GAETA: LA FIGURA DEL GIOVANE ENRICO COSENZ PER L’ANNIVERSARIO DELLA NASCITA

Enrico Cosenz
Enrico Cosenz

Una giornata-seminario per celebrare la figura del giovane Enrico Cosenz, nel 203° anniversario della sua nascita, avvenuta a Gaeta il 12 gennaio 1820

L’iniziativa, promossa dal Comune di Gaeta, in collaborazione con il Sistema Bibliotecario Sud Pontino e l’ITS Academy Fondazione Caboto, si svolgerà nel pomeriggio di domani, giovedì 12 gennaio, alle ore 15:00, presso il Palazzo della Cultura, nella Sala Convegni della Fondazione “Caboto” (via Annunziata, 58).

Dopo gli indirizzi di saluto del Sindaco Cristian Leccese, dell’Arcivescovo di Gaeta Luigi Vari e del Presidente del Sistema Bibliotecario Sud Pontino Federico Carnevale, interverranno: il Prof. Giuseppe Monsagrati, storico del Risorgimento, autore del libro “Il giovane Cosenz: la sua vita, il suo tempo” e già professore di Storia del risorgimento presso l’Università “La Sapienza” di Roma; il Prof. Nilo Cardillo, saggista e Vicepresidente del Comitato Istituto per il Risorgimento di Caserta; il Dott. Roberto Boiardi, Amministratore Herald Editore; il Col. Fabrizio Giardini, Capo Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito. Coordina i lavori, il Dott. Roberto Mari, Capo di Gabinetto del Sindaco. 

Avviato giovanissimo alla carriera delle armi, Cosenz terminò i corsi della Nunziatella del 1840 con la nomina ad alfiere d’artiglieria.​

​​​Primo tenente nel 1844, con tale grado fu inquadrato nel corpo di spedizione napoletano che, nel maggio 1848, fu inviato nell’Italia settentrionale per sostenere l’esercito sardo contro gli Austriaci. Quando re Ferdinando II abrogò la costituzione e richiamò a Napoli le truppe, il Cosenz seguì a Venezia Guglielmo Pepe e fu espulso dall’esercito borbonico. Nella difesa della città lagunare dette prova di coraggio, di vasta preparazione professionale, di schietto patriottismo, riportando tre ferite e raggiungendo il grado di tenente colonnello. 

Inizialmente discepolo di Mazzini, se ne staccò gradatamente a partire dai moti milanesi del 1853, convinto che nessuna insurrezione cittadina avrebbe potuto avere ragione dell’Austria senza un adeguata struttura militare di sostegno. Nel 1859 si schierò con Garibaldi ed ebbe il comando di uno dei tre reggimenti dei Cacciatori delle Alpi. 

In questo spirito nacque la sua partecipazione alla Spedizione dei Mille che, provocando il crollo del Regno meridionale, gli permise di tornare a Napoli dopo un’assenza durata dodici anni. Qualche mese dopo, con la nascita del Regno d’Italia, un Cosenz giunto al temine della propria maturità era pronto a riprendere la carriera militare nell’Esercito italiano.

Nominato ministro della Guerra, si disimpegnò egregiamente sia nel settore strettamente tecnico sia in quello politico, dimostrandosi sempre convinto assertore dell’immediata annessione del regno meridionale a quello sardo, e tra i più convinti fautori dell’Unità d’Italia. Nel marzo 1862 entrò nell’Esercito italiano con il grado di tenente generale. Cominciò allora uno straordinario periodo di attività professionale, ricco di successi prestigiosi e di intime soddisfazioni. Intelligente e colto, sorretto da molteplici esperienze di vita, universalmente stimato, collocato quasi al vertice dell’ordinamento gerarchico, il Cosenz dette veramente la intera misura del suo valore.

Nel 1872, eletto per cinque legislature alla Camera, fu nominato senatore. L’11 novembre 1882 fu istituita la carica di capo di Stato Maggiore dell’esercito e fu chiamato a ricoprirla. Si spense a Roma il 28 settembre del 1898.

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