Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, pubblicata ieri, che Latina Tu ha definito tombale per la gara d’appalto dell’autostrada a pedaggio Roma-Latina, arrivano le prime prevedibili reazioni da parte della politica. Una vera e propria gara a chi si fa vedere più vicino ad un’opera che è già stata bollata, in soldoni, sia da Bankitalia che dal Consiglio di Stato come a favore del privato e a detrimento della collettività.
Ieri scrivevamo che l’ennesimo “no” tombale alla gara d’appalto per l’opera, a questo punto, interessa solo i partiti di Latina. E oggi le puntuali reazioni, infatti, non arrivano dal privato che si è visto respingere l’istanza di revocazione, ma dal consigliere regionale di Latina Enrico Forte del PD e dal suo collega alla Pisana Giuseppe Simeone di Forza Italia. Per l’appunto da due rappresentanti di due partiti politici che, da sempre, a Latina, spingono per l’autostrada a pedaggio in barba anche alla realtà di sentenze e stato di cose che vanno contro un’infrastruttura antitetica all’economicità, all’efficienza, alla mobilità sostenibile e all’ambiente. E persino al Libro Bianco dei Trasporti redatto non da un Comitato di trogloditi anti-progresso (come spesso descritti quelli del Comitato No Corridoio Roma-Latina) ma della Commissione Europea in corpo e spirito. Che poi gli stessi partiti, insieme ad altri, elogino Greta Thunberg perché va di moda, non sfiora per niente il senso di ipocrisia di talune dichiarazioni che sono a favore dell’ambiente quando questo significa fenomeno social e virale, ma sono contro l’ambiente quando è più facile promettere fantasticherie agli elettori (autostrada uguale a modernità e fantomatici posti di lavoro), e omettere che alcune aree, come quella straordinaria della Riserva Naturale regionale di Decima Malafede, verrebbero massacrate dalla cosiddetta infrastruttura capace di oro, incenso e mirra.
Da un parte Forte che ammonisce: “La sentenza del Consiglio di Stato che ha dichiarato inammissibile il ricorso del consorzio stabile Sis inerente l’annullamento della gara per la costruzione dell’autostrada Roma-Latina e della bretella Cisterna-Valmontone, rimette al centro la necessità di decidere in che modo realizzare l’infrastruttura. Mi attiverò da subito nei confronti dell’assessorato competente affinché la Regione possa riprendere l’iter per realizzare l’opera. Non possiamo perdere ulteriore tempo, visto che l’opera resta strategica per il Governo che ha confermato il finanziamento e per il territorio regionale”; dall’altra parte Simeone che ribadisce: “Ho avanzato la richiesta al presidente Refrigeri (ndr: presidente in Regione Lazio della Commissione Lavori Pubblici) di convocare in audizione l’assessore al ramo, Mauro Alessandri, i rappresentanti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di Anas e di Autostrade del Lazio per fare il punto sulla Roma-Latina. È fondamentale che la Regione Lazio comunichi tempistica e modalità con cui intende intervenire in merito alla realizzazione dell’infrastruttura. Occorre andare oltre la logica della contrapposizione fra schieramenti politici e cercare di trovare una soluzione concreta ad un’esigenza improcrastinabile. Perché in ballo c’è la sopravvivenza stessa di un intero territorio, di migliaia di aziende e di cittadini che meritano risposte risolutive ed immediate”.
Pd e Forza Italia all’insegna di un patto del Nazareno in salsa pontina per un’opera che fa gola ai privati, e per niente ai cittadini costretti, proprio per l’ostinazione di enti e politica di perseguire il progetto di un’opera inutile, a percorrere una Pontina disastrata e pericolosissima (centinaia di morti negli ultimi decenni). E invece di virare verso l’unica soluzione percorribile, a minor costo ed efficiente come l’adeguamento in sicurezza, si continua in questo gioco dell’oca dove PD e Forza Italia fanno a gara a chi è più contro il buonsenso e la storia della mobilità.
Non si capisce poi a che scopo Simeone inviti Autostrade del Lazio che, non solo ha i bilanci in perdita, e in questi anni una fucina di spese senza utilità (dopo il disastro erariale di 20 milioni di euro della sua antesignana, la società regionale con privati annessi, tra cui il gruppo Benetton e Montepaschi, Arcea S.p.A.), ma già detronizzata da Anas S.p.A. a cui la Pontina da gennaio fa riferimento. Una competenza che non ha più neanche la Regione Lazio, pertanto anche l’assessore Alessandri non si capisce bene cosa venga audito a fare.
Indipendentemente dalle azioni di PD e Forza Italia che, forse, sognano la proposta del Presidente Zingaretti che mesi fa aveva dichiarato come suo obiettivo di fare l’autostrada con miliardi di soldi pubblici (in house), ora sono solo Ministero dei Trasporti e Anas S.p.A. a dover decidere se proseguire in un progetto abortito e resuscitarlo chissà come e a carico, con tutta probabilità, della collettività. oppure propendere per l’adeguamento in sicurezza, a minor costo e di cui almeno 468 milioni del Cipe sarebbero già a disposizione. Basta solo la volontà, finiti gli iter giudiziali. La palla passa al Ministro Danilo Toninelli e al Movimento Cinque Stelle da sempre contrari all’opera e a favore della messa in sicurezza.