DISSALATORE A PONZA: NOMINATO COMMISSARIO AD ACTA

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Dissalatore a Ponza: la Regione Lazio ha nominato il Commissario ad Acta per far realizzare l’impianto di Acqualatina

Sarà l’ingegnere Giovanni Saura, Dirigente dell’Area Concessioni della direzione Lavori Pubblici, risorse idriche e difesa del suolo della Regione Lazio, a provvedere affinché i passaggi amministrativi e tecnici siano realizzati.

A ottobre scorso, quando il Comune risultò soccombente al Tar, e in seguito anche al Consiglio di Stato, la sentenza del tribunale amministrativo stabiliva che il Comune di Ponza avrebbe dovuto “concludere il procedimento entro il termine di 60 giorni dalla notificazione della decisione e in caso di perdurante inerzia da parte dell’Amministrazione resistente”. “Il Tribunale, vista l’istanza sul punto della ricorrente, – concludeva la sentenza – nomina sin d’ora Commissario ad acta il dirigente della Direzione competente della Regione Lazio o un funzionario da lui delegato che provvederà a concludere il procedimento in luogo del Comune resistente”.

Ora, Il commissario regionale ad acta Saura dovrà permettere ad Acqualatina Spa, proponente del progetto, di utilizzare la porzione di territorio sui è stato stabilito sia realizzato l’impianto di dissalazione.

Come noto, il Comune Il Comune di Ponza, insieme al Comitato Samip, ha da sempre contrastato il progetto di Acqualatina per la realizzazione di un dissalatore provvisorio, modello Skid, in località Cala Dell’Acqua.

L’Ente contestava ad Acqualatina e alla Regione Lazio, costituitesi in giudizio, gli esiti della conferenza dei servizi del 23 gennaio 2019 con cui si approvava il progetto definitivo dell’opera.

A dicembre scorso, il Consiglio di Stato, accogliendo le eccezioni sollevate da Ato4 e Acqualatina, ha rilevato che il posizionamento del dissalatore in località Cala dell’Acqua era già stato sancito dalla Conferenza dei servizi svoltasi nel 2019, che il Comune non ha mai impugnato o annullato in autotutela. La sentenza, inoltre, chiariva che tali opere non comportano modifiche di luoghi o edifici, né pregiudicano in modo irreversibile il territorio. Pertanto, il Consiglio ha ritenuto che non possa configurarsi un’ipotesi di variante urbanistica, come invece dichiarato dal Comune.

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