Arrestati a Casablanca, dalla Gendarmeria reale del Marocco, i due latitanti apriliani, Patrizio Forniti e Monica Montenero, ricercati dal tre luglio 2024 a seguito della mancata esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei loro confronti dal Tribunale di Roma, nell’ambito del filone apriliano dell’indagine “Assedio” eseguita dal Centro Operativo della Direzione Investigativa Antimafia di Roma, con l’ausilio del competente Reparto territoriale dell’Arma, e culminata nell’arresto di 25 persone oltre che nello scioglimento del Comune pontino di Aprilia (Latina).
Lo scorso 14 novembre, marito e moglie sono stati tratti in arresto a Casablanca. L’uomo era inserito nell’elenco dei “Latitanti pericolosi”, essendo ritenuto il capo dell’organizzazione mafiosa che porta il suo nome. La Direzione Distrettuale Antimafia capitolina ha già avviato le procedure per l’estradizione della coppia, che è stata trovata in possesso di falsi passaporti svizzeri.
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Le operazioni sono supportate dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia della Direzione Centrale della Polizia Criminale, ambito progetto I-CAN, e dall’Esperto per la sicurezza in servizio presso l’Ambasciata d’Italia a Rabat, in quota Direzione Centrale per i Servizi Antidroga.
Forniti ha precedenti per reati contro il patrimonio e per detenzione illecita di armi e munizioni e per detenzione illegale di armi da sparo, oltreché a una condanna in primo grado per estorsione mafiosa. Definito in una intercettazione dell’operazione “Assedio” come il “Capo dei Capi” o “il Gatto” (con residenza in Lussemburgo dove dispone di basi logistiche), il 53enne, insieme alla moglie coetanea, sorella del noto criminale Nino Montenero, era riuscito a scampare all’arresto.
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Secondo la DDA, che lo delinea così nell’indagine “Assedio”, Forniti è capo, promotore e organizzatore dell’associazione, si occupa in prima persona di dirigere l’articolazione del sodalizio dedita al traffico di sostanze stupefacenti e consuma condotte di esercizio abusivo dell’attività finanziaria, di usura ed armi, provvede all’ investimento dei proventi dell’organizzazione anche al fine di alimentarne le attività criminali, assume decisioni che investono l’intero sodalizio come reazione a eventi delittuosi che ne pregiudicano il prestigio criminale, sovrintende e si avvale dell’ opera dei membri di vertice dell’organizzazione (Luca De Luca, Marco Antolini, il nipote Ivan Casentini) per decidere strategie criminali, per mantenere it controllo del territorio di Aprilia sia relativamente alla microcriminalitò, sia per avversare l’ingresso sul territorio di competenza del sodalizio di gruppi criminali di “ndrangheta (Alvaro e Gallace) o di matrice camorrista ( Casalesi), decide di protezioni da accordare a imprenditori ed esercenti commerciali, assume accordi con singoli esponenti di vertice delle forze dell’ordine per il mantenimento di una pax criminale sul territorio (l’ex comandante della Stazione dei Carabinieri di Aprilia, Ciro Pellegrino); dà il proprio assenso ad accordi elettorali con esponenti politici (Lanfranco Principi); piega ai bisogni del clan attività commerciali anche tramite l’assunzione di parenti ovvero ne stabilisce una delle basi operative dell’organizzazione (bar La Primula); pianifica reazioni violente verso i promotori di azioni civili nei suoi confronti ( costituzione di parte civile del comune di Aprilia).
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Il 53enne viene descritto come capace di rifornire droga diversi sodalizi del Lazio. Narcotrafficante di livello, è stato recentemente coinvolto anche in un’altra maxi operazione anti-droga condotta dalla Squadra Mobile di Brescia e dal Servizio Centrale Operativo e coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia.

