CRAZY CARS: ARCHIVIATA LA POSIZIONE DEL PRINCIPALE INDAGATO

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Operazione Crazy Cars, auto rubate e rivendute a Latina e un’ingente intestazione fittizia di beni: archiviata la posizione del principale indagato

A maggio 2021, dopo quelle annullate a tre indagati dell’operazione eseguita dalla Squadra Mobile di Latina a fine aprile 2021 (Matteo Italiani Cristian Malandruccolo e Giuseppe Cannizzaro), tornarono in libertà anche il principale degli indagati, Alessandro Agresti, destinatario anche di un sequestro preventivo milionario (revocato anch’esso), il padre Maurizio Agresti e la moglie Mery Teresina De Paolis.

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Il Riesame di Roma aveva annullato le esigenze cautelari per tutti e tre nell’ambito di una inchiesta che aveva visto 9 arresti su richiesta della Procura di Latina. In particolare, i soggetti destinatari della misura cautelare furono indagati, a vario titolo, per estorsione aggravataricettazione e trasferimento fraudolento di valori.

Ora su richiesta del sostituto procuratore di Latina, Giuseppe Miliano, che ha coordinato le indagini, il Giudice per le indagini preliminari ha definitivamente archiviato le accuse nei confronti di Agresti, della moglie e del padre Maurizio Agresti, difesi dagli avvocato Angelucci, Marino e Formicola. Sarà il Giudice per l’udienza preliminare Giorgia Castriota a decidere, invece, il destino processuale degli altri coinvolti nell’operazione di Polizia risalente a più di anno fa portata avanti da Squadra Mobile e Commissariato di Cisterna.

L’indagine nasceva dalla denuncia querela sporta da un cittadino rumeno dopo che il medesimo aveva rinvenuto un proiettile inesploso di un’arma comune da sparo, sulla porta d’ingresso della propria abitazione.

Secondo le indagini, tale intimidazione era finalizzata a costringere la vittima a cedere la propria vettura a uno degli indagati, rinunciando al compenso pattuito nella somma di circa 20.000 euro, che lo straniero avrebbe ricavato dall’incasso di 4 assegni di 5.000 euro cadauno, grazie anche alla complicità di altri due indagati. Nel prosieguo della medesima attività investigativa, si sviluppava un ulteriore filone d’indagine secondo il quale Alessandro Agresti, attraverso Maurizio Agresti e Mery Teresina De Paolis, rispettivamente padre e moglie, gestisse di fatto alcune società di compra vendita auto, con una rivendita commerciale sita alla periferia di Latina. L’intestazione fittizia dei beni da parte di Alessandro Agresti avrebbe costituito, secondo gli inquirenti, l’espediente da quest’ultimo utilizzato per eludere gli effetti ablativi delle misure di prevenzione patrimoniale, posto che lo stesso risulta soggetto gravato da numerosi precedenti penali, in prevalenza per reati contro il patrimonio.

Ad essere stati coinvolti nell’indagine, oltreché alla famiglia Agresti, ora uscita fuori dal procedimento penale, Francesco Anelli (classe 1981) originario di Sezze ma nato e residente a Latina, Michele Vitale (classe 1962) di Latina, Mattia Italiani (classe 1993) di Sezze, Cristian Malandruccolo (classe 1985) di Sezze, Salvatore Lupoli (classe 1980) residente ad Aprilia ma di Latina, Giuseppe Cannizzaro (classe 1975) di Latina, Ernesto Pio Gattor (classe 1998) di Latina e Mario Emanuele Galante (classe 1991) di Sezze.

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