DONO SVIZZERO: “I LAVORI IN OSTETRICIA E GINECOLOGIA ANCORA FERMI, TANTI I DISAGI”

“I lavori sono fermi, ma i disagi corrono”, la nota delle due associazioni sulla condizione che si vive al pronto soccorso del “Dono Svizzero”

“Segnano il passo i lavori di ammodernamento della sala operatoria di Ostetricia e Ginecologia e del Pronto Soccorso del Dono Svizzero di Formia, che sono reparti di estrema rilevanza del DEA di primo livello della Provincia di Latina. Se i lavori della sala operatoria sono fermi da ottobre del 2022, quelli del Pronto Soccorso risultano sospesi, dopo un timido inizio, addirittura dai primi di febbraio del 2022. Giova ricordare che per eseguire i lavori il Consiglio Comunale di Formia, con colpevole ritardo di nove mesi, il 25 ottobre 2022 aveva votato una variante al Piano Regolatore Generale. Ma da quella data è ancora tutto fermo.

A novembre 2023 sono stati tagliati i due alberi del piazzale dell’ospedale. Si pensava che fosse giunto il momento dell’inizio dei lavori, ma niente da fare: ad oggi è ancora tutto fermo. Quel piazzale inutilizzato, interdetto dalla recinzione di cantiere, ha prodotto disagi a non finire per lo stazionamento e le manovre delle autoambulanze, per le operazioni di scarico dei materiali sanitari e per le autovetture che arrivano al Pronto Soccorso. Ci si chiede se non fosse stato più utile, nel frattempo, lasciare fruibile quell’area. 

Lo stanziamento dei fondi per i lavori risale a circa quattro anni addietro. Nel frattempo, con l’arrivo della pandemia e la necessità di creare un percorso dedicato, sono stati spesi (e si spendono) molti soldi per i box montati dall’altro lato del Pronto Soccorso. L’attuale disposizione degli ambienti costringe a trascorrere l’ennesimo inverno con le barelle lungo il corridoio e con pazienti e operatori in oggettiva difficoltà. 

Recentemente la Direttrice Aziendale ha dichiarato che i lavori non avrebbero potuto iniziare per l’imminente picco dell’influenza e della Covid-19, eppure nel 2022, proprio sotto la spinta dell’emergenza, il cantiere fu aperto il primo febbraio di quell’anno. 

Non si vuole sottacere che c’è anche un problema di personale e, spesso, perfino i Primari (come ad esempio al Pronto Soccorso) ricoprono turni rimasti scoperti. Almeno l’adeguamento degli ambienti consentirebbe ai pazienti e agli operatori condizioni più dignitose e confortevoli nella sosta e nella fase degli accertamenti. 

Non sembra che su questi problemi ci sia la necessaria attenzione. In una provincia stretta e lunga, con una viabilità difficile, il tema dell’adeguamento del DEA del “Dono Svizzero” dovrebbe meritare la stessa attenzione del Presidio di Latina. La centralizzazione dei servizi su Latina ha generato probabilmente economie, ma ha accentuato disagi e ritardi inauditi per le comunità del centro sud della provincia: il risultato è stato l’aumento della migrazione sanitaria verso altri territori. E ciò, per una popolazione con larghe fasce di anziani, e quindi fragile, è inaccettabile sia sotto il profilo sanitario che economico.

Una notazione su quest’ultimo aspetto: non è un grande risultato salvare i bilanci aziendali e trasferire i costi sugli utenti bisognosi di cure e sull’abnegazione del personale. Il bilancio sanitario non è un fatto solo ragionieristico, ma è fatto anche di persone”.   

Così, in una nota, le associazioni “Comunità Lazio Meridionale e Isole Pontine” e “Incontri & Confronti”

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