HOTEL GROTTA DI TIBERIO DA DEMOLIRE, È IL COMUNE A DIRLO: “ABUSIVO”

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Hotel Grotta di Tiberio (credit to www.hotelasperlonga.com)
Hotel Grotta di Tiberio (credit to www.hotelasperlonga.com)

Hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga: il Settore Urbanistico del Comune ordina ai proprietari la demolizione. Nella sentenza penale del 2012 c’era già scritto tutto

Doveva arrivare, in ragione di una commissione istruttoria per la valutazione dei titoli edilizi rilasciati dal Comune, ed è arrivato il provvedimento di demolizione dell’hotel che tanto ha fatto discutere in questi anni. La commissione, nominata il 30 marzo per via di una determina del Responsabile dell’Ufficio Urbanistica e Demanio del Comune di Sperlonga, l’ingegner Pietro D’Orazio, aveva compito di valutare i due permessi a costruire, di cui il secondo in variante, risalenti al 2004 e al 2005, e la concessione edilizia del 1992.

In realtà, rispetto ai due permessi a costruire, pochi giorni prima della nomina della commissione di valutazione titoli edilizi, a marzo scorso, si era pronunciato il Tar con un primo provvedimento scaturito da un ricorso proposto da Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s., la società proprietaria che gestisce l’hotel, contro il Comune di Sperlonga che aveva disposto, a dicembre 2021, l’annullamento d’ufficio, del permesso a costruire risalente al 2004 e l’annullamento del permesso a costruire (in variante) del 2005.

Dunque, il 24 marzo, il collegio del Tar presieduto dall’ormai ex Presidente Antonio Vinciguerra – estensore dell’ordinanza Valerio Torano – aveva accolto la domanda di sospensione dell’efficacia degli atti impugnati formulata in via incidentale da parte ricorrente e fissato la seconda udienza pubblica a marzo 2023 per la trattazione del merito del ricorso. Ad opporsi, nel ricorso presentato, alla richiesta del suocero di Cusani, furono Carmine Tursi, da tempo oppositore del Sindaco e cittadino impegnato in svariate denunce, e Anna Miele, rappresentatati dagli avvocati Francesco e Mattia Di Ciollo.

Il Tar di Latina ha ritenuto che fosse decorso un “termine irragionevole per l’esercizio dei poteri di riesame da parte dell’Amministrazione, non avendo il Comune resistente specificamente ed espressamente motivato in ordine alla sussistenza di una delle cause previste dalla legge per potersi legittimamente prescindere da detto terminené sottoposto la relativa questione al contraddittorio procedimentale“.

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A pochi giorni dall’accoglimento della sospensiva e quindi di una parziale vittoria della Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s., il Comune, però, tramite il responsabile del procedimento D’Orazio, ha motivato eccome e nel merito, prima nominando la commissione e, poi, lo scorso 17 maggio, notificando un provvedimento che annulla concessione edilizia e i due permessi a costruire. E fa di più il provvedimento del Settore Urbanistica, notificato al privato, ma anche a Suap, Polizia Locale e Stazione dei Carabinieri, perché ordina alla Chinappi Aldo Erasmo & C. s.a.s. la demolizione entro 90 giorni dell’intero corpo fabbrica dell’albergo, pena una sanzione pecunaria da 20mila euro, nonché, come succede in questi casi, l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale.

Come noto, l’hotel “Grotta di Tiberio” non è una struttura qualunque ma è quella per cui sono stati celebrati inchieste e processo a carico del Sindaco di Sperlonga Armando Cusani e del suocero Erasmo Chinappi, pur il primo cittadino avendo ceduto le sue quote da tempo. Il processo più importante, quello per lottizzazione abusiva, si è concluso con la prescrizione e il dissequestro dell’immobile. Per di più l’hotel dà il nome al processo che è in corso di svolgimento presso il Tribunale di Latina la cui prossima udienza, da celebrarsi il 28 giugno, dovrebbe slittare per via dello sciopero della Camera Penale.

