La crisi del comparto Giustizia a Latina è ormai un dato oggettivo: il Commissario del’Ordine degli Avvocati Giacomo Mignano ha scritto una lettera al Presidente del Tribunale Caterina Chiaravalloti
Il Covid-19, oltre che ad essere sopratutto un virus tremendo che sta seminando contagi e morti, ha segnato la vita del Tribunale Ordinario del capoluogo di provincia e di tutto il comparto che ruoto attorno ad esso. In economia, si chiamerebbe indotto.
Uffici a mezzo servizio, processi (quei pochi che si celebrano) sbarrati al popolo e all’informazione, avvocati e operatori in ginocchio per via di una crisi che si sa quando è iniziata e drammaticamente non si sa quando finirà.
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Senza contare due aspetti, già prima del Covid-19, cronicizzati: le difficoltà economiche dei professionisti più l’accumulo delle cause (vedi, sopratutto, alla voce Giudice di Pace) e la situazione che vive l’Ordine degli Avvocati commissariato da tempo e nel mezzo di una causa amministrativa che rischia vieppiù di scuoterlo.
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È di ieri, 8 giugno, la lettera del Commissario Mignano al Presidente del Tribunale Chiaravalloti in cui chiede che la macchina della Giustizia riprenda a pieno regime.
“I recenti provvedimenti normativi, assunti dal Governo Nazionale e dalle Regioni – ha scritto Mignano – nel superare l’emergenza sanitaria provocata dalla diffusione del COVID-19, a seguito della favorevole situazione epidemiologica venutasi a creare nell’ultimo periodo, hanno riavviato la macchina produttiva del Paese e dei servizi ad essa complementari. Al momento, infatti, ormai tutti i comparti economici, di ogni tipo e di genere, sono pienamente operativi, al fine di scongiurare un possibile crollo del PIL, ad eccezione di quello della Giustizia“.
“In questo contesto – prosegue la lettera – è evidente che anche quest’ultimo, per la rilevanza che riveste nel tessuto sociale e per il supporto che, in ogni caso, arreca al settore produttivo, debba essere riattivato. A tali considerazioni di carattere generale va aggiunto, cosa questa, peraltro di non minor rilievo, che intorno al sistema della giustizia locale operano, tra addetti diretti ed indiretti, oltre 5.000 persone, le quali traggono la loro capacità reddituale dalla operatività dal medesimo, ragione per cui, dallo scorso mese di marzo, sono , del tutto, inoperative ed inoccupate.
“È innegabile – incalza Mignano – che il perdurare della suesposta situazione di stallo rischia di aggravare ulteriormente detto stato di grave disagio in cui è caduto il settore, con possibili ricadute su tutto il sistema economico del comprensorio pontino, già colpito da una ormai annosa e persistente situazione di impasse”.
“Alla luce della suesposta congiuntura – conclude – non appare rinviabile la riapertura degli Uffici Giudiziari, così come peraltro sta accadendo in altri circondari del distretto laziale, anche per accompagnare l’auspicata ripresa economica. In considerazione delle problematiche che la proposta iniziativa può comportare appare opportuno la istituzione, con cortese urgenza, di un Tavolo Tecnico con le rappresentanze del personale non togato, al fine di affrontare e risolvere tutte le problematiche, connesse alla sicurezza dei luoghi di lavoro, affinché l’auspicata riapertura avvenga nel rispetto della tutela di chi opera al loro interno“.