FALLIMENTO LATINA AMBIENTE, LA STRADA LUNGA DELL’UDIENZA PRELIMINARE: OGGI RINVIO PER DIFETTO DI NOTIFICA

Latina Ambiente: stabilito un calendario per l’udienza preliminare che vede coinvolti 26 indagati. Ci vorrà diverso tempo prima di una decisione. Al centro del procedimento il fallimento della ex Spa

Ennesima udienza interlocutoria per il fallimento di Latina Ambiente da cui è scaturito il procedimento penale che contesta, come reato più grave, la bancarotta fraudolenta. Oggi, 9 maggio, era previsto, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, un nuovo step che non si è potuto celebrare in ragione di un difetto di notifica per uno degli imputati: Claudio Quattrini, ex componente del consiglio d’amministrazione della ex partecipata del Comune di Latina che, come noto, si occupava del servizio d’igiene urbana nel capoluogo.

Il Gup Morselli ha comunque stabilito alcune date per il proseguo dell’udienza preliminare. Un calendario che rischia di non essere definitivo, considerata la quantità di indagati e di legali nominati. Ad ogni modo la prossima data è quella dell’11 luglio quando l’udienza preliminare dovrebbe incardinarsi con la notifica pervenuta a Quattrini. Dopodiché il 3 ottobre saranno ascoltati uno degli indagati, l’avvocato Giacomo Mignano, attuale consulente giuridico del Sindaco di Latina, Matilde Celentano, e il consulente tecnico di un altro indagato, Marca Brinati. Mignano e Brinati sono difesi rispettivamente dagli avvocati Renato Archidiacono e Luigi Di Mambro.

Fissate per il 24 ottobre e il 21 novembre le date nelle quali, in teoria, dovrebbero discutere la Procura di Latina (con la richiesta di rinvio a giudizio), oggi rappresentata dal sostituto Martina Taglione, e gli avvocati difensori. Difficile, quindi, che l’udienza preliminare si concluda entro l’anno. Oggi, si è registrato anche il ritiro della richiesta di rito abbreviato da parte di uno degli indagati, Marcello Vernola. Tutti, quindi, dovrebbero attendere l’esito dell’udienza preliminare, senza optare per riti alternativi. Tra gli indagati come noto anche un altro collaboratore del sindaco di Latina: si tratta di Stefano Gori, difeso dall’avvocato Orlando Mariani.

Lo scorso 29 aprile, peraltro, il Comune di Latina ha pubblicato la delibera di Giunta che dà mandato al sindaco Matilde Celentano di individuare un legale consulente speciale per motivare la mancata costituzione di parte civile nell’udienza preliminare già praticamente annunciata. Il legale consulente risulta già nominato dalla prima cittadina: si tratta del professore universitario, Federico Pernazza, il quale dovrebbe ricevere un compenso nell’ordine di 5mila euro.

Siamo, quindi, allo stesso punto di partenza per una udienza preliminare che ha visto già tre cambi di giudici. Dopo l’arresto del Gip Giorgia Castriota, avvenuto ad aprile 2023, il procedimento era passato in mano al collega Mario La Rosa il quale, però, dopo aver rinviato l’udienza, non è più nell’ufficio Gip-Gup, ma è diventato giudice monocratico e collegiale presso il Tribunale di Latina.

Ecco perché lo scorso 24 gennaio, un nuovo giudice, Laura Morselli, in qualità di giudice per l’udienza preliminare, si era ritrovata il procedimento che stenta ad andare avanti. Nel frattempo, la curatela fallimentare di Latina Ambiente, tramite l’avvocato Stefano Preziosi, ha presentato la propria richiesta di costituirsi parte civile, mentre il Comune di Latina, considerato dal Commissario Carmine Valente organismo offeso in quanto l’ente ha perduto capitale col fallimento, era sì presente oggi in aula con l’avvocato Francesco Cavalcanti, ma, come detto, non sarà parte civile, sebbene vi fosse stato l’indirizzo in tal senso disposto a febbraio 2023 dal medesimo commissario prefettizio. Senza contare, peraltro, che la nuova amministrazione comunale a marca centrodestra ha eseguito una mega transazione per i debiti che il Comune di Latina aveva con la vecchia Latina Ambiente, il cui curatore fallimentare è il commercialista Lorenzo Palmerini, nominato dalla stessa amministrazione come nuovo Presidente di Abc, la società municipalizzata dei rifiuti che ha sostituito la predetta Latina Ambiente.