I rapporti tra Forniti e l’altro peso massimo dell’indagine “Assedio”, Sergio Gangemi, sono stati ben descritti dai collaboratori di giustizia, Renato Pugliese, Agostino Riccardo e Andrea Pradissitto. Legato alle cosche di ‘ndrangheta del reggino, Gangemi, in questo caso, è accusato di aver agevolato il clan Forniti, intervenendo per frenare il clan Travali che voleva estorcere Davide Lemma, ex candidato sindaco di Latina e ed ex uomo molto vicino all’ex deputato di Fratelli d’Italia, Pasquale Maietta. Secondo il collaboratore Pradissitto, ex affiliato al clan Ciarelli di Latina: “Gangemi è una persona molto portata a livello criminale nel senso che nella zona di Aprilia, Torvaianica è un personaggio importante. Chiunque sa che in queste zone deve rivolgersi a Gangemi o a Forniti per qualsiasi questione”. E ancora: “Quando sono stato detenuto al carcere di Prato, dal marzo 2021, ho incontrato un calabrese di Reggio Calabria, Nino Mordà. Avendo saputo che ero di Latina, mi chiese se conoscevo Sergio Gangemi e Fabrizio Perrozzi (nda: noto imprenditore di Cisterna coinvolto in inchieste e processi per reati finanziari). Mordà mi disse che era cugino di Sergio Gangemi e che aveva conosciuto a Milano Perrozzi”.
Anche Agostino Riccardo dichiara qualcosa che è piuttosto simbolico del potere di intimidazione costituito dall’amico di Gangemi, Patrizio Forniti: “Ricorda di avere incontrato in un’occasione tale Cipolloni che era un uomo di Michele Senese (nda: principale boss della camorra romana detto ‘O Pazz), sorvegliato speciale a Latina e mi disse che dopo Senese il criminale più potente della zona era Patrizio Forniti”.
Forniti, che annovera anche un arresto a Liegi per traffico internazionale di stupefacenti, risulta essere dipendente della società Spazio Food Uno Spa e della Selection Cars srl, riconducibili a Gangemi. È lo stesso Principi a raccontare, intercettato, di come il gruppo Gangemi abbia acquistato un ristorante nel centro commerciale Aprilia 2, con metodi da consorteria criminale, chiudendo l’acquisto con condizione vantaggiose, pretendendo il subentro nell’attività senza accollarsi i dipendenti. E quando qualcuno si lamentava, i Gangemi agivano, come nel caso di due dipendenti che non volevano firmare l’uscita dal lavoro: “Io chiamo i calabresi – dice Principi – e gli dico guardate che purtroppo una persona non sono riuscito a trovare il punto di incontro…loro fanno ok, non c’è problema. Alle tre del pomeriggio citofonano tutti e due…che dobbiamo firmare? firmiamo tutto”.
Forniti, ad ogni modo, ha costruito la sua fama soprattutto nello smercio di droga: relazioni con i broker del narcotraffico Gianluca Ciprian e Alessandro Radicioli (ucciso nel 2012 in seguito ad un agguato a Sezze Scalo in cui morì anche Tiziano Marchionne e rimase ferito lo stesso Ciprian), oltreché a fornire di droga anche i clan Travali e Di Silvio e avere rapporti con Luigi Ciarelli. “L’ho iniziati io al narcotraffico – dice intercettato mentre parla con il giovane Matteo Aitoro. Si preoccupa, Forniti, di quando sa che Ciprian, che è attualment detenuto per l’inchiesta Reset (associazione mafiosa col clan Travali), “l’hanno bevuto in Spagna”. Infatti, il pontino, nel gennaio 2020, fu arrestato insieme a tre albanesi con un carico di cocaina da 440 chili.
Sia il boss che la moglie dovranno ora rispondere alle accuse di associazione mafiosa. Per loro, dopo l’estradizione, ci sarà un interrogatorio di garanzia davanti al giudice per le indagini preliminari e il processo. Al momento, per i suoi sodali, il processo con rito ordinario è in corso davanti al secondo collegio del Tribunale di Latina. Tra gli imputati anche la figlia Yesenia Forniti e il genero Nabil Salami.
