ELEZIONI FORMIA, LA VERSIONE DI VILLA: CONNIVENZE TRA DIRIGENTI E POLITICA E IPOCRISIE SULLA CAMORRA

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La conferenza stampa di ieri 12 giugno. Da sinistra Christian Lombardi (Un'Altra Città), Paola Villa candidata Sindaco e Antonio Romano (meetup Formia 5 Stelle)

Paola Villa si presenta come candidato sindaco appoggiata dal movimento “Un’Altra Città” e dal meetup di Formia 5 Stelle. Ieri la conferenza stampa a Formia: oltreché al candidato Sindaco, anche Christian Lombardi per “Un’Altra Città” e Antonio Romano per il Meetup Formia 5 Stelle

L’alleanza era stata annunciata da mesi, tanti gli incontri che – come ricordato da Lombardi, Villa e Romano – sono iniziati da febbraio 2021. Ieri l’ufficialità anche se la parte più rilevante della conferenza stampa è stata un’auto-requisitoria che Villa ha compiuto su lei stessa, la sua amministrazione durata 30 mesi (“di cui 12 di pandemia”, ci ha tenuto a sottolineare l’ex prima cittadina), su errori e un’identità che non è cambiata. “La nostra è una compagine civica – ha detto Villa – Fummo aggettivati nel 2013 e nel 2018 come le solite liste civiche civetta, invece noi siamo rimasti civici e mettiamo al centro la città come sempre. Avere nella compagine un movimento in trasformazione come il Movimento Cinque Stelle non toglie nulla alla nostra identità“.

Nel 2018 – ha spiegato la professoressa di Formia, con rimando a “Ripartiamo con Voi” di Maurizio Costa (che ora appoggia il candidato sindaco leghista Amato La Mura) – una compagine civica si è rivelata altro perché davamo fastidio ad Acqualatina, e quelli telefonavano una volta a Fazzone e un’altra volta a Mitrano“.

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Ecco perché sia Lombardi che Romano hanno voluto evidenziare la loro comunione d’intenti, un filo che viene ripreso nonostante la caduta dell’amministrazione Villa finita per la scelta di “Ripartiamo con Voi” del dominus Maurizio Costa di staccare – come si dice con espressione abusata – la spina.

Saremo una discontinuità nella continuità e abbiamo già approvato un regolamento dei beni comuni“, dice Lombardi. “Siamo un meetup che dialoga, a differenza del passato – gli fa eco Romanoe abbiamo scelto di appoggiare un sindaco diverso da un esponente del meetup proprio perché valutiamo le differenze che ci sono nel territorio rispetto ad altri contesti della provincia che invece probabilmente andranno da soli“.

E, poi, tutti, da Villa a Lombardi e Romano hanno ribadito di essere aperti alle compagini civiche che ad oggi sono fuori da questa alleanza. E, anche se non lo dicono, il riferimento è a quel campo progressista, al cui interno c’è parte del direttivo a cui il Partito Democratico, per decisione di Moscardelli e Astorre, non si presenterà con il suo simbolo. Un partito diviso a metà e spezzato dalla linea di Sandro Bartolomeo che ha scelto di appoggiare il candidato sindaco della Lega Amato La Mura. In perfetta sintonia con le politiche dei Dem nel Golfo che nella gemella Gaeta governa, senza esibire il simbolo, con il forzista Cosmo Mitrano.

Ma al di là delle alchimie politiche, delle elezioni che sono ancora lontane e intiepidite come quella dell’anno scorso dalla pandemia, la conferenza stampa (vedi video per intero di seguito) è una sorta di Paola Villa show nel senso che è la prima cittadina ad attirare su di sé praticamente tutte le domande dei giornalisti presenti in sala, in un gioco a cui non si sottrae. Non proposte per la città per ora, ma due i punti più importanti: la storia dei finanziamenti (quasi) perduti per i due istituti scolastici e la questione morale che in una città come Formia dovrebbe essere sempre al centro di ogni dibattito pubblico.

Gli 11 milioni delle Scuole Pollione e De Amicis di Formia e il parere della Soprintendenza mancante – “Non possiamo permetterci di perderlo, ma se dovessi perdere i soldi, l’amministrazione deve fare una istruttoria/ispezione per capire i responsabili. Io come sindaco sono stato commissario straordinario dell’edilizia, nominai un gruppo operativo individuando le uniche due figure che potevano occupare il ruolo di Rup del settore lavori pubblici insieme a due funzionari del settore dell’urbanistica“.

I finanziamenti furono chiesti l’8 giugno 2018, per la demolizione e ricostruzione degli Istituti De Amicis e Pollione. Due richieste e due finanziamenti separati. Finanziamenti disponibili il 14 giugno 2019, ed è lì che scattò l’iter. “L’iter lo doveva fare chi era responsabile del settore Rup e dirigenziale sennò è abuso d’ufficioincalza VillaMi meraviglio che queste speculazioni arrivino da persone che hanno fatto parte di enti, e anche del comune di Formia“.

