IMPIANTO A OSMOSI NELLA DISCARICA DI MONTELLO: SCARICHERÀ NEL FIUME ASTURA, MA ARPA È POSSIBILISTA

Mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello a Latina
Mappa degli invasi della discarica di Borgo Montello a Latina

Impianto ad osmosi nella discarica di Borgo Montello: Arpa Lazio è più possibilista sulla struttura che intende realizzare Indeco

Ad aprile 2022, il parere di Arpa Lazio (leggi approfondimento al link di seguito) chiedeva alla società Indeco srl, proponente per la realizzazione dell’impianto nella discarica e gestore di alcuni invasi a “Monte Inferno”, alcune integrazioni documentali su un progetto che ha stimolato numerosi dubbi all’agenzia ambientale regionale.

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La conferenza, dunque, è stata aggiornata ad esito di un tavolo tecnico tra Arpa e Indeco. Nel frattempo Indeco ha presentato le integrazioni richieste e, ad esito del tavolo tecnico richiesto dalla società con Arpa Lazio, e ricevute le integrazioni, si è svolta la terza seduta della conferenza dei servizi prevede un impianto per il trattamento del percolato dei bacini S4, S5, S6, S7 e S8, tutti all’interno della fu quarta discarica d’Italia in località Borgo Montello (Via Monfalcone).

Il progetto tecnicamente riguarda l’installazione di un impianto per il trattamento del percolato estratto in corrispondenza dei bacini della discarica, così da ottenere un “permeato” destinato allo scarico nel Fiume Astura ee un concentrato che sarà gestito come rifiuto ed inviato ad impianti esterni autorizzati.

Nella precedente seduta di conferenza dei servizi, Arpa aveva sollevato diverse criticità come il disallineamento rispetto ai documenti tecnici di riferimento nazionali ed europei e la necessità di una rielaborazione del Piano di Monitoraggio e Controllo.

In questi mesi, Indeco, “con specifico riferimento alla tecnologia del trattamento prevista nel progetto, ha evidenziato che l’impianto serve per ridurre le quantità di percolato, gestendo il concentrato e il permeato con la riduzione del rifiuto da portare presso impianti terzi”.

“La gestione – sostiene la società privata – è sostenibile sia dal punto di vista economico che ambientale”; inoltre “è prevista una fase di collaudo dell’impianto, durante la quale saranno effettuate analisi specifiche, prima della messa in esercizio, al fine di calibrare l’impianto circa le prestazioni da raggiungere, per verificare le efficienze e regolare i parametri”.

L’impianto che dovrebbe sorgere dove c’era Monte Inferno risulta strutturato su due linee parallele di trattamento, con una capacità massima complessiva dichiarata pari a 70 metri cubi al giorno. La produzione complessiva di percolato proveniente dall’insieme dei bacini si attesta tra 9.500 e 13.500 Mg/anno, con un valor medio pari a circa 11.500 Mg/anno. Il “permeato” in uscita dalla vasca sarà immesso, tramite un pozzetto di raccordonella rete nord esistente per lo scarico delle acque meteoriche della discarica, nel Fiume Astura.
Il concentrato proveniente dal trattamento del percolato verrà gestito come rifiuto e stoccato in 4 serbatoi, già esistenti e collocati nei pressi del bacino S7, prima di essere inviato a recupero/smaltimento presso impianti esterni autorizzati.

Un aspetto, quest’ultimo del concentrato, che secondo l’Arpa fa venir meno il rilievo dell’agenzia regionale ambientale circa la completezza del trattamento previsto.

Buone notizie per la società anche per il Piano di monitoraggio e controllo integrato da Indeco: è previsto il controllo “trimestrale” per il percolato emunto dai bacini in gestione operativa (S8), e “semestrale” per i bacini in gestione post operativa (S4, S5, S6, S7). Rimangono dubbi sulla possibilità di depurazione per la quale “il Gestore dovrà indicare per ogni livello di guardia e/o soglia indicato le azioni correttive che intende intraprendere”. Anche perché, potrebbero passare nell’impianto cianuri, idrocarburi, arsenico, cadmio, cromo, rame, nickel, piombo, zinco, manganese, cromo VI, mercurio ecc.

Leggi per intero il parere di Arpa Lazio:

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