GAETA, “TRANSIZIONE POPOLARE”: “DISSESTO, INQUINAMENTO, CORRUZIONE: ECCO COME STANNO UCCIDENDO TERRA E MARE”

Antonio Salone e Luigi Zazzaro

Dopo le recenti dichiarazioni del sindaco di Gaeta Cosmo Mitrano sulla presunta vocazione ambientalista della sua amministrazione, i due esponenti di “Transizione popolare per Gaeta” Antonio Salone e Luigi Zazzaro denunciano i molti pericoli per gli equilibri ambientali della città determinati proprio dall’azione amministrativa del sindaco

“Non possiamo misurare lo spirito nazionale né i successi del paese sulla base del prodotto interno lordo. Il PIL comprende anche l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana. Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.”

“Con queste parole a dir poco futuristiche e illuminate – si legge in una nota di “Transizione popolare per Gaeta” – uno dei gli uomini politici più straordinari della storia dell’umanità ci ricordava a cosa dovremmo tornare a dare valore per perseguire la nostra felicità. Perché la qualità della nostra vita ha necessità di altri sistemi di calcolo dei valori e di ciò che per noi è importante. E infatti fu ammazzato, Robert Kennedy. Parole pronunciate oltre mezzo secolo fa ma dalle quali non abbiamo imparato nulla. Se proiettiamo poi una tale intelligenza sui nostri territori ecco che lo sconforto e l’imbarazzo dominano la scena. Siamo governati da incapaci che pensano che una pista ciclabile non sia un tratto continuo, che pensa che mandare in tilt il traffico di un paesino in riva al mare sia turismo, che crede che piantare un centro commerciale sproporzionato e fuori norma in un quartiere dove una volta c’era una spiaggetta, si chiami sviluppo. La politica allucinata del sindaco della nostra città sta distruggendo il nostro sistema di valori e ciò che per noi è importante solo per i suoi interessi, e noi non lo possiamo permettere.

Come può un soggetto del genere avere la libertà di parlare di sostenibilità ambientale quando la piccola Gaeta è in cima ai dati dell’Ispra sulla percentuale di suolo cittadino consumato dal cemento, e secondo i dati Arpa supera spesso le soglie di tolleranza di inquinamento da polveri sottili? Come può un soggetto del genere parlare di energia pulita se ha letteralmente devastato la vivibilità della nostra splendida cittadina in riva al golfo con una invasione di scarichi di auto e moto d’estate e di inverno, privandole dei parcheggi e costringendo migliaia e migliaia di motori a benzina, a diesel e a gas di rilasciare emissioni per ore mentre vagano in cerca di sosta? Con quale pudore può un soggetto del genere parlare di città green dopo aver permesso quell’enorme e mostruosa colata di cemento del centro commerciale, peraltro in violazione di numerose norme urbanistiche regionali e nazionali, nel delicato quartiere Piaja, dove peraltro già i suoi amici di Intergroup avevano messo a dura prova la salute dei cittadini con rilascio nell’aria di merci polverose.

Come si può inoltre mentire affermando che si sta tutelando l’ambiente parlando di Bandiera Blu quando si è permessa la totale privatizzazione di spiagge libere, con concessioni e mini concessionari che fanno gli abusivi, e nascondendo nel cassetto la durissima relazione geologica che mostra la pericolosità e la fragilità delle spiagge gaetane mai messe in sicurezza. Eppure ciò non dovrebbe sorprendere visto che l’ufficio urbanistica di Mitrano è coinvolto in una gravissima indagine per corruzione perché le licenze edilizie vengono rilasciate senza nemmeno il rispetto dei rischi idrogeologici legati alle frane e alle inondazioni che mettono in pericolo la vita delle persone. Alla faccia del rispetto dell’ambiente. Se potesse parlare la povera signora Gigliano morta nel 2012 dopo l’esondazione del Pontone, ci ricorderebbe che il sindaco Green non diede alcuna importanza alle allerte meteo della Protezione civile quella sera e sedeva comodamente in Consiglio comunale mentre la donna moriva annegata. Cosa ha fatto da allora il paladino della transizione ecologica? Nulla, è ancora tutto così, anche l’anno scorso ha sfiorato la tragedia e anzi ha pure perso un finanziamento di 2 milioni per mettere in sicurezza il Pontone.

Questo tizio – continua la nota di Salone e Zazzaro – è politicamente la vergogna di questa città: ma come si fa a dire che Gaeta è una città Green se per ben tre volte non si è voluto vedere il grido di allarme della Provincia di Latina che segnalava che il progetto del crematorio in località Sant’Angelo era pericoloso per via delle sue emissioni inquinanti nella nostra aria e nella nostra acqua, e Mitrano ha addirittura chiuso, senza prendere in considerazione questo parere, la conferenza dei servizi, pur di affidare a qualche privato il business dei morti. Ma vi rendete conto delle bugie e del fatto che nessuno gliene renda conto: ma qualcuno vuole fargli qualche domanda su questi argomenti?

Ha fatto scempio di alberi secolari della nostra città, ha distrutto un campo da tennis per fare sport in riva al Golfo per farci un parcheggio e stava per fare un altro parcheggio devastando addirittura un’area del nostro parco protetto su a Monte Orlando, e pensare che è stato pure commissario del Parco? Ma come si può affidare a uno del genere un ente parco e soprattutto come si può dare in mano a uno così una città che sembra vivere molto prima del discorso di Kennedy del 1968.

Parla di acqua e rifiuti? Mitrano? È come se Magliozzi parlasse della grammatica italiana. Suddito politico della lobby di Acqualatina inginocchiata a Fazzone e agli interessi privati di Veolia che a Gaeta ha installato potabilizzatori di acqua pubblicizzati da Mitrano, peraltro con servitù sulla stessa Panapesca di Panati, variata urbanisticamente per farci il centro commerciale, costui ci ha lasciato per mesi senza acqua in casa e spesso quando esce è pure marrone. Ma intanto ci hanno aumentato le tariffe dell’acqua e ci hanno fatto pagare persino l’aria di contatori che giravano a vuoto, proprio nel 2017. Nel frattempo non ha detto una parola sullo scolo di rottami ferrosi al porto commerciale di Gaeta, ha lasciato una piattaforma petrolifera nelle acque del nostro Golfo e continua a rinnovare la concessione per gli allevamenti ittici che invece, da oltre un decennio, secondo una norma regionale che voleva tutelare le acque del nostro mare, impone lo spostamento off-shore degli allevamenti.

Per non parlare dei rifiuti, le ultime due ditte alle quali abbiamo dato l’appalto sono state smantellate da indagini antimafia e il suo assessore all’ambiente, affidatario del primo appalto, è indagato pure per corruzione perché avrebbe accettato una mazzetta da oltre 50mila euro per non sanzionare la ditta sulle sue inadempienze contrattuali mentre lasciava la città in uno stato pietoso.

Ma se le bugie e l’ipocrisia di questa amministrazione non sorprendono più – concludono Salone e Zazzaro – resta da notare invece il totale immobilismo e il silenzio vergognoso di tutte quelle associazioni che sono invece chiamate per vocazione e per statuto a condurre le necessarie battaglie nel mondo dell’ambientalismo e della tutela del nostro ambiente, ma che invece assistono inermi e forse genuflesse alla devastazione che abbiamo raccontato!”

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