EX AVIR: RINVIATA A GIUDIZIO PER FALSO LA DIRIGENTE STEFANIA DELLA NOTTE

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Ex vetreria Avir di Gaeta

Ex Avir di Gaeta: accusata di falso Ideologico la dirigente Stefania Della Notte. Il giudice ha sciolto la riserva sul suo caso

Aveva sostenuto, a giugno, davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Roma, Simona Calegari, di non aver falsificato nessun frazionamento delle particelle della superfice dell’ex vetreria Avir di Gaeta, basando le sue ragioni sulle risposte fornite al Consiglio di Stato, che seguivano quelle prodotte dall’ex dirigente del Comune di Gaeta Massimo Monacelli. Così si era difesa la dirigente del Comune di Gaeta Stafania Della Notte, la quale, il prossimo 9 novembre, dovrà affrontare una nuova udienza preliminare, insieme all’ex sindaco gaetano, Cosmo Mitrano, e altri indagati, per un altro caso, quello del piazzale ex stazione.

A giugno scorso, quindi, Della Notte, 55 anni, dirigente dell’Urbanistica al Comune di Gaeta, aveva rilasciato al Gup di Roma dichiarazioni spontanee in merito alla vicenda del frazionamento dell’ex Avir su cui pendeva la richiesta di rinvio a giudizio sostenuta dal sostituto procuratore capitolino Antonio per falso ideologico commesso da un pubblico ufficiale.

La vicenda che ha coinvolto Della Notte è collegata alla confisca dell’ex Avir acquisito al patrimonio del Comune di Gaeta dall’allora amministrazione presieduta dall’ex Sindaco Antonio Raimondi, dopo il sequestro ordinato dalla Procura di latina nel 2011 con l’ipotesi di lottizzazione abusiva. Dopodiché cinque società immobiliari proprietarie dei volumi dell’Ex Avir proposero ricorso al Tar che diede loro ragione. Una decisione, successivamente, ribaltata dal Consiglio di Stato nel 2019 che concretizzò la confisca del bene Poi, nel 2020, una nuova decisione, stavolta definitiva, da parte del Tribunale di Latina che confermo l’ex Avir nella disponibilità del Comune di Gaeta.

Ad ogni modo, per quanto riguarda le accuse a Della Notte, l’architetta aveva spiegato l’intricata vicenda. Fu con l’ordinanza numero 213/18 che il Consiglio di Stato aveva ordinato alle parti – Comune e privati – di depositare òa documentazione del frazionamento dell’area. A rispondere fu il dirigente dell’epoca, ossia nel 2018, Monacelli, il quale spiegò che il frazionamento di una particella (numero 89 foglio 34) risaliva agli anni 2005 e 2005.

Al che, sempre, nel 2018, il Consiglio di Stato ordinò alle parti, tramite una integrazione, la produzione di altri documenti, tra i quali il piano attuativa e gli atti delle unità della “Di Tella srl”, uno dei privati in contrapposizione col Comune.

Della Notte, difesa dal suo avvocato Andrea Di Croce, presentò al Consiglio di Stato tutti i documenti che avrebbero dimostrato sin da subito le variazione catastali dell’area e tutti gli atti di natura urbanistica che sarebbero valsi a scagionarla dall’accusa di falso. Ecco perché il suo legale ne ha chiesto il proscioglimento, in quanto il frazionamento dell’area sarebbe avvenuto, né nel 2005 è stato tenuto nascosto con i deposito avvenuto nel 2011.

Secondo la Procura, invece, il 28 dicembre 2018 Della Notte avrebbe attestato “falsamente che il frazionamento dei subalterni 3,4,5, 8,9 e 13 della particella 89 del foglio 34 era stato depositato all’ufficio tecnico del Comune di Gaeta il 2 febbraio 2011 mentre in realtà tale atto era stato depositato in data 6 maggio 2005”.

Il falso avrebbe così creato nocumento a Raffaele Di Tella, della omonima società, ossia uno dei proprietari della case che si trovano nel perimetro catastale dell’ex complesso industriale dell’Avir. Di Tella sarebbe stato penalizzato in base a quelle attestazioni, privato di particelle e cubature, e per tali ragioni, difeso dall’avvocato Luca Scipione, nel 2019, presentò l’esposto contro ignoti alla Procura di Roma. Le indagini partirono e il Commissariato di Polizia di Gaeta procedette a sequestrare tutta la documentazione al “Riqualificazione urbana” del Comune. Secondo gli investigatori, Della Notte avrebbe informato falsamente il Consiglio di Stato sul frazionamento dell’area per altri fini. Secondo la difesa di Di Tella, il Comune, in questo modo, ossia dimostrando al Consiglio di Stato il frazionamento dei sei subalterni della particella 89 del foglio 34, avrebbe dimostrato la lottizzazione abusiva dell’area in modo tale da concretizzare l’acquisizione del bene.

Oggi, 28 settembre, il Gup Calegari si è pronunciato sciogliendo la riserva e rinviando a giudizio la dirigente Stefania Della Notte. Il processo inizierà dinanzi al Tribunale di Roma il prossimo 5 giugno 2024. La competenza è del tribunale capitolino in quanto gli atti che si presumono falsi furono presentati in sede di Consiglio Stato che, come noto, si trova a Palazzo Spada a Roma. Parte civile nel processo sarà Di Tella.

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