DUNE BIS: ESCE DI SCENA L’EX SINDACA GERVASI. CHIESTO IL RINVIO A GIUDIZIO PER TUTTI

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Inchiesta Dune, secondo filone del procedimento che tre anni fa ha terremotato l’amministrazione Gervasi

Il pubblico ministero Valentina Giammaria ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati nel procedimento penale, costola del procedimento penale denominato “Dune”. Si tratta dell’indagine che, tre anni fa, portò alla fine dell’amministrazione Gervasi a Sabaudia. L’ex sindaca, Giada Gervasi, esce invece di scena dal procedimento penale, insieme ad altri quattro indagati, per l’abolizione del reato di abuso d’ufficio, contestato a lei e agli altri co-indagati. Per tutti gli altri, il giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Barbara Cortegiano – che ha ascoltato le arringhe difensive degli avvocati i quali hanno chiesto il proscioglimento dei propri assistiti – deciderà se rinviare a giudizio o meno, alla data del prossimo 4 novembre.

Ad aprile, lo stesso Gip Cortegiano aveva accolto la costituzione di parte civile di tre dei richiedenti: si tratta del Comune di Sabaudia, del dipendente comunale Antonio Vitelli e della Dea Costruzioni srl. Estromessa la costituzione di parte civile del Comitato Sabaudia 2020 nei confronti degli indagati Attilio Guglielmi e di Fabio Minotti. Quest’ultimo, Minotti, accusato di turbativa d’asta, ha anche definito la sua richiesta di patteggiamento a 5 mesi e 4mila euro di multa.

L’udienza preliminare è a carico di 26 indagati coinvolti nello stralcio dell’inchiesta “Dune”, il cui processo principale è già incardinato presso il Tribunale di Latina dove sono imputati l’ex Sindaca Giada Gervasi, l’ex assessore all’urbanistica Innocenzo D’Erme, l’ex Direttore Generale del Comitato Sabaudia 2020 Luigi Manzo, l’ex consigliere comunale Sandro Dapit, l’ex responsabile Lavori Pubblici del Comune di Sabaudia ed attuale assessore a Pontinia, Giovanni Bottoni.

Tra gli indagati, anche i Carabinieri Forestali che, secondo gli inquirenti, In cambio della velocizzazione delle pratiche, di regola più lente poiché sottoposte ai vincoli dell’Ente Parco, affidavano i lavori di potatura alla ditta “Paesaggio Urbano”L’accusa ipotizza che, uno dei Forestali, Angelo Mazzeo, procacciava, l’altro, l’imprenditore Stefano Malinconico, eseguiva i lavori: il tutto, sottolineava l’ex Gip Castriota nell’ordinanza di custodia cautelare eseguita dai Carabinieri a febbraio 2022, “grazie alla connivenza del Comandante della Stazione Forestale di Sabaudia“.

La Procura di Latina contesta vari episodi avvenuti nell’espletamento delle gare d’appalto e degli affidamenti nell’ambito della Coppa del Mondo di Canottaggio 2020, tra cui l’impianto di cablaggio e il campo di regata. Contestate anche altre procedure pubbliche tra cui l’impianto di illuminazione e gli appalti all’Ente Parco e le irregolarità nei lidi. Gravi i reati contesti: turbativa d’asta, induzione indebita a dare o promettere utilità al peculato, falso e corruzione.

Nel corso dell’udienza preliminare di novembre 2024, i pubblici ministeri Antonio Sgarrella e Valentina Giammaria avevano modificato il capo d’imputazione per Mario Ganci.

In tutto, come detto, sono 26 gli indagati: Quirino Alessi, Rosalba Ambrosino, Federico Antonelli, Mario Bartolotti, Remo Bertani, Giovanni Bottoni, Carlo e Laura Dolcetta Capuzzo, Paolo Cassola, Sandro Dapit, Pietro Vincenzo D’Arcangelo, Diego Degli Stefani, Massimo Ferrini, Mario Ganci, Giada Gervasi, Riccardo e Attilio Guglielmi, Pietro Lapertosa, Stefano Malinconino, Angelo Mazzeo, Fabio Minotti, Luigi Palombi, Eduardo Piovesana, Gianni Polidoro, Alessandro Rossi e Massimiliano Stefanini.

Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Mariani, Nigro, Arichiadiacono, Lauretti, Calisi, La Macchia, Melegari, Mantella, Di Palma, Turriziani, Roccato, Coronella, Cardarello, De Gregorio, Giudetti, Forte, Argano, Volpe, Marzaduri, Ciccotti, Bonetti, Bianchi, Morgera, Reson, Davirro.

Al momento, l’unico ad uscire dal procedimento è l’ex tecnico supervisore della Coppa del Mondo di Canottaggio, Erasmo Scinicariello, che ha chiesto e ottenuto il patteggiamento: 1 anno e 8 mesi di reclusione.

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