismo.

Una particolare attenzione va riservata alla guida di veicoli: il Cannabidiolo (CBD) ha effetti trascurabili sulle capacità di guida, ma nella marijuana legale sono presenti alcune tracce di THC che possono essere rilevate nel corso di un controllo; quindi si potrebbe risultare positivi ad un eventuale test antidroga.

L’assunzione di Cannabs light è, invece, da evitare in caso di disturbi cardiaci e/o respiratori.

I DI SILVIO SUBISCONO IL MERCATO LEGALE

Secondo un recente studio pubblicato dalla prestigiosa Università di York, prodotto da tre italiani e condotto tra le altre anche in provincia di Latina, i negozi che distribuiscono cannabis light fanno una concorrenza spietata alle mafie, arrivando a togliere una fetta di mercato importante, quasi duecento milioni di euro.

Lo studio è stato condotto dal professore associato di Scienza delle Finanze, Vincenzo Carrieri, dell’Università della Magna Grecia di Catanzaro, e dai ricercatori Leonardo Madio dell’Ateneo di Louvain in Belgio e Francesco Principe dell’Erasmus School of Economics di Rotterdam.

Nei risultati, gli studiosi dichiarano di aver scoperto che la legalizzazione della cannabis light ha portato a una riduzione del 14% dei sequestri di marijuana illegale per punto vendita e a una riduzione dell’8% della disponibilità di hashish, oltre ad aver stimato una riduzione del 3% delle attività criminose collegate allo spaccio.

Più negozi aperti che fanno distribuzione portano ad un calo drastico dei sequestri di hashish e cannabis illegali, una leggera diminuzione dello spaccio e, in più, tolgono una fetta di mercato ai clan mafiosi, come i Di Silvio che hanno usato lo spaccio di sostanze stupefacenti, oltre che le estorsioni, come base per acquisire sempre più potere economico e controllo del territorio.

Basti pensare ad operazioni condotte dalle forze dell’ordine come Bon Bons, Lazial Fresco, Las Mulas che, anche se minori, erano incentrate sul filone del traffico di Cannabis illegale. Senza contare che fu proprio lo spaccio di stupefacenti, perlopiù cocaina ed hashish, che nel 2018 ha portato agli ultimi e più noti arresti dei Di Silvio a Latina (Alba pontina).

UN MESSAGGIO ALLA POLITICA

Questo studio entra a gamba tesa nell’accesa discussione politica che si è creata negli ultimi tempi attorno alla nascita dei cosiddetti grow shops, che il Ministro dell’Interno Matteo Salvini vorrebbe chiudere.

Salvini, Zicchieri e Tripodi
Matteo Salvini, Francesco Zicchieri e Angelo Tripodi

La politica dovrebbe essere parsimoniosa in un momento come questo e guardare oltre le mere necessità elettorali.

Il Ministro, che dice di voler combattere la criminalità, dovrebbe prendere in considerazione il ruolo che i cannabis shops hanno involontariamente assunto nella lotta alle mafie, comprendendo l’importanza economica oltre che sociale raggiunta dal mercato della cannabis light, esploso negli anni tra il 2016 e il 2018.

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