Sono oltre 2.000 i medici che mancano nei Pronto Soccorso in Italia, un numero destinato a raddoppiare entro il 2025: un deficit che costringe gli ospedali a ricorrere ai medici libero professionisti a partita Iva, chiamati a gettone per svolgere turni in strutture di volta in volta diverse. A Latina il dato dei medici a partita Iva è il 20% del totale.
A scriverlo è l’Anaao Assomed, il sindacato medico italiano dove, stando ai dati del triennio 2016-2018, risultano iscritti oltre 18mila medici.
“Non esiste un censimento nazionale – spiega all’Ansa il segretario del sindacato Anaao, Carlo Palermo riferendosi alle partite Iva – ma sono migliaia in tutta Italia, soprattutto in Piemonte, Lazio, Veneto, Campania e Sicilia. Il loro numero è cresciuto molto negli ultimi anni, perché in questo modo le aziende sanitarie aggirano il blocco delle assunzioni“.
Secondo i dati Anaao, entro il 2025 è prevista la mancanza di 4.422 medici dell’area dell’Emergenza e Urgenza, di cui 800 solo in Campania e 550 nel Lazio. Per tamponare la situazione nei momenti critici, come quelli estivi, le aziende hanno cercato ogni possibile risorsa. Tra queste, il ricorso a medici libero professionisti a partita Iva, chiamati a gettone per svolgere turni in strutture di volta in volta diverse.
Nel Lazio, le partite Iva rappresentano il 20% a Latina e Frosinone e addirittura il 42%, a Viterbo.
“In primis – precisa Palermo – non hanno una qualifica specifica per svolgere la funzione. Inoltre, visto il rapporto di lavoro non stabile è impossibile controllarne i turni accumulati, cosa che si traduce in una mancanza di sicurezza per se stessi e per gli altri. Infine, proprio perché chiamati di giorno in giorno in posti diversi, hanno più difficoltà a conoscere in modo approfondito l’ambiente di lavoro e le procedure“.
Quelli che lavorano a partita IVA nei pronto soccorso, inoltre, sono medici che spesso hanno accumulato anni e anni di esperienza nell’area Emergenza-Urgenza, ma che non possono accedere ai concorsi per la stabilizzazione perché non sono specialisti. “Per questo – conclude il segretario dell’Anaao Palermo – rilanciamo al Governo la proposta di trovare per loro delle forme di assunzione a tempo determinato, con iscrizione alla scuola di specializzazione, nell’ambito delle quote di contratti aggiuntivi finanziati dalle regioni”.