Renato Barbieri e Alessandro Sinisi, i due uomini accusati di aver pestato un pusher indiano di Sabaudia al fine di indurlo a spacciare per loro, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al giudice delle indagini preliminari di Latina Giorgia Castriota che li interrogava per la convalida della misura cautelare in carcere. L’accusa è di lesioni personali, rapina ed estorsione. Il gip si è riservato di decidere.
I FATTI
Il 6 settembre, i militari della locale stazione di Sabaudia, nel corso di un servizio di controllo del territorio, hanno tratto in arresto nella flagranza dei reati Barbieri e Sinisi, rispettivamente 53 e 36 anni, entrambi residenti a Latina.
I due uomini, allo scopo di indurre un 55enne di origini indiane a cedere eroina per loro conto, hanno aggredito la vittima con un bastone di legno e spray urticante, asportandogli il portafogli, 2 collanine in argento e 175 euro in contanti procurandogli lesioni.
L’immediato intervento dei militari ha permesso di rintracciare gli arrestati ancora nei pressi del fatto mentre erano a bordo di un’autovettura rinvenendo, a seguito di perquisizione personale e veicolare, l’intera refurtiva asportata che è stata restituita all’avente diritto.
La vittima è stata trasportata col 118 presso il Punto di primo intervento di Sabaudia dove gli venivano riscontrate contusioni ed ecchimosi varie giudicate guaribili in 10 giorni.
Sia Sinisi che Barbieri sono entrambi gravati da precedenti. La famgilia di Barbieri, in particolare, fu vittima di un’estorsione (dovuta a un giro di droga), da parte del clan Ciarelli, nella persona del capo clan Carmine detto Porchettone.