KARIBU-AID: NON PIÙ AI DOMICILIARI MUKAMITSINDO E LADY SOUMAHORO

Marie Therese Mukamitsindo e la figlia Liliane Murakatete
Marie Thérèse Mukamitsindo e la figlia Liliane Murekatete

Caso Karibu-Aid: il Tribunale di Latina accoglie la richiesta delle difese e concede misure meno afflittive alla famiglia

Il III collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Mario La Rosa, Simona Sergio e Paolo Romano, ha accolto la richiesta degli avvocato Lorenzo Borrè e Francesca Roccato, concedendo una misura meno afflittiva per i tre principiali imputati del processo scaturito dal caso della coop Karibu e del consorzio Aid. La fondatrice della cooperativa Marie Therese Mukamitsindo e la figlia Liliane Murekatete, nonché moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, ai domiciliari dall’ottobre 2023, ottengono la misura meno afflittiva degli obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, i cosiddetti obblighi di firma. Il figlio della fondatrice, Michel Rukundo, da ottobre con l’obbligo di dimora in provincia di Alessandria dove risiede, avrà anche lui gli obblighi di firma solo per tre giorni a settimana.

A fine giugno è iniziato il processo scaturito dalle indagini di Procura e Guardia di di Finanza di Latina. Sul banco degli imputati i tre famigliari più la collaboratrice Ghislaine Ada Ndongo.

Gli imputati, come noto, devono rispondere di una serie di reati frutto della riunione di due procedimenti, poi diventati processi per via del rinvio a giudizio scaturito da due distinte udienze preliminari. Lo scorso 28 maggio, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, il processo che contesta l’elusione/evasione fiscale agli imputati della cosiddetta galassia Karibu è stato riunito, per richiesta del pubblico ministero Andrea D’Angeli, all’altro processo con al centro i reati di riciclaggio, frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa, i soldi pubblici, invece di essere impiegati nell’accoglienza dei migranti, venivano in parte incanalati verso spese sontuose per ristoranti, gioielli, sfizi e persino bonifici esteri che alimentavano altre attività oppure servivano a comperare immobili.

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Gli avvocati Borré e Roccato hanno ribadito la serie di eccezioni preliminari già rigettate in sede di udienze preliminari e riproposte anche al giudice monocratico Simona Sergio che, prima della riunione dei processi, aveva svolto, a gennaio scorso, una prima udienza del processo che contestava solo reati di natura fiscale. Il giudice monocratico si era riservato.

Tali eccezioni, riproposte anche davanti al processo riunito davanti al III Collegio del Tribunale, chiedono l’esclusione delle parti civili, in particolare quella del Codacons difeso dall’avvocato Bruno Barbieri, non legittimato ad essere parte nel processo per via del suo statuto. In generale, secondo la difesa, vanno escluse tutte le parti civili tranne il commissario della ex Karibu. Senza contare che, a parere della difesa, alcuni Comuni non hanno legittimità a costituirsi perché non interessati dalla presenza dei Cas sul proprio territorio, se non marginalmente.

Non solo eccezioni sulle parti civili. Gli avvocati difensori hanno risollevato la questione della genericità dei capi d’imputazione, nei quali non sarebbero specificato i centri di accoglienza oggetto di contestazione né l’ammontare del danno prodotto.

Il prossimo 11 luglio, riprenderà il processo e verrà calendarizzato con diverse date in cui si svilupperà il dibattimento. A sostenere l’accusa i due pubblici ministeri Andrea D’Angeli (prossimo ad andare a Roma) e Giuseppe Miliano.

Il destino giudiziario per altri due imputati di questo processo, Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangyira, è stato stabilito a fine aprile. Entrambi sono risultati irreperibili nonostante i molteplici tentativi da parte della polizia giudiziaria di notificare loro il procedimento penale che li ha coinvolti. Il giudice monocratico Claudia Trapuzzano Molinaro non ha potuto far altro che dichiarare il non doversi procedere per tutti e due, al netto di una futura notifica – stabilita, come la legge Cartabia prevede, per Mutangana alla data limite del 18 giugno 2026, mentre per la collaboratrice di Karibu a quella del 28 novembre 2030 – che potrà riaprire il procedimento e di conseguenza il processo a loro carico.

Parti civili i lavoratori ed ex dipendenti della coop Karibu e del consorzio Aid, il sindacato Uiltucs di Latina del segretario Gianfranco Cartisano, le cui denunce hanno fornito spinta decisiva alle inchieste sulla galassia della famiglia Mukamitsindo/Soumahoro, e alcuni dei Comuni indicati dalla Procura come parti offese: Latina, Roccasecca dei Volsci, Aprilia, Pontinia, Fondi, Monte San Biagio, Terracina e Sezze. Parti civili anche i commissari liquidatori di coop Karibu, Francesco Cappello, e consorzio Aid, Jacopo Marzetti, nominati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi mesi, il Ministero dell’Interno, Codacons e il Consorzio Agenzia Inclusione dei Diritti.

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