Confermato anche dalla Corte di Cassazione il sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio. Inammissibile il ricorso di Chinappi
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di Aldo Erasmo Chinappi, nella qualità di legale rappresentante e socio accomandatario della società Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s, proprietaria fino a poco tempo fa dell’Hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga, ormai acquisito a patrimonio del Comune.
Il ricorso, presentato dall’avvocato Alfredo Zaza D’Aulisio, è stato discusso dal collega Luigi Panella: chiedeva l’annullamento dell’ordinanza del Riesame di Latina disposta lo scorso 18 luglio 2024, che confermava il sequestro della struttura (stabilita dal giudice per le indagini preliminari il primo luglio dello stesso anno), considerata abusiva dallo stesso Comune e dalle sentenze di Tar e Consiglio di Stato. I ricorsi amministrativi erano stati presentati dalla Chinappi contro il Comune di Sperlonga, difeso dall’avvocato Salvatore Canciello, e i confinanti dell’albergo – i privati cittadini Carmine Tursi e Anna Miele -, da anni in battaglia contro l’hotel abusivo, assistititi dall’avvocato Francesco Di Ciollo.
Ad ogni modo, nel caso di questo ultimo ricorso contro il Riesame, lo stesso sostituto procuratore generale della Cassazione, Giuseppe Sassone, aveva concluso per l’inammissibilità del ricorso.
Secondo gli ermellini della seconda sezione penale, “il singolo socio non è legittimato ad impugnare i provvedimenti in materia di sequestro preventivo di beni di proprietà di una società (nella specie, il rigetto
dell’istanza di revoca della misura), attesa la carenza di un interesse concreto ed attuale, non vantando egli un diritto alla restituzione della cosa o di parte della somma equivalente al valore delle quote di sua proprietà, quale effetto immediato e diretto del dissequestro”.
L’ennesimo tassello di una storia che vede perdente la vecchia gestione dell’hotel abusivo, da anni intoccabile. Dopo la convalida del sequestro dell’hotel Grotta di Tiberio, stabilita dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, era arrivata anche la pronuncia del Tribunale del Riesame di Latina a cui si era rivolto al società che gestisce l’hotel Grotta di Tiberio contro l’atto con cui i Carabinieri del Nipaaf, su disposizione del sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, avevano sequestrato l’albergo del suocero del sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, un tempo co-proprietario dell’hotel.
Il Tribunale del Riesame di Latina aveva, infatti, respinto l’istanza presentata dai privati giudicando il ricorso inammissibile e condannando il ricorrente al pagamento delle spese, così come la Cassazione per la somma di 3mila euro.
I legali della Chinappi, peraltro, avevamo tentato di bloccare il sequestro dell’hotel disposto dalla Procura rivolgendosi anche al Consiglio di Stato il quale aveva respinto l’istanza, dichiarandosi incompetente trattandosi di materia penale. Il sequestro era rivolto non alla Chinappi, ma alla nuova società Meraki srl costituita qualche settimana prima e che formalmente gestisce il bene. La Meraki peraltro vedeva come soci una persona vicina a un ex esponente politico legato al sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, e la figlia di quest’ultimo.
Lo scorso 23 luglio, invece, è andato in scena l’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi Aldo Erasmo & c Sas” che, tramite gli avvocati Celotto e Zaza D’Aulisio, aveva presentato una istanza di revocazione allo stesso Consiglio di Stato contro la sentenza che ne certifica l’abuso.
Solo un particolare dell’ennesimo tentativo della difesa della Chinappi di posticipare l’abbattimento dell’albergo o l’acquisizione al patrimonio del Comune di Sperlonga, poi realmente avvenuta. Palazzo Spada, infatti, era stato netto con la proprietà, scrivendo nell’ordinanza che “il lamentato danno economico non è eccezionale, bensì preventivabile e derivante dalla condotta imprudente dell’istante la quale, a fronte di provvedimenti amministrativi repressivi mai sospesi, avrebbe dovuto adeguarsi spontaneamente a tali atti, provvedendo alla demolizione dell’opera edilizia e cessando – come ineludibile conseguenza della demolizione – la sua attività economica, peraltro già compromessa in precedenza a causa dei quasi 6 anni di sequestro preventivo“.
Leggi anche:
L’HOTEL GROTTA DI TIBERIO È ABUSIVO, IL CONSIGLIO DI STATO RIBADISCE: “DOVETE ABBATTERLO”
Al contempo, l’ordine di sequestro, in ottica confisca, era stato disposto per la struttura alberghiera in merito all’inottemperanza all’ordine di demolizione stabilito dallo stesso Comune di Sperlonga a maggio 2022, da cui discende la battaglia amministrativa che ha visto soccombente la proprietà sia al Tar che al Consiglio di Stato.
I Carabinieri del Nipaaf avevano dato seguito all’ordine di sequestro dell’hotel. Nominato un custode giudiziario nella persona del vice sindaco Lorena Cogodda, dal momento che, per ovvi motivi, il sindaco di Sperlonga, Armando Cusani, non poteva essere nominato.
L’immobile era stato precedentemente oggetto di sequestro preventivo penale per quasi sei anni, dal 4 giugno 2014 sino all’emissione della sentenza del Tribunale di Latina nel marzo/aprile 2020 con cui il sindaco di Sperlonga Armando Cusani guadagnò la prescrizione. Un tempo, come detto, lo stesso Sindaco era comproprietario dell’hotel che campeggia su Sperlonga: vendette il bene, che è rimasto nelle mani del suocero, per una somma irrisoria di circa 2500 euro.
Leggi anche:
HOTEL ABUSIVO, IL TAR RESPINGE LA CHINAPPI: “IL DANNO DI CUI SI DUOLE FRUTTO DELLE SUE SCELTE”