INIZIA IL PROCESSO KARIBU-AID, LA DIFESA CHIEDE DI NUOVO L’ESCLUSIONE DELLE PARTI CIVILI

Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo
Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamitsindo

Caso Karibu-Aid: è iniziato ufficialmente il processo a carico della famiglia legata al deputato ex alleanza Verdi-Sinistra Aboubakar Soumahoro

È iniziato con la reiterazione delle eccezioni preliminari da parte degli avvocati difensori Lorenzo Borré e Francesca Roccato il processo che vede sul banco degli imputati la fondatrice della cooperativa Karibu, per anni gestore di centri accoglienza e Sprar (oggi Siproimi) nel territorio pontino e oltre, i suoi figli e una ex collaboratrice. A processo, infatti, ci sono Marie Therese Mukamitsindo, i figli, Liliane Murekatete, moglie del deputato Aboubakar Soumahoro, e Michel Rukundo, più Ghislaine Ada Ndongo.

Gli imputati, come noto, devono rispondere di una serie di reati frutto della riunione di due procedimenti, poi diventati processi per via del rinvio a giudizio scaturito da due distinte udienze preliminari. Lo scorso 28 maggio, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Simona Sergio, il processo che contesta l’elusione/evasione fiscale agli imputati della cosiddetta galassia Karibu è stato riunito, per richiesta del pubblico ministero Andrea D’Angeli, all’altro processo con al centro i reati di riciclaggio, frode fiscale e bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa, i soldi pubblici, invece di essere impiegati nell’accoglienza dei migranti, venivano in parte incanalati verso spese sontuose per ristoranti, gioielli, sfizi e persino bonifici esteri che alimentavano altre attività oppure servivano a comperare immobili.

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Come accennato, gli avvocati Borré e Roccato hanno ribadito la serie di eccezioni preliminari già rigettate in sede di udienze preliminari e riproposte anche al giudice monocratico Simona Sergio che, prima della riunione dei processi, aveva svolto, a gennaio scorso, una prima udienza del processo che contestava solo reati di natura fiscale. Il giudice monocratico si era riservato

Tali eccezioni chiedono l’esclusione delle parti civili, in particolare quella del Codacons difeso dall’avvocato Bruno Barbieri, non legittimato ad essere parte nel processo per via del suo statuto. In generale, secondo la difesa, vanno escluse tutte le parti civili tranne il commissario della ex Karibu. Senza contare che, a parere della difesa, alcuni Comuni non hanno legittimità a costituirsi perché non interessati dalla presenza dei Cas sul proprio territorio, se non marginalmente. Al che, tra coloro che hanno ribattuto, tra le parti civili, c’è stato l’avvocato del Ministero dell’Interno che ha spiegato di come la richiesta di eccezione non è ammissibile perché le stesse parti civili, come prevede la Legge Cartabia, hanno fatto richiesta in udienza preliminare e hanno ottenuto l’ammissione. L’avvocato Ceccano del Comune di Sezze ha ribadito di come i Comuni hanno subito, con la presenza della coop, danni materiali e d’immagine.

Non solo eccezioni sulle parti civili. Gli avvocati difensori hanno risollevato la questione della genericità dei capi d’imputazione, nei quali non sarebbero specificato i centri di accoglienza oggetto di contestazione né l’ammontare del danno prodotto. Dopo aver ascoltato anche la richiesta di misure meno afflittive per i tre imputati – al momento Mukamitsindo e Murekatete sono ai domiciliari, Rukundo osserva l’obbliga di dimora in Piemonte – il III collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Mario La Rosa, Simona Sergio e Paolo Romano, si è riservato. Il prossimo 11 luglio, la terna dei magistrati scioglierà la riserva sulle eccezioni della difesa, chiaramenti già respinte dal pubblico ministero, e il processo verrà calendarizzato con diverse date in cui si svilupperà il dibattimento la cui accusa oggi era rappresentata dal pubblico ministero Andrea D’Angeli.

Gli imputati del processo sono difesi dagli avvocati Lorenzo Borrè, Francesca Roccato, Francesca Giuffrida, Stefano Ciapanna, Flaviana Coladarci e Valentina De Gregorio. A sostenere l’accusa i due pubblici ministeri Andrea D’Angeli (prossimo ad andare a Roma) e Giuseppe Miliano, mentre gli avvocati di parte civile – i lavoratori ex Karibu e consorzio Aid e il sindacato Uiltucs di Latina – sono Giulio Mastrobattista, Atina Agresti e Michele Calleri.

Il destino giudiziario per altri due imputati di questo processo, Richard Mutangana e Christine Ndyanabo Koburangyira, è stato stabilito a fine aprile. Entrambi sono risultati irreperibili nonostante i molteplici tentativi da parte della polizia giudiziaria di notificare loro il procedimento penale che li ha coinvolti. Il giudice monocratico Claudia Trapuzzano Molinaro non ha potuto far altro che dichiarare il non doversi procedere per tutti e due, al netto di una futura notifica – stabilita, come la legge Cartabia prevede, per Mutangana alla data limite del 18 giugno 2026, mentre per la collaboratrice di Karibu a quella del 28 novembre 2030 – che potrà riaprire il procedimento e di conseguenza il processo a loro carico.

Parti civili i lavoratori ed ex dipendenti della coop Karibu e del consorzio Aid, il sindacato Uiltucs di Latina del segretario Gianfranco Cartisano, le cui denunce hanno fornito spinta decisiva alle inchieste sulla galassia della famiglia Mukamitsindo/Soumahoro, e alcuni dei Comuni indicati dalla Procura come parti offese: Latina, Roccasecca dei Volsci, Aprilia, Pontinia, Fondi, Monte San Biagio, Terracina e Sezze. Parti civili anche i commissari liquidatori di coop Karibu, Francesco Cappello, e consorzio Aid, Jacopo Marzetti, nominati dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy negli scorsi mesi, il Ministero dell’Interno, Codacons e il Consorzio Agenzia Inclusione dei Diritti.

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