KARIBU: SLITTA UDIENZA, SI VA VERSO LA RIUNIONE DEI DUE PROCESSI

Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo
Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo

Caso Karibu-Aid: slitta l’udienza del processo per elusione fiscale a carico di suocera e moglie del deputato ex Alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro

Non si è svolta stamani, 23 aprile, come da programma, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, il processo che contesta l’elusione/evasione fiscale agli imputati della cosiddetta galassia Karibu. Alla sbarra, come noto, ci sono la fondatrice della cooperativa Karibu, Marie Therese Mukamitsindo, i figli, Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, e Michel Rukundo, più la ex collaboratrice della coop, Ghislaine Ada Ndongo.

Il processo è stato rinviato alla data già stabilita nella scorsa udienza di gennaio: il 28 maggio, ossia a circa due settimane, l’11 giugno, dall’inizio dell’altro processo, sempre nei confronti della famiglia Mukamitsindo/Soumahoro, che imputa reati quali riciclaggio, frode fiscale e bancarotta fraudolenta.

La Procura di Latina ha chiesto che i due filoni siano riuniti in un unico processo ed è probabile che già il 28 maggio il Tribunale deciderà: non è peregrino prevedere che il prossimo 11 giugno potrebbe iniziare un unico processo che, a conti fatti, sarebbe più logico per l’economia dei procedimenti penali.

Gli imputati del processo che avrebbe dovuto proseguire oggi sono difesi dagli avvocati Lorenzo Borrè e Francesca Roccato. A sostenere l’accusa i due pubblici ministeri Andrea D’Angeli (prossimo ad andare a Roma) e Giuseppe Miliano, mentre gli avvocati di parte civile – i lavoratori ex Karibu e consorzio Aid e il sindacato Uiltucs di Latina – sono Giulio Mastrobattista, Atina Agresti e Michele Calleri.

Il destino giudiziario per altri due imputati di questo processo, Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangyira, dovrebbe essere invece tra pochi giorni, il 26 aprile, al netto di un rinvio. Per entrambi il giudice per l’udienza preliminare Pierpaolo Bortone, lo scorso dicembre 2023, dopo aver rinviato tutti a giudizio, aveva disposto l’udienza stralcio, sempre davanti al giudice Simona Sergio. I due imputati, infatti, sono al momento irreperibili e l’udienza dovrebbe servire a verificare se nel frattempo siano stato raggiungi dalle notifiche.

Ad essere contestati, come detto, l’evasione fiscale e i reati tributari in merito alla gestione della cooperativa e dei suoi satelliti, su tutti il Consorzio Aid e Jumbo Africa, considerata dalla magistratura un vero e proprio veicolo per far arrivare i soldi in Ruanda e altri paesi esteri. Tutti devono rispondere dei reati fiscali: dall’evasione alle fatture false.

Nella prima udienza di gennaio, c’era stata battaglia tra gli avvocati difensori e quelli delle parti civili sulla costituzione di quest’ultime nel processo. Il Giudice per l’udienza preliminare Bortone, con un’ordinanza di dieci pagine, aveva già accolto la costituzione di parte civile da parte dei lavoratori della cooperativa Karibu e del consorzio Aid (trenta persone in tutto) e anche quella del sindacato che difende i loro interessi, quelli di operatori non pagati o addirittura mai pagati: la Uiltucs Latina del segretario Gianfranco Cartisano. Parti civili anche i commissari liquidatori di coop Karibu, Francesco Cappello, e consorzio Aid, Jacopo Marzetti, nominati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi mesi. Dopo i sequestri derivanti dalla prima inchiesta, gli ispettori del ministero di Adolfo Urso avevano proposto l’adozione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa in quanto hanno ravvisato l’ipotesi di insolvenza delle società avendo maturato debiti in particolare verso l’erario: oltre 3 milioni di euro con l’Agenzia delle Entrate. I lavoratori, invece, chiedono come parti civili 30 mila euro a testa, mentre il sindacato Uiltucs Latina ha fatto richiesta per 100mila euro.

Secondo al difesa degli imputati, non c’è nesso diretto tra il fatto che le cooperative non pagavano le tasse e l’erario, e la circostanza per cui non venivano corrisposti gli stipendi ai lavoratori. Il danno morale e patrimoniale, inoltre, sarebbe solo futuribile anche per la stessa coop Karibu, ormai in liquidazione. Nessun legame, quindi, tra gli stipendi che non hanno percepito i lavoratori e le condotte contestate agli imputati che eludevano le tasse (Irap e Ires). Alla stessa maniera, per la difesa, non è legittimato neanche il sindacato che per la difesa non ha subito alcun danno. Tutto il collegio difensivo, quindi, ha chiesto al giudice Sergio di escludere dal processo le parti civili.

Il Pm D’Angeli si è rimesso al giudizio del Tribunale, mentre l’avvocato di parte civile, Giulio Mastrobattista, ha considerato le eccezioni della difesa assolutamente pletoriche, poiché già dibattute in udienza preliminare:

Inoltre, secondo il legale, a cui si sono associati gli altri avvocati di parte civile, l’evasione fiscale inficiava evidentemente sul pagamento degli stipendi dei lavoratori, oltreché al fatto che il sindacato è sì legittimato perché ha assistito i lavoratori sia per questo procedimento che per l’altro che contesta truffa e frode fiscale, la cui inchiesta è stata chiusa sempre a dicembre 2023.

Il giudice Sergio si era riservata sulle eccezioni preliminari e aveva fissato il mini calendario per le prossime udienza. Oggi, 23 aprile, avrebbero dovuto esseri ascoltati un poliziotto e due militari della Guardia di Finanza che hanno condotto le indagini.

Per quanto riguarda l’altra indagine che contesta alla stessa Marie Therese Mukamitsindo e ai figli Liliane Murekatete e Michel Rukundo frode nelle pubbliche forniture, bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) e auto-riciclaggio (indagati anche i figli Richard Mutangana e Aline Mutesi), il rinvio a giudizio, con la fissazione del processo il prossimo 11 giugno, è avvenuto lo scorso 4 aprile.

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