Insomma, un viluppo con alcuni profili di conflitti di interesse, tra collaboratori del Sindaco indagati e un Presidente che riveste un doppio ruolo già finito all’attenzione dell’opposizione. Un doppio ruolo che diventa triplo se si considera che Palmerini è anche consulente di Rida Ambiente, la società che gestisce l’impianto Tmb di Aprilia, la quale ha tutto l’interesse affinché i rifiuti indifferenziati (che la società apriliana accoglie, tra gli altri, anche dal Comune di Latina) non abbiano un decremento a Latina, laddove Abc dovrebbe spingere perché la raccolta differenziata aumenti.

Per quanto riguarda la transazione, il Comune è convinto di essere arrivato a una condizione “in bonis” e senza più debiti con la ex partecipata che gestiva, a Latina, il servizio d’igiene urbana. Sul lato penale, il Gip Morselli dovrà decidere chi dovrà essere rinviato a giudizio. Ma di tempo, come detto, ne occorrerà molto.

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L’INDAGINE – I coinvolti, nell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore della Procura di Latina Marco Giancristofaro (iniziata nel 2016), sono i vari amministratori delegati che si sono succeduti negli anni Giuseppe Caronna, Bruno Landi e Valerio Bertuccelli; i vari Presidenti della società Vincenzo BianchiGiovanni RossiGiacomo Mignano e Massimo Giungarelli; i vari consiglieri del Cda (alcuni dei quali ex dirigenti o funzionari del Comune di Latina) Gianmario Baruchello, Marco BrinatiClaudio Quattrini, Marcello VernolaAlfio GentiliMaurizio BarraBruno CalziaVincenzo BorrelliLucio NicastroStefano GoriRomeo Carpineti, Francesco MaltoniLorenzo Le Donne e Giancarlo Milesi; i componenti del collegio di sindaci revisori Gabriele GiordanoElvio BiondiRuggiero Maurizio MoccaldiBruno Pezzuolo e il socio e procuratore della società di revisione Mazars & Guerard, Fabio Carlini.

In uno dei capi d’accusa viene spiegato che 22 degli indagati avrebbero occultato “perdite nel corso della gestione 2007-2013, perdite stimate in non meno di 18 milioni e mezzo di euro circa, mediante l’imputazione di ricavi e proventi Tia extra rispetto ai montanti Pef dello stesso periodo, con conseguente erosione del capitale sociale“. La perdita di capitale nel corso degli anni è stata di 18,5 milioni di euro.

In un altro capo d’imputazione, quello che coinvolge più indagati, c’è l’accusa grave di bancarotta fraudolenta. Secondo la Procura, gli indagati non rendevano possibile “la ricostruzione del patrimonio” e il “movimento degli affari, i libri e le altre scritture contabili della società Latina Ambiente spa in liquidazione tra il settembre 2006 e l’approvazione del bilancio 2012, i sindaci e la società di revisione omettendo ogni controllo di legalità e contabile di rispettiva competenza, limitatamente al periodo tra il 2006 e l’approvazione del bilancio 2010, attesa la mancanza di un sistema di rilevazione contabile analitico, tale da consentire la segregazione contabile dei costi inerenti la gestione Tia, e quindi la puntuale verifica del rispetto della copertura di tali costi con la tariffa di riferimento“.

Infine, nell’ultimo capo d’imputazione, che interessa una quindicina di indagati, c’è l’accusa di aver distratto oltre 300mila euro, negli anni di bilancio tra il 2009 e il 2011, a favore dell’azienda che deteneva il 49% della Latina Ambiente, la Unendo di Francesco Colucci. La distrazione delle somme dalla Spa sarebbe avvenuta tramite emissione di dividendi a fronte di contabilità ed esercizi di bilancio che, tra gli anni 2008-2009-2010, non avrebbero permesso la distribuzione di alcunché: risulta, infatti, chi i tre bilanci, riferibili ai tre anni summenzionati, hanno chiuso in perdita. Circa 800mila euro per il 2008, 351mila per il 2009 e oltre tre milioni di euro per il 2010 (3,2, milioni di euro). Perdite che hanno eroso il patrimonio netto dell’azienda e il capitale sociale arrivando a un valore medio negativo di oltre 9 milioni, se si includono anche gli aggravamenti successivi riconducibili agli anni 2011, 2012 e 2013.

Già dal 2007, il management avrebbe dovuto intervenire per proteggere il patrimonio aziendale, comportando così, per gli anni a seguire, il deprezzamento del valore societario dell’azienda che gestiva l’igiene urbana nel capoluogo di provincia (e non solo, fino al 2015 anche a Formia). Mancati interventi che, secondo le ipotesi degli inquirenti, avrebbero determinato l’inchiesta penale.

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