E ancora Villa ricorda le criticità della città, come il parcheggio, Largo Paone, il Multipiano. “Non è colpa dei sindaci“, ribadisce ponendosi in una situazione scomoda, un vero e proprio attacco alla macchina amministrativa del Comune. Dice, Villa, che il bubbone sta nella burocrazia, in chi deve vigilare e adoperarsi affinché determinate autorizzazioni o pareri (come nel caso Pollione) vadano a buon fine. In questo – va evidenziato – Villa non ha paura. Difficile trovare un candidato sindaco che con una dichiarazione del genere rischia di mettersi contro tutto o quasi il corpo amministrativo della città. E nel farlo ricorda la figura di Vito Tatò, Dirigente dei Servizi ispettivi di finanza pubblica della Ragioneria generale dello Stato, che scrisse una relazione sulla connivenza tra politica e dirigenti votata all’illegalità, la quale fu il prodromo per quel “Sistema Formia”, l’inchiesta sulla città, e aspettata da essa, finita praticamente, a livello penale, in una bolla di sapone.

La prima volta che i dirigenti non hanno preso di default il 100% per le performace è stato nel 2020 quando c’ero io – rivendica Villa – Per me la relazione di Tatò è attualissima, lo era nel 2013 quando ci candidammo per la prima volta, lo è stata nel 2018 e lo è tutt’oggi. Per me un faro“.

LA MACCHINA AMMINISTRATIVA AGONICA – “Noi siamo entrati con una macchina dirigenziale distrutta: 3 dirigenti per sei settori. Inoltre, i dirigenti non possono stare nello stesso settore per 10-15 anni. Se Largo Paone si allaga, Multipiano succede quello che succede, ci si deve chiedere chi è il rup di queste storie”. Ecco perché, secondo la candidata Sindaco, per il caso Pollioneoccorre un’ispezione interna da parte del segretario Generale, anche responsabile della trasparenza e dell’anticorruzione. Altrimenti – spiega ricordando un’altra relazione piuttosto significativa – le 172 pagine del Segretario Alessandro Izzi sono carta straccia“.

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QUESTIONE MORALE A FORMIA – “Spero di non vedere più un sottosegretario al Ministero dell’Interno venire a Formia a trovare uno che era di fianco a Michele Forte, colui che ha dato la cittadinanza a Ernesto Bardellino“. Questa la prima stoccata, o meglio un vero e proprio gancio politico, di quelli che rischiano di provocare un terremoto, che Villa assesta quando inizia a parlare della camorra della sua città. Dodici famiglie legate più o meno ai clan campani, argomento che dovrebbe essere inflazionato a Formia e che, invece, viene spesso omesso, oscurato, persino mal digerito anche dalla cosiddetta società civile.

Ma Villa non si sottrae neanche a questo e attacca frontalmente Nicola Molteni, sottosegretario leghista al Ministero dell’Interno nel Governo Draghi, in visita questa settimana alla Prefettura e alla Questura di Latina, e, successivamente, a Formia e nel sud pontino per rendere omaggio ad alcuni agenti aggrediti in un’operazione.

Molteni si è poi recato a far visita al candidato sindaco della Lega Amato La Mura, competitor di Villa, Gianfranco Conte e Gianluca Taddeo. Non una parola sulla camorra della città, ma un trampolino di lancio per La Mura che ha promesso velocizzazione per le pratiche di Marina di Castellone ora in capo all’Agenzia dei Beni Confiscati. È qui che Villa non ci sta: “Chi era di fianco a Michele Forte – riferendosi a La Mura – che ha dato la residenza a Ernesto Bardellino nonostante il vice questore disse che erano soggetti pericolosi, oggi va in giro a parlare di criminalità organizzata“.

Secondo Villa, Molteni “doveva leggersi la mia relazione in seno alla Commissione regionale antimafia del febbraio 2019 – per lei un vero spartiacque – e la lettera a Salvini in cui ricordai che ci sono 12 famiglie di camorra a Formia. E deve sapere che Marina di Cicerone è stata costruita con i fondi provenienti dai rifiuti da un certo Cipriano Chianese che stava a tavola con Carmine Schiavone il quale ha detto che veniva a Formia perché veniva ospitato dal suo caro amico Ernesto Bardellino“.

E ancora: “I sindaci del comprensorio devono chiedere le dimissioni di quei politici che hanno raccomandato per concorsi Asl. Il politico non deve aspettare le sentenze. Non devo aspettare una sentenza per non sedermi a tavola con Ernesto Bardellino“.

Qualcuno le ricorda che è la “solita” Villa. Ha ragione, forse. E lei risponde: “Vi dovete preoccupare se mi vedrete cambiata”.

GLI ERRORI – “Il mio errore è di non aver perseguito in maniera chiara il cambio all’interno della macchina amministrativa. Con la rotazione ci abbiamo provato ma è stato complicato affrontare la rotazione della macchina amministrativa con il Covid. E ho voluto salvaguardare l’amministrazione. Parlo del fatto di mettere a rischio l’amministrazione, avrei dovuto fermarmi quando affrontavamo alcune crisi rischiando di andare a casa. Due assessori non vengono in Giunta perché si discuteva di Acqualatina, avrei dovuto dire basta“. La ferita è ancora aperta e Villa non fa niente per nasconderlo: il “tradimento” annunciato di Costa e Ripartiamo con Voi non è stato ancora digerito e queste parole lo dimostrano.

E poi “non sono riuscita a spiegare alla città che stavamo facendo cose a lungo termine. Formia entra nell’ufficio di presidenza dell’Ato, mentre un lampione spento ha avuto più visibilità. Non sono riuscita a far capire alla comunità su quali tematiche cambia una città“.

Un problema di comunicazione e coalizione. Questi sono i principali nodi che dice di aver dovuto affrontare. Con la sensazione che ad oggi, pur dimostrando di essere una compagine diversa dalle altre, dove si parla di questioni oscurate dagli altri, il tempo è troppo breve e il ritorno all’ordine sembra inevitabile.

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