IL PONTILE PETROLI È IL NODO CRUCIALE
Su queste infinite montagne russe i rapporti precipitano quando Paola Villa denuncia pubblicamente nell’aprile dello scorso anno che la città di Gaeta sta approfittando di una Formia ancora senza sindaco per promuovere lo spostamento della sede decentrata della Camera di Commercio nella città dei due mari, invitando Mitrano ad attendere l’elezione del sindaco di Formia. E poi, meno di un mese dopo, ancora la Villa denuncia una nuova strategia ordita in riva al Golfo e con Formia tra due fuochi, i soliti, che si sarebbero accordati per estrometterla nella scelta dei rappresentanti locali nel Cda del Parco Riviera di Ulisse: “Ci sembra questo un atto dovuto ed equo – affermò la Villa- che noi sosteniamo, se si vuole davvero avviare una corretta politica comprensoriale tra i comuni di Formia, Gaeta e Minturno”. Nel frattempo la sindaca prosegue la battaglia sul fronte pontile petroli, confermando la posizione sua e a quel punto non più solo sua, ma della città di Formia, la stessa degli inizi, oltranzista. E lo fa nel dicembre appena trascorso, immediatamente prima del voto di un ordine del giorno in Consiglio comunale a Formia alla presenza degli omologhi di Gaeta e Minturno. Ecco di seguito un estratto dell’intervento nella Sala Falcone e Borsellino del 2 dicembre, dove la Villa ribadisce due punti cruciali: la sostanziale inutilità di uno studio di fattibilità per la delocalizzazione del pontile petroli e il rispetto dell’area sensibile che prelude ad uno spostamento off-shore della piattaforma petrolifera dell’Eni al di là della linea di Punta Stendardo.
A PAGINA 4 “MITRANO A FORMIA: “DILETTANTI E IGNORANTI”
A PAGINA 5 “GAETA: “SOLDI TOLTI AI DISABILI”, FORMIA: “BUGIARDO”