Da sempre riportatiamo dichiarazioni senza dubbio roboanti dei nostri politici locali, ad esempio uomini di destra citare Mao Zedong, o addirittura rivendicazioni di Nobel per la Pace a Salvini.
Ma c’è un uomo politico del capoluogo che, ogni qual volta si parla di diritti di minoranze, si lascia andare a dichiarazioni che se avessero risalto nazionale creerebbero un vespaio di articoli e polemiche.
Quell’uomo è Gianluca di Cocco, eminente rappresentante di Fratelli D’Italia a Latina.
LO IUS CULTURAE SPIEGATO A DI COCCO
“Ci opponiamo a tale proposta poiché riteniamo che la cittadinanza debba essere richiesta e ottenuta dagli immigrati dopo un adeguato percorso di integrazione che li conduca progressivamente a conoscere e condividere il patrimonio storico e culturale della comunità civile ospitante e a rispettarne le leggi e le regole di convivenza”.
“Per noi di Fratelli d’Italia le priorità sono quelle di abbassare tasse e la disoccupazione. Aiutare le imprese. Sostenere famiglie. La priorità del governo Pd-M5S è lo Ius Soli. Fratelli d’ItaIia, come dichiarato da Giorgia Meloni, è pronto a fare barricate contro la follia della cittadinanza per automatismo proposta dal governo più anti-italiano della storia”.
Questo è il Di Cocco pensiero al riguardo della nuova legge sulla cittadinanza che il Governo di Mazinga vorrebbe applicare in tema di cittadinanza.
Peccato che il provvedimento non sia lo Ius Soli.
Ad una prima lettura della dichiarazione del portavoce di Fratelli d’Italia verrebbe da pensare che il buon Di Cocco sia favorevole allo Ius Culturae e contrario allo Ius Sanguinis, ma andiamo con ordine.
IUS SOLI O IUS CULTURAE?
Esistono tre modi di intendere l’ottenimento della cittadinanza:
- Ius Sanguinis: dal latino, “diritto di sangue”. Nel nostro paese prevede tre modalità per l’acquisizione della cittadinanza: per naturalizzazione, per matrimonio e per nascita (se si ha almeno un genitore italiano, da cui il “sanguinis”). Nel primo caso la cittadinanza può essere concessa dopo dieci anni di residenza ininterrotta nel nostro paese. Nel secondo caso a uno straniero che sposa un cittadino italiano dopo una residenza di due anni dal matrimonio. È invece cittadino per nascita chi è nato da padre o madre cittadini italiani. Se i genitori stranieri sono diventati cittadini italiani, anche il figlio minore convivente diventa cittadino italiano. In base al principio dello “ius sanguinis”, però, se il minore è nato in Italia ma i genitori non sono cittadini italiani, il figlio non acquista la cittadinanza italiana e può diventare cittadino italiano solo dopo aver compiuto 18 anni e se fino a quel momento ha risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
- Ius Soli: prevede che a chiunque nasca nel territorio di un determinato stato venga riconosciuta la cittadinanza alla nascita.
- Ius Culturae: si tratta della proposta che dovrebbe essere approvata in parlamento, di fatto lo Ius Culturae prevede che soltanto i minori stranieri nati in Italia o arrivati entro i 12 anni e che hanno frequentato le scuole italiane per almeno cinque anni e superato almeno un ciclo scolastico (cioè le scuole elementari o medie), possano richiedere la cittadinanza. Inoltre vi è una parte dedicata ai ragazzi nati all’estero ma arrivati in Italia fra i 12 e i 18 anni, che potrebbero ottenere la cittadinanza dopo aver abitato in Italia per almeno sei anni e avere superato un ciclo scolastico.
UN PO’ DI CONFUSIONE
Insomma udite udite, Di Cocco è favorevole allo Ius Culturae! Infatti come si può leggere dalle dichiarazioni dell’esponente di Fratelli D’Italia: “la cittadinanza debba essere richiesta e ottenuta dagli immigrati dopo un adeguato percorso di integrazione che li conduca progressivamente a conoscere e condividere il patrimonio storico e culturale della comunità civile ospitante”.
Insomma proprio quello che prevede lo Ius Culturae! Non si capisce bene per quale motivo ci si debba opporre ad una legge che tutto è, tranne che di manica larga in tema di cittadinanza.
Ma si sa, le vie della politica sono infinite. Per Di Cocco i diritti di 166mila ragazzi “stranieri” ((dati Fondazione Leone Moressa) che vivono nel nostro Paese e frequentano le nostre scuole non sono una priorità.
DI COCCO E LE CROCIATE CONTRO I MULINI A VENTO
Ma non è la prima volta che le minoranze subiscono le “amorevoli attenzioni” di Gianluca Di Cocco.
A gennaio vi era la possibilità che il Gay Pride del Lazio venisse organizzato proprio a Latina. Nell’occasione, il portavoce di Fratelli D’Italia si era lasciato a considerazione che definire arcaiche è un eufemismo:
“La libera espressione del pensiero non è messa in discussione, per quanto distante anni luce dalla nostra, ma dato che siamo in una società, non è possibile risolvere le questioni dicendo che ognuno può semplicemente fare ciò che vuole, orientare i bambini verso l’omosessualità sostenendo che sia equivalente all’eterosessualità…è inaccettabile per chiunque abbia semplicemente del buon senso, i bambini devono avere un padre e una madre. Andiamo a chiarire ulteriormente, che non è minimamente in discussione il diritto di vivere liberamente la propria sessualità, ma è una presa di distanza da ostentazione e volgarità che offendono da qualunque parte esse vengano”. (Fonte: latinacorriere.it)
Anche in questo caso, un diritto che è quello che permette ad ogni persona di avere una famiglia, viene abrogato nei pensieri di Di Cocco per un non precisato buonsenso.
Eppure ci sembra di ricordare che l’articolo 3 della Costituzione Italiana riconosce a tutti i cittadini la dignità sociale e l’uguaglianza davanti alla legge, quindi sì, socialmente e legalmente, l’eterosessualità e l’omosessualità sono equivalenti. E, sopratutto, hanno pari dignità.
LA GUERRA DEL PENULTIMO CONTRO L’ULTIMO
Queste dichiarazioni rientrano nella famiglia politica di chi, per ottenere facili consensi, aizza le masse contro la minoranza di turno.
Si tratta della guerra del penultimo contro l’ultimo, che ha come unico effetto quello di infiammare il dibattito e fomentare inutili confilittti sociali.
Inoltre non si comprende secondo quali paper accademici, approvati da un comitato scientifico di una famosa rivista medica, gli omosessuali indirizzerebbero l’orientamento sessuale dei bambini.
Oppure ancora, perchè andare contro la legge Boldrini quando il provvedimento in discussione è lo IUS CULTURAE?
Misteri della politica e di un dibattito che negli ultimi tempi è inquinato e si sta appiattendo su temi importantissimi come i tortellini al pollo. E anche oggi dei problemi veri si discute domani.