LA FORMIA CIVICA AL TRAMONTO: VILLA RIVENDICA E BARTOLOMEO DIFENDE COSTA

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Paola Villa
Paola Villa

Il sindaco uscente di Forma Paola Villa torna a parlare dopo il consiglio comunale del 28 dicembre che ha sancito la fine della sua amministrazione: “Si riconosce quando si perde”. Il suo predecessore, l’ex Sindaco Bartolomeo, sui social, difende l’uomo che ha deciso le sorti dell’amministrazione Villa: Maurizio Costa

Villa, nel video che può essere visualizzato di seguito, ha fatto un lungo excursus dei 30 mesi di amministrazione. Il Sindaco uscente ha rivendicato gli obiettivi della sua amministrazione – alcuni dei quali contestati da commenti sulla pagina Facebook del Comune di Formia – e ha ringraziato tutti i collaboratori, gli assessori, i consiglieri comunali e gli altri che l’hanno accompagnata.

Oggi sono ancora sindaco e lo sarò fin quando il prefetto non nomina un commissario”.

Ad altre latitudini social, invece, in risposta a un post del consigliere comunale del Partito Democratico Claudio Marciano, l’ex primo cittadino (sempre PD) di Formia Sandro Bartolomeo ha voluto difendere l’imprenditore della sanità, nonché ispiratore politico della lista “Ripartiamo con Voi”, Maurizio Costa. Come noto, il venire meno dell’appoggio dei consiglieri e degli assessori del predetto gruppo consiliare ha sancito la fine dell’amministrazione Villa.

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Secondo Marciano, Villa non avrebbe fatto nulla, né sull’acqua, né sull’urbanistica, e neanche sulla denuncia contro la camorra, un ambito nel quale il Sindaco uscente, nella commissione regionale del febbraio 2019, diede prova di essere l’unico amministratore del sud pontino (e oltre) a snocciolare nomi e cognomi delle famiglie che sono insediate nella città che governava. Anche quest’oggi, infatti, Villa, nel video di commiato, ha ricordato quella commissione e anche qualche cognome di quelle famiglie, tra cui Bardellino, i cui beni sono stati confiscati e attendono di essere riutilizzati nonostante qualche ombra e passaggio a vuoto negli anni passati.

Claudio-Marciano
Claudio Marciano

Ma non può passare inosservato il passaggio, nel post pubblicato dal consigliere comunale “Dem” Marciano, in cui l’esponente politico ha menzionato le politiche sulla sanità del Sindaco uscente: “Paola Villa si è alleata con una lista diretta espressione della clinica privata di Maurizio Costa (quella, per capirci, che drena soldi pubblici al Dono Svizzero). Ha beneficiato dei suoi voti. Ha dato ai rappresentanti di questo schieramento posti di potere importanti (assessorato ai lavori pubblici, presidenza della commissione urbanistica). Ora che gli sono ritorti contro, sentirla parlare di conflitti di interesse è ridicolo. Come se fosse vero adesso e non nel 2018“.

Un’opinione, quella di Marciano, che da più parti, non necessariamente contrari all’azione del Sindaco Villa, è stata da tempo rimarcata all’ormai ex primo cittadino. Come a dire che allearsi con politici già navigati, peraltro appesantiti da interessi economici, non può portare che al disastro politico, come in effetti è avvenuto.

Maurizio Costa
Maurizio Costa

A rispondere alle parole di Marciano, sicuramente non eufemistiche, non è stato un tifoso dell’amministrazione Villa né un suo detrattore. A scomodarsi, infatti, è arrivato l’ex sindaco di Formia Sandro Bartolomeo che ha difeso Maurizio Costa arrivando persino all’avventura di un parallelo ardito, tanto da menzionare “Il Migliore”, al secolo Palmiro Togliatti: “Maurizio Costa è stato a lungo nostro alleato – ha scritto Barolomeo – e per la gran parte del percorso comune abbiamo lavorato bene insieme, a dimostrazione di come la sinistra possa, senza scandalizzarsi troppo, collaborare con aree più moderate. E in ogni caso se critica ci deve essere, non può riguardare la sua attività di imprenditore della sanità, attività che la sua famiglia svolge ormai da più generazioni. Senza la sanità privata il sistema solo pubblico non reggerebbe. La storia poi ci insegna che alcuni grandi politici della sinistra (da Togliatti ad Amendola) non nascondevano la loro amicizia con Spallone, Garofalo, imprenditori della sanità romana, anzi ci si curavano. Queste cose te le dice uno che, come tu sai, ha fatto dell’impegno nella sanità pubblica una ragione di vita, lasciando anche eredità importanti che tanti conoscono“.

Non ho scritto – ha replicato Marcianoche avere una clinica privata è un reato. È tuttavia un conflitto di interesse utilizzarne il potere per condizionare la politica locale, ad esempio creando liste abitate per lo più da propri dipendenti, oppure palesando il proprio appoggio in cambio di orientamenti favorevoli sull’urbanistica o su altri aspetti (legittimi) ma collegati a interessi aziendali. Costa deve decidere se fare l’imprenditore della sanità o il politico. Fare tutte e due le cose insieme non va bene, è un problema per la democrazia cittadina, come lo è del resto a Roma…I soldi che la sanità privata (in convenzione) drena sono soldi presi a quella pubblica, per cui con tutto il rispetto per Costa, chi ci si allea poi non può venire a fare battaglie sul Dono Svizzero, perché è ipocrita“.

Sandro Bartolomeo, ex Sindaco di Formia
Sandro Bartolomeo, ex Sindaco di Formia

Verrebbe da domandare a Marciano perché non abbia mai chiesto conto a Bartolomeo della sua alleanza politica con Maurizio Costa. Tuttavia, ciò che è più difficile per il comprendonio di un elettore che va in cabina elettorale, senza favori clientelari da assolvere o amici degli amici da votare, resta il fatto per cui nella quarta città della provincia pontina, Formia per l’appunto, si debba assistere a uno spettacolo politico accettato pressoché da tutti, compresi coloro che si schierano fuori dal sistema e/o che sperano di entrarvi per contrastarlo: la lista, e poi il gruppo Ripartiamo con Voi, era sì rappresentata da consiglieri comunali legittimamente eletti ma risultava eterodiretta da un personaggio politico con interessi imprenditoriali, Maurizio Costa, fuori dall’assise. Una circostanza che, osservata da fuori, non è digeribile politicamente e si palesa ancor meno palatabile se a difendere la legittimità di un giano bifronte politico-imprenditoriale è un ex amministratore pubblico, come Sandro Bartolomeo, che trova normale venire a patti con politici gravati da interessi nella sanità privata. E ci si riferisce a un ex sindaco che è stato primo cittadino per ben quattro volte.

Un personaggio politico, Costa, che, come dice Marciano, aveva e ha i suoi legittimi interessi nell’ambito della sanità privata. Come mai tutto questo è stato accettato dagli elettori di Formia? Ad essere votati, con la lista “Ripartiamo con Voi”, nel 2018, furono Dario ColellaPasquale Martellucci, Ida Brongo e Alessandra Forcina e sarà anche naif sostenerlo ma, in un mondo di logica normale, qualsiasi elettore si sarebbe aspettato che a decidere per loro fossero i quattro esponenti nell’assise.

Eppure, a Formia, era “de plano” che quella lista fosse la lista di Maurizio Costa, patron della Clinica Casa del Sole, interessato recentemente da una spinosa inchiesta giudiziaria che lo ha coinvolto direttamente e da una denuncia dei Carabinieri che ha interessato tre medici che lì vi lavorano. Ad ogni modo, il punto non è penale ma prettamente politico: si può sopportare nel 2020 che alcuni consiglieri comunali siano fortemente influenzati da un imprenditore privato senza alcun ruolo elettivo?

E ancora: come mai Bartolomeo, che nella riposta a Marciano difende il suo operato anche nell’ambito dell’acqua pubblica, ci tiene però a puntualizzare che si può e si deve governare con Costa, avventurandosi inoltre in un realpolitik a favore della sanità privata la quale, soprattutto di questi tempi, non è che goda di grande popolarità?

Come riportato da Latina Tu, al momento della prima crisi dell’amministrazione Villa, quella del 30 novembre 2020, c’erano più voci a Formia, non confermate, che a far da sponda politica a Costa e ai suoi ci sarebbe stato anche un altro medico ed ex Sindaco, per l’appunto quel Sandro Bartolomeo considerato da Villa e dai suoi il grande avversario. L’uscita dell’ex sindaco, scritta sui social, non conferma ma se non altro alimenta quelle voci.
Chi ha ordito questa operazione becera e chi ne ha diretto la regia, questo fu il passaggio sibillino di Paola Villa nel video in cui spiegava la situazione che, dopo 20 venti giorni, l’avrebbe portata a ritirare le dimissioni e, infine, a cadere.

Fatto sta che Formia rimane senza guida. Nessun sindaco, come Villa, ha subito gli insulti che si è portata dietro l’ex prima cittadina: persino da parte di un ex consigliere comunale che fece rilevazioni che più che politiche sembravano ispirate da un film scadente della commedia decadente anni Settanta, quella con Alvaro Vitali e Gloria Guida.

Paola Villa, sindaco di Formia

Forse, ad essere equiparato nell’acredine di certa stampa e certi commenti social, è stato per un certo periodo il sindaco di Latina Damiano Coletta che, più furbo di Villa, ha lasciato da parte alcune battaglie civiche e contro l’establishment (vedi: cambio di direzione sull’autostrada a pedaggio Roma-Latina con un salto carpiato che manco Greg Louganis e pubblicizzazione dell’acqua), tanto da iniziare un dialogo e poi un andare a braccetto con associazioni di categoria e personaggi della Latina bene e del passato che dice di aver sconfitto.

Eppure, ciò che a Formia rimane, è la sensazione di aver sprecato una occasione, forse irripetibile. E il Sindaco Villa ha le sue responsabilità come quelle che le imputa Marciano sui rapporti di forza con la lista di Costa – nonostante non si sa bene se il pulpito del consigliere dem sia credibile, militando nel Partito Democratico che nel Golfo, sotto altre spoglie, amministra, ad esempio, a Gaeta, con il centrodestra e Cosmo Mitrano.

Bollare la sua amministrazione come il nulla, tuttavia, è un esercizio di propaganda politica. Ci sta, anche perché a Formia è partita la campagna elettorale, comprese le pacche sulla spalla di Villa, rigorosamente tramite comunicato stampa, da parte degli avversari politici Pasquale Cardillo Cupo e Gianfranco Conte.

Un’altra amministrazione civica a Formia? Difficile dirlo e già ora i presunti “competenti” come il senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini ballano sui corpi del civismo perdente, come se la memoria di tutti, verso colui che ha sostenuto la Giunta Di Giorgi-Maietta, fosse quella del pesce rosso. Vale a Latina, così come nel Golfo.

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