Tuttavia, al momento, il provvedimento notificato il 17 maggio supera per clamore tutti i fatti i precedenti perché sancisce la demolizione del complesso, al netto di ricorsi al Tar presentati o da presentare da parte del privato. Già il 30 marzo scorso il Responsabile D’Orazio aveva disposto l’annullamento in autotutela avviando il procedimento di annullamento dei tre titoli edilizi (i due permessi più la concessione). Anche perché il Tar, in una precedente sentenza del 2018, pronunciandosi sul ricorso del privato rispetto alla precedente ordinanza di demolizione del maggio 2017, aveva rampognato il Comune che “inspiegabilmente si è limitato a emettere un ordine di demolizione sulla base della acritica acquisizione di una relazione risalente a sei anni prima, redatta da un consulente non appartenente all’amministrazione“. Insomma, concludeva il Tar, nel 2018: al di fuori dei poteri di vigilanza e repressione. Un’ordinanza di demolizione praticamente senza effetti quella del 2017, tanto è che l’albergo si trova ancora lì, in Via Flacca, nel comune di Sperlonga.

Ora, però, dopo questo passato giuridico e amministrativo, e altre denunce sull’operato del Comune e dell’amministrazione arrivate da più parti, arriva il nuovo provvedimento che ordina la demolizione e che ricostruisce analiticamente tutte le fasi fino ad arrivare a esplicitare parole di fuoco su edilizia, urbanistica e rispetto dell’ambiente a Sperlonga.

A fare da cornice c’è la condanna di Cusani e Chinappi per il primo processo che contestava l’abusivismo edilizio in ordine a una serie di lavori che hanno portato all’ampliamento dell’hotel Grotta di Tiberio a Sperlonga (sala ristorante e violazione delle normative paesaggistico-ambientali). La sentenza, richiamata in più parti dal provvedimento del Settore Urbanistica del Comune di Sperlonga, è quella del luglio 2012 emessa dal Tribunale di Latina, poi confermata in Appello e Cassazione (nel 2015) e per cui Sindaco e suocero rimediarono una condanna a 1 anno e 3 mesi. Ed è proprio questa sentenza che il Settore Urbanistica vuole far rispettare. “È indubbio – recitava la sentenza – che nel 1979, epoca in cui avevano inizio i lavori abusivi di trasformazione dell’originaria struttura, con l’ampliamento del ristorante e la creazione di una discoteca (poi sostituita da una piscina anch’essa in contrasto con la destinazione urbanistica della zona) e di due locali, l’area fosse già sottoposta a vincolo paesaggistico d’inedificabilità“. E a tutela della fascia costiera.

Sull’area vi è un vincolo di inedificabilità assoluta all’interno della fascia di 30 metri dalla Flacca, tanto è che la struttura non poteva essere concessa senza il parere dell’ente comunale che non risulta essere stato rilasciato.

La concessione edilizia in sanatoria del 1992, secondo l’ufficio Urbanistica del Comune, non avrebbe avuto ragione di esistere: illegittima. La società proprietaria dell’immobile ha realizzato un complesso turistico-alberghiero della superficie di oltre 1600 metri quadri per oltre 5mila metri cubi, con aree destinate a parcheggio, e “attraverso ampliamenti successivi della struttura originaria in contrasto con le previsioni del Piano Regolatore, delle Norme Tecniche d’Attuazione e delle leggi regionali di zonizzazione“. Tutto questo incastro di norme aveva destinato l’area su cui sorge il complesso turistico a zona agricola di salvaguardia ambientale, soggetto, per l’appunto, a vincolo assoluto di inedificabilità.

E anche le stesse prescrizioni della concessione in sanatoria non sarebbero state rispettate, come ad esempio la realizzazione della discoteca. Violati, quindi, i presupposti del regime vincolistico di tipo paesaggistico-ambientale e urbanistico, in riferimento alle costruzioni ricadenti nella fascia di rispetto di 300 metri dalla linea di battigia.

Violazioni e inedificabilità che fanno arrivare a scrivere al Settore Urbanistico del Comune che il complesso turistico di “Grotta di Tiberio”, compresi i suoi ampliamenti “sine titulo” dal 2007 al 2011, è “da considerarsi abusivo, sia che che lo si voglia qualifica come intervento di “ristrutturazione edilizia” di un immobile già abusivo, sia che lo si qualifichi come “nuova costruzione”. Senza contare gli errori di calcolo delle superfici da condonare già nella domanda di condono edilizio risalente al 1985.

Una tegola che non può che imbarazzare il Sindaco di Sperlonga poiché l’albergo considerato abusivo è del suocero e, ora, a dirlo minuziosamente, con dettagli di approfondimento che sembrano definitivi, è lo stesso Comune che amministra.

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