Estorsioni e usura a Formia: è stato assolto dal Tribunale di Cassino Francesco Bencivenga. Era stato accusato di aver applicato un tasso del 400% per la restituzione di un prestito
Gli arresti per Bencivegna (49 anni) e Fabrizio Guerra (56 anni) scattarono, l’anno scorso, in pieno lockdown (aprile 2020).
Il Commissariato di Polizia di Formia diede esecuzione ad un’ordinanza di misura cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari di Cassino a carico di entrambi per i reati di estorsione ed usura commessi, separatamente, ognuno nell’ignoranza dell’azione criminale dell’altro, nei confronti di una persona in difficoltà economica, su somme rilevanti di denaro date in prestito.
L’attenzione da parte del personale del Commissariato nasceva da una richiesta di aiuto pervenuta al numero di soccorso pubblico 113 da parte dei familiari della vittima che, seriamente preoccupati, avevano segnalato l’allontanamento da casa del congiunto per presunti problemi economici. Le operazioni di ricerca e soccorso immediatamente attivate portarono al rintraccio dell’uomo, attraverso il sistema di geo-localizzazione del telefono cellulare, in una zona montuosa al confine della provincia di Frosinone, tra i Comuni di Campodimele e Pico dove, preso dallo sconforto, si era portato alla guida della propria autovettura.
Ora, il Tribunale di Cassino ha assolto Bencivegna per i reati contestatigli (il fatto non sussiste), mentre ha condannato, col rito abbreviato, Fabrizio Guerra a 3 anni. Pena comminatagli dal giudice dell’udienza preliminare.
I due percorsi giudiziari, evidentemente, sono stati diversi così come in fase d’indagine si era distino tra le due azioni estorsive, indipendenti l’una dall’altra.
Bencivegna è stato assolto anche perché la sua difesa è riuscita a dimostrare che l’uomo, che sarebbe stato estorto, è risultato, in altre vicende, debitore di svariate persone ai quali non restituiva i soldi chiesti in prestito. Problemi, inoltre, anche con le intercettazioni, il cui contenuto è stato trascritto in minima parte e, quindi, reso inutilizzabile. Le numerose trascrizioni delle intercettazioni realizzate dalla difesa di Bencivegna hanno dimostrato l’estraneità ai fatti dell’imputato e la sua innocenza.