FORMIA, LE PAROLE DI DON MICALUSI AI FEDELI: “RETORICA DELLA CAMORRA CHE NON C’È NON CI INCANTA PIÙ”

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Le parole di Don Alfredo Micalusi alla fine della messa solenne per il patrono Sant’Erasmo: “A Formia un degrado mai visto”

Frasi che hanno emozionato e colpito i fedeli presenti, quelle pronunciate da Don Alfredo Micalusi che ha ricordato l’operazione di Polizia e Guardia di Finanza dello scorso 24 maggio. Non solo l’operazione anti-droga che ha sgominato un sodalizio che, secondo la Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sarebbe stato retto dai coniugi Italo Ausiello e Carmina Fustolo, ma anche un rimando non velato alla sparatoria che, a febbraio, ha coinvolto uno dei nipoti del fondatore del Clan dei Casalesi, Gustavo Bardellino, attinto da colpi d’arma da fuoco nell’autosalone di Via Ponteritto. E non poteva mancare il ricordo di Romeo Bondanese, ucciso dalla ferocia di una gioventù imperniata sugli anti-valori delle baby gang.

Le parole di Don Micalusi, anche sul gioco d’azzardo che imperversa nel sud pontino, sono state inframezzate dagli applausi dei fedeli: una voglia di pulizia emergente per una nuova speranza a Formia.

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“Abbiamo messo in trono il nostro patrono S.Erasmo il 23 maggio. Il 24 mattina ci siamo svegliati con il rumore degli elicotteri. Ci dobbiamo prendere cura del buon grano, ma c’è la gramigna e questo è il momento in cui dobbiamo risolvere tutte le ambiguità, a iniziare dalle più alte istituzioni cittadine…le dobbiamo risolvere perché la nostra città, che amiamo tanto, sta vivendo un degrado che non ha mai vissuto. Sparatorie da farwest con tentati omicidi, quando mai! La retorica che la camorra non è presente, che la mafia non è presente non ci incanta più. Sappiamo che c’è un cancro da estirpare. Prenderci cura del buon grano significa che ognuno deve fare la sua parte, dagli alti vertici istituzionali, fino ai semplici cittadini. Non è più tempo di farci gli affari nostri, questo è il tempo della responsabilità e della partecipazione, le ambiguità vanno risolte altrimenti la storia le giudicherà duramente”.

E alle parole del sacerdote sono seguite, su Facebook, le considerazioni del Sindaco Gianluca Taddeo, salutato da Don Micalusi dal pulpito, ma che dimostra di non aver compreso il messaggio o almeno la risposta non sembra idonea. “Dopo il periodo di limitazioni dovuto alla pandemia – ha scritto il primo cittadino – si ritorna alla normalità. È un giorno di festa, tra speranza e felicità, riflettiamo su quanto sia importante far crescere sempre più il Grano, unico modo per far sparire la Zizzania”. A che cosa si riferisse, con il riferimento biblico alla zizzania, non è dato sapere.

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