ELEZIONI “BALLERINE”: SPUNTA L’ESPOSTO IN PROCURA, MA NESSUNO TRA LEADER E CONSIGLIERI DENUNCIA

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Elezioni “ballerine” a Latina: a distanza di dieci giorni dalla sentenza del Tar, nessuno tra i consiglieri di maggioranza e minoranza ha presentato un esposto per fare chiarezza

Sono passati dieci giorni da quando è stata resa pubblica la sentenza del Tribunale amministrativo di Latina con la quale i giudici hanno annullato il verbale di proclamazione degli eletti adottato dall’ufficio elettorale dell’adunanza dei Presidenti delle sezioni del Comune di Latina, aperto il 19 ottobre 2021 e concluso in data 21 ottobre 2021, per l’elezione alla carica di Sindaco e alla carica di consigliere comunale del Comune di Latina.

Come altrettanto noto, in quella sentenza, tanto rumore ha fatto il passaggio sullo scenario della cosiddetta scheda ballerina.

“È evidente – si legge nella sentenza – che dietro l’apparente minimo scarto (tranne i casi eclatanti delle sezioni 40, 73, 95 e 103) tra il numero delle schede autenticate come risultante dai verbali delle Sezioni sopra citate, e quello delle schede autenticate adoperate effettivamente dagli elettori e di quelle non utilizzate, effettivamente rinvenute dalla Prefettura, può nascondersi il fenomeno della c.d. scheda ballerina (consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all’elettore che, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca assegnatagli, depositando nell’urna non già quest’ultima ma quella consegnatagli all’esterno del seggio) destinato a incidere sulle correttezza del voto in maniera esponenziale e non determinabile a priori”.

Sono stati scritti innumerevoli articoli, anche e soprattutto sulla stampa nazionale, dando per scontato che ad agire con il metodo “ballerino” fosse stato il centrosinistra poiché i ricorrenti sono stati due candidati della lista “Latina nel Cuore” che sosteneva la candidatura di Vincenzo Zaccheo per il centrodestra. “Libero” ha titolato, non toccandola proprio piano, “Così hanno rubato i voti. Centrodestra fregato”, come è nello “stile” del quotidiano. Un titolo per cui sono state promesse e probabilmente già presentate denunce querele da parte di esponenti del centrosinistra pontino.

I vertici locali di Lega e Fratelli d’Italia, in particolare il deputato Claudio Durigon e il senatore Nicola Calandrini, sempre attenti al garantismo ma non stavolta, si sono dimostrati i più battaglieri chiedendo di fare luce sulle schede ballerine al Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese la quale, probabilmente, si limiterà a rispondere che c’è stato un ricorso al Tar e una sentenza in cui si scrive del fenomeno.

Insomma, tante dichiarazioni, a volte strumentalizzazioni poco serie e un gran rumore di fondo senza che nessuno, però, dei consiglieri di centrodestra né di centrosinistra facessero l’unica cosa da fare per affermare di avere le mani pulite: presentare un esposto in Via Ezio, alla Procura della Repubblica di Latina, così da chiedere di fare chiarezza, interrogando dapprincipio i presidenti, i segretari e gli scrutatori di quelle sezioni (22) o di altre (magari tutte e 33 su cui è stato ricorso e anche di più). Sì perché se scheda o schede ballerina/e c’è/ci sono stata/state da qualche sezione deve essere uscita. E da più parti, in ambiente politici, si mormora senza che nessuno si esponga e dica come è andata.

E allora, dal momento che la stragrande maggioranza dei candidati ha agito correttamente e onestamente, deve essere interesse dei consiglieri comunali, o anche dei candidati Sindaco – da Coletta a Zaccheo passando per Bono, Muzio, Bottoni, Zuliani, Sciaudone, Ambrosetti e Mancino – pretendere trasparenza e la difficile verità esponendosi con una denuncia che chieda all’autorità competente di indagare.

Se non lo si fa, la calunnia diventa un venticello acre e la dietrologia prende il posto della realtà.

A dire la verità, è arrivato un esposto in Procura. Si tratta di quello presentato dall’ex candidato alle elezioni comunali per la lista “Latina nel Cuore” (sì sempre la stessa) Andrea Silvagni. Il candidato elle amministrative dell’ottobre 2021 ha pubblicato il suo esposto a mezzo Facebook, presentato il 13 luglio scorso.

Silvagni, che ha ottenuto ad ottobre 2021 settanta preferenze, chiede alla Procura gli accertamenti in ragione del fenomeno della scheda ballerina.

“In particolare – si legge nell’esposto di Silvagni – vuole portare all’attenzione della Procura i fatti in quanto suscettibili di integrare tra l’altro la violazione delle norme in materia di reati elettorali, poiché il fenomeno della scheda ballerina fa emergere la condotta di chi forma falsamente, in tutto o in parte, le schede o altri atti destinati alle operazioni elettorali o altera uno di tal atti”. È, allora, lo stesso Silvagni a suggerire di ascoltare Presidenti e scrutatori in quanto “le schede elettorali sono predisposte, utilizzate e comunque custodite dai soggetti appartenenti all’ufficio elettorale”.

A presentare l’esposto, con tutto il rispetto, però, c’è sempre una seconda fila, così come avvenuto per il ricorso al Tar per il quale hanno ricorso due candidati non eletti di “Latina nel Cuore” e un elettore loro amico. A quando i leader? A quando i consiglieri comunali che siano di minoranza o di maggioranza?

In particolare, dal momento che i consiglieri di maggioranza si sono sentiti, a buon ragione, attaccati e diffamati da attacchi a testa bassa dalla succitata stampa nazionale, perché non presentare un esposto in Procura, possibilmente non per ragioni personali (come fatto da Silvagni che, comunque, ha avuto il merito di agire), e dimostrare così di avere le cosiddette mani pulite